Read Ebook: La battaglia di Benevento: Storia del secolo XIII by Guerrazzi Francesco Domenico
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Ebook has 1570 lines and 137525 words, and 32 pages
Stupirono i cavalieri e le dame a sentire il pellegrino favellare tanto discretamente, e lo tennero per uomo valoroso. Il Conte Raimondo, tutto lieto, con benigne parole gli rispondeva: <
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Allora il Conte Raimondo, tolto per mano il pellegrino, lo condusse nei pi? riposti appartamenti; e fattolo ristorare di cibo e di bevanda, vedendolo stanco, non volle per quella sera trattenerlo in pi? lunghi discorsi, ma comandato che gli si preparasse una fresca cameretta, quivi lo lasci? a riposare, e ritorn? alla festa.
Dopo tanti anni di lealt? e di servit?, la maledetta invidia, peste del mondo, e delle corti vizio, cominci? a susurrare alle orecchie di Raimondo, averlo tradito il romeo, e di ogni suo tesoro spogliato. Non dava egli fede da prima a quelle malignit?, ma ripetutegli oggi, dimani, e sempre, gli venne in pensiero di domandare conto al romeo di ogni sua operazione: questi, come colui che stavasene provveduto, mostr? la scrittura, dette ragione di tutto, e chiese commiato. Il Conte, parendogli avere mal fatto, con umili scuse si difendeva, e a grande istanza lo pregava a non volerlo abbandonare ora che tanta parte di vita avevano insieme trascorso; ma il pellegrino tronc? quelle parole, dicendo: <
N? per quanto il Conte con preghiere e lacrime s'ingegnasse ritenerlo, pot? pervenire a farlo restare. Partiva il pellegrino in abito dimesso, portando seco l'amore e il desiderio di tutti; Raimondo co' suoi vassalli lo seguitava traendo dolorosi guai: giunto alla porta della citt?, il pellegrino abbracci? il Conte, lo baci? in bocca, tolse nuovamente commiato, e lo raccomand? a Dio; con tutti i rimanenti quelle dipartenze non pot? fare; per? alzata la mano li benedisse, ed eglino riceverono quella benedizione prostrati, gemendo profondamente, piangendo, e singhiozzando, come se ad ognuno di loro fosse morto il padre o la madre. Cos?, come era venuto, il pellegrino se ne part?, n? mai si seppe chi fosse, o dove andasse, se non che per la pi? parte di quelli che il videro, e gli parlarono, fu creduto che fosse un Santo.
Non sopravvisse molto il Conte Raimondo alla partenza del pellegrino, e per la morte di lui la Provenza venne sotto il potere del suo genero Carlo.
? Giovanni Villani. L. 6, e. 91.
Condotto nel 1250 da San Luigi al conquisto di Gerusalemme, cadde, insieme con il fratello e la principale Baronia di Francia, in potere degl'Infedeli presso Damiata. Uscito dalla prigionia, se ne and? in Provenza, dove ebbe a sostenere molte contese co' suoi vassalli, i diritti dei quali voleva annullare, e farsi senza restrizione nessuna assoluto signore.
Qui fu che gli giunse la elezione di Urbano, portatagli dal Cardinale Simone di Tours; e dopo averne tenuto proposito col Re di Francia, col Conte di Artois, e con quello di Alansone, suoi fratelli, i quali per levarsi d'attorno quell'uomo ambizioso lo animarono all'impresa, e gli proffersero sussidio d'arme e di danaro, rispose essere apparecchiato di mettersi alla ventura in onore di Dio e della Santa Chiesa romana.
Se molto la naturale cupidigia lo stimolava a quell'acquisto, non meno ve lo stimolarono le vivissime istanze della moglie Beatrice, la quale per far tesoro impegn? tutti i suoi gioielli; il che forma il pi? grande sagrifizio, che donna al mondo possa mai fare. Per quello che narrano le cronache del tempo, la cagione di questa caldezza di Beatrice fu che poco innanzi, essendo convenuta a Parigi insieme con le altre sorelle a celebrare nella corte del suo cognato la Pasqua di Natale, assistendo con esse loro il d? della Epifania alla festa dei Re, che i Monarchi di Francia usavano solennizzare nella Chiesa di San Dionigi, l'avevano fatta sedere un grado pi? basso, imperciocch? ella non portasse corona reale. Infinite, e forse non tutte da narrarsi, furono le arti adoperate da questa donna ambiziosa per chiamare alla sua fazione il fiore della Cavalleria francese. Erano in quei giorni due potentissimi eccitamenti a imprendere la guerra, la cortesia degli uomini d'arme, per la quale stimavano che richiesti di fare alcuna impresa per amore di dama non potessero senza biasimo ricusare, e lo spirito di religione. Ambedue questi vennero messi in opera, il primo da Beatrice, il secondo dai Legati del Papa, che andavano predicando per Francia la Crociata contro Manfredi, e promettevano la remissione dei peccati, e le stesse indulgenze che se fossero andati a combattere in Palestina. Per quelli poi che poco tenevano in conto le lusinghe della femmina, e le indulgenze della Chiesa , l'avidit? di grossi stipendii fu valevole a riunirli sotto lo stendardo di Carlo. Alle quali cose tutte se voglia unirsi la naturale vaghezza delle menti francesi di vedere nuovit?, non si maraviglieranno i lettori se il suo esercito ascendesse a sessantamila uomini tra cavalieri, balestrieri, e fanti di ogni maniera.
Manfredi alla novella di tanti armamenti non si smarr?, ma come uomo di gran cuore e magnanimo si apparecchi? a ben ricevere il nemico. Grandissima fu la cura che pose da lato di terra a custodire i passi, afforzando Cepperano, San Germano, e mettendo scelto presidio in Benevento: per mare, le sue galere unite a quelle dei Pisani e dei Genovesi, che sommavano in tutte a meglio di ottanta, lo tenevano sicuro. Le forze del Re di tutta Francia, non che quelle di un Conte, parevano insufficienti a potergli far danno; pure tanto sono fallaci gli umani disegni, che, e per mare e per terra, fu con mirabile agevolezza abbattuto, siccome andremo narrando nel processo di questa storia.
CAPITOLO DECIMOSECONDO.
MESSINELLA.
Venite, ed ammiriamo le glorie della creazione su le ultime sponde dell'oceano. Ecco, egli riposa della quiete del lione; nessun vento osa turbare la sua azzurra superficie, nessuna onda gemere tra gli scogli:--sembra uno specchio, nel quale il firmamento goda riflettere i suoi tesori. L'occhio dell'uomo si sprofonda lontano lontano in cerca di un confine che la debolezza della sua conformazione ha impresso nella sua vista, ma che l'oceano non ha conosciuto giammai:--lo sguardo si perde sopra la moltitudine delle acque, e finalmente ? costretto di abbassarsi alla terra, mentre lo spirito freme alla idea che la creta non sia capace di sostenere la contemplazione degli elementi;--siccome appunto l'anima temeraria che ardisce di volere penetrare dentro la nuvola che circonda il soglio dell'Onnipotente, dopo un lungo travagliarsi di abisso in abisso nel mondo intellettuale, sviene soverchiata dalla grandezza della immagine, logora dalla meditazione, vinta dalla certezza che l'Eterno non pu? esser compreso dalla forma destinata a morire. Questo ? il riposo dell'oceano: e pure il pianeta della vita e della luce pare che gli si accosti tremando, come il supplichevole al trono del Signore,--le pi? volte pallido e senza raggio: ed egli lo assorbe nello sterminato suo seno, non altramente che la terra riceve la creatura divenuta cadavere.
? Congregentur aquaae, quae sub coelo sunt, in locum unum, et appareat ARIDA.
Io ti amo di quell'affetto col quale i miei fratelli di stoltezza vagheggiano il sembiante della femmina; io godo al suono dei tuoi flutti, al tuo riposo, e alla tua tempesta: libero fino dal principio della creazione, nessun potente ti ha potuto dare legge, nessuno ambizioso n? per lusinga n? per forza sottometterti;--la vicenda degli anni e delle stagioni ? nulla per te: quel barbaro sovrano? che volle importi catene, sta monumento di scherno nella storia;--le catene sono fatte per gli uomini.
? Serse.
Tu immenso, tu forte, perch? il caos era acqua, ed acqua ritorner?. In quel punto la luce riverr? a spegnersi nella sua antica dimora;--il fuoco tuo nemico sar? superato, e la vittoria annunziata al mondo con la sua rovina: non pi? stelle, n? luna, n? cielo, n? terra;--esulterai nel trionfo della distruzione, nella solitudine della tua immensit?: per?, mentre dura in me spirito di vita, mi dilungo su l'estreme tue sponde, e adoro le glorie della creazione nella potenza dell'oceano.--
Coll'affanno del cuore, che agogna una corona, Carlo da tre giorni percorre l'oceano. Spesso sedendo a mensa, o giocando a scacchi, quando meno se l'aspettano i compagni si alza da tavola, ascende sopra la coperta; aguzza gli occhi da settentrione, ed esclama con voce tra spaventata e gioiosa: < Italia quella?>>
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Carlo agitavasi inquieto, n? i Baroni che aveva prescelto a compagni valevano molto ad acquietarlo. Essi avevano combattuto al suo fianco in Palestina ed in Provenza; andavano famosi per mille prove, ma rigidi come il ferro che li vestiva;--faccie ignote al sorriso, nessun'altra cosa fuorch? la spada e la mazza di arme conoscevano, e nella spada consisteva a quei tempi la educazione del nobile: forse avrebbero potuto narrare le imprese trascorse, e col racconto dei superati pericoli inanimirsi a ben sostenere il sovrastante; ma quando l'anima anela su l'elsa della spada, di rado si trova chi narri, e pi? di rado chi ascolti storie del vecchio tempo. I nostri Baroni al pi? leggiero scompiglio balzavano coll'arme alla mano, stimando essere assaliti; n? per quanto si fossero trovati delusi rimettevano in nulla del loro sospetto.
Cos? un profondo silenzio, solo interrotto dal rumore dei remi, o del vento fremente per entro le vele, regnava su la galera. Il quarto giorno di navigazione su l'ora di nona Carlo sentendosi trasportato con molto maggiore velocit? che nei tre precedenti, se ne and? a passeggiare su la coperta. Non vi trovava persona, meno il timoniere, che colla mano al timone e gli occhi intenti alla bussola , pareva non badargli poco n? punto. Carlo con le braccia sotto le ascelle si mise a percorrere da poppa a prua; n?, per quanto i suoi passi fossero fragorosi, che per antica usanza soleva sempre portare l'arme, n? per fermarsi all'improvviso dinanzi al timoniere, n? per battere con impazienza del piede sopra lo intavolato, pervenne mai a fargli alzare la testa. Questa osservazione, pi? e pi? volte ripetuta, lo rendeva curioso di sapere chi fosse: tornato indietro, s'incontra nel Maestro che canterellando sotto voce si dirigeva appunto alla volta del timoniere: onde subitamente chiam?: <
? Vedi Tiraboschi ec. ec.
Il Maestro, cavato il berretto, curvata la persona in atto ossequioso, gli tenne dietro alla distanza di due o tre passi, dicendo: <
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< < Ben pel Maestro, che Carlo fin dal principio del suo discorso osservando un punto oscuro sull'estremo orizzonte, e riputandolo Italia, distratto da nuovo pensiero non gli porse pi? orecchio, che altramente gli avrebbe dato tal ricordo da non dimenticarlo pi? mai nei suoi giorni. Ora, ritornato alla prima inchiesta, ripeteva per la terza volta: < ? Proverbio antico che significa mezzogiorno. < < E cos? parlando si era accostato ad un vaso, dal quale mesciuto un bicchiere di vino, se lo bevve, chiudendo gli occhi, e a piccoli sorsi: poi, posandolo con rabbia su la tavola, si asciug? col rovescio della mano le labbra, e con un gemito proruppe: < Ed il Maestro, aggiunge la cronaca, pareva ombratile fuori di misura, perch? in capo al giorno aveva mestieri di trangugiarne ben molte. Intanto Carlo, che appena levata la destra si pent? dello atto villano, si ripose a passeggiare, ingegnandosi con ogni modo a fare alzar gli occhi al timoniere; ma sempre indarno: allora prende consiglio di porglisi accanto, e dire in suono che non fosse domanda, e pure richiedesse l'altrui consentimento: < E il timoniere con gli occhi intenti alla bussola non risponde parola. Carlo d'impetuosa indole dotato, come la pi? parte dei Francesi appaiono, non si pu? pi? contenere, e direttamente richiede: < <.>> < < < < < < < < < < < <
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