Read Ebook: Amore bendato by Farina Salvatore
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Ebook has 1109 lines and 35499 words, and 23 pages
--Il mio amico Leonardo ? dolente di non essere compreso, ? sicuro di fare il suo dovere di buon marito, non sa darsi pace...--
Ernesta lo interruppe.
--E infine non sa che farsi di me....
--Non dice questo.
--Che cosa dice? Ha egli pensato, come ho pensato io, che questa vita ? intollerabile? E che ha risoluto?--
Il dottor Agenore si vide cos? sbalzato dall'esordio alla perorazione, senza aver fatto un passo; prima di rispondere prov? a puntellarsi.
--E ci ha ella proprio pensato? Ed ? venuta per davvero alla conclusione che questa vita ? intollerabile? Ed ? certa di non aver avuto un po' di febbre, una momentanea irritazione nervosa? Perch?, cara signora, noi siamo povere creature avviluppate in una rete di nervi, mal difese da un'epidermide impressionabilissima, e anche quando i tessuti muscolare e connettivo sono sparsi coll'eguaglianza che fa le donne leggiadre come lei ed i temperamenti felici, non si sa mai quello che accade nei vasi; il sangue, la linfa, gli umori sono altrettanti nemici che noi alimentiamo, e quando ci pare di essere persuasi d'una cosa, siamo esposti a pentirci un'ora dopo.
--Nelle cose del raziocinio pu? essere, ma il cuore non si inganna mai.
--Il cuore! Ah! non mi parli del cuore, cara signora; bisogna averlo visto il cuore! ? il pi? fallace di tutti gli organi. Quando io guardo un oggetto e lo trovo bello....--
Il dottore Agenore guardava l'epidermide vellutata della faccia di Ernesta.
--.... Allora sono press'a poco sicuro di non fare un giudizio falso; posso sbagliare, ma ? difficile, ? difficile.... cos? quando scevero una stonatura in un concerto, cos? quando mi fido al tatto--piccole imprudenze quasi sempre innocue--ma se entro a far funzionare il cervello od il cuore, non ne imbrocco una giusta, parola d'onore! Dieci anni sono io era spiritualista, credevo a tutte le verit? che insegna la madre Chiesa, perch? le dovevo credere; le credevo senza intenderle, come consiglia la Dottrina, e ne ero persuaso; oggi che la scienza mi ha aperto gli occhi, non ho pi? la fede, e mi sono fatto un'opinione ferma che allora fossi un grande.... Devo dire la parola?
--Dica.
--Un grand'imbecille... Allora ed oggi io era persuaso, e pure allora od oggi, secondo le idee volgari, avevo torto; invece ho sempre avuto ragione, perch? la ragione od il torto sono parole. I fatti eccoli, e glieli garantisco: l'equilibrio delle facolt?, i moti delle fibre, la temperatura del sangue e degli umori.
--Diceva dunque che mio marito?....--interruppe Ernesta abbandonandosi sul divano.
--Il mio amico Leonardo ama la sua libert? , ama pure sua moglie, ma pi? la libert? ; vorrebbe accontentarle tutte e due.... potendo.
--E non potendo?
--Non potendo, egli viaggier? spesso e la signora passer? alcuni mesi in campagna; cos? sar? liberata dalla vista odiosa del marito.... se per? le accomoda.
--Mi accomoda,--disse Ernesta balzando in piedi e suonando il campanello.
--Che fa ora?--chiese il dottore rizzandosi,--non si ecciti cos?; ella tanto giovane, tanto bella, tanto spiritosa! Ah! ? un peccataccio nero farla andare in collera! Il mio amico Leonardo non ha senso comune....
--Non m'importa di lui,--disse Ernesta, ed aggiunse volgendosi ad Olimpia accorsa alla chiamata:--Prepara subito le mie valigie, parto oggi stesso....--
--Che ne importa a me di Leonardo!--ripet? la bella con accento che invano voleva parer duro;--questo mondo ? vasto, ci posso vivere anche senza Leonardo, ci vivr?, e sar? felice, perch? alla fine....
--Perch? alla fine,--prosegu? il dottor Agenore accalorandosi, alla fine la vita ? breve, e la giovent? fugge, e la bellezza svanisce, e i fluidi perdono la loro elasticit?, e quella febbre simpatica che piglia in una volta due esseri....--
Il dottore non ebbe tempo di dare il suo nome volgare alla febbre simpatica che piglia in una volta due esseri, perch? Ernesta, obbedendo ad un impeto irresistibile, proruppe in lagrime e nascose la faccia fra le mani.
Non si era mai aperto un orizzonte cos? ampio agli occhi del medico materialista, il quale ebbe le vertigini, fece un sogno audace, ed approfittando della licenza che gli dava la sua veste dottorale, prodig? un mondo di carezze poco scientifiche alla bella donna. Forse per la prima volta in vita sua egli si accorgeva del fascino sintetico che emana da una creatura di genere femminino. E si trovava senza avvedersene a vagheggiare le forme leggiadre di quel corpo che aveva le seduzioni della bellezza, della grazia, dell'abbandono e del frutto proibito. Bisogna dire che i filosofi materialisti non siano corazzati meglio degli altri e che il conoscere gli elementi, di cui si compone una corbelleria, non renda molto pi? forti nel resistere alla tentazione di commetterla. I nervi del dottor Agenore ne stavano appunto commettendo una, e il cervello, coll'aria di volersene stare in disparte, se ne faceva l'istigatore ed il complice.
Si indovinano le fantasie di quell'uomo cos? poco fantastico; egli vedeva una bella donna sul punto di separarsi da un marito indegno, l'accompagnava nella solitudine, spiava gli occulti moti del suo cuore e ne scandagliava il vuoto.... si sentiva un desiderio cocente di colmare quel vuoto, di pigliare il posto dell'indegno, e trovava quel desiderio legittimo.
--Ah!--diceva egli perdendo assolutamente di vista la dottorale gravit?,--ah! cara signora, non le mancher?, no, chi l'adori come ne ? degna; quel povero Leonardo ? malato, non capisce il bello, non sa amare robustamente, la linfa lo atrofizza, i cattivi umori gli inacidiscono l'umore...., a lei doveva toccare in sorte un uomo gagliardo, di temperamento sanguigno , un uomo non viziato dall'abuso, non stanco dei piaceri, ma che dalle fatiche d'una vita studiosa sapesse volare....--
Il dottor Agenore disgraziatamente non sapeva volare sulle ali della rettorica meglio di cos?, ed anche cos? non poteva durare un pezzo. Si ferm? per ripigliar fiato, ebbe un momento di rilassatezza delle fibre e temette di essere andato troppo oltre.
Ernesta, riasciugate le lagrime, teneva gli occhi immobilmente fissi sul pavimento; probabilmente non aveva inteso nulla.
Agenore si guard? alla sfuggita nello specchio, si rimprover? in cuore di non essersi fatto radere al mattino, fece uscire i polsini dalle maniche del farsetto coll'aria d'un guerriero che assicura l'asta in pugno, e ricominci? l'assalto.
Quando mezz'ora dopo il dottore usciva dalle camere di Ernesta, aveva quell'aria tra fatua e rimminchionita d'un uomo per lo pi? grave che ? dovuto uscire dalla propria gravit? e non sa bene se ne sia contento.
--Ci fai una grama figura, Agenore amico mio--diceva l'amico Agenore--una grama figura!... ma quella donna ? tanto bella, e Leonardo cos? fatuo!...--
Leonardo aspettava al Cova con una certa ansiet?:
--Dunque?
--Se ne va.
--Dove?
--In campagna, sul lago, oggi stesso, non vuol saperne di conciliazione.
--Ed io?
--E tu in luglio andrai ai bagni di Spa, te li ordino fin d'ora per gli occhi, ed allora la signora Ernesta torner? in Milano se ne avr? voglia.--
Leonardo stette un po' sopra pensiero, poi, vergognoso di parere inquieto, strinse la mano all'amico dottore e disse ridendo:
--Grazie, grazie, grazie.--
Il dottore, che stava per cedere ad un nuovo rilassamento delle fibre, vinse lo scrupolo, respir? libero e sentenzi? dentro di s?:
--Se facessi diversamente, sarei un imbecille.
In cui si fa una rivelazione e si mostra un disegno.
E siccome il dottor Agenore aveva studiato medicina per amore della teorica, e si era limitato nella pratica alle costipazioni degli amici, non ? temerario asserire che egli era una creatura press'a poco innocua.
--? questione di princip?. L'adulterio ? cosa semplicissima; la fisiologia non lo vieta, anzi lo consiglia; ? il solo rimedio trovato dalla Natura a quella malattia sociale che ? il matrimonio, a patto per? che il marito non ne sappia nulla. Se egli lo sa , ne avr? dolore, dolore egoistico, se volete, ma sacrosanto; e chi sapendolo fa cosa che cagioni dolore ad un suo simile, costui, signori miei, commette una birbonata.
I clienti si guardavano in faccia e ripigliavano a ridere, dicendo dentro di s? che in fondo quel materialista implacabile valeva meglio di certi spiritualisti che fanno complice la rettorica delle loro imprese galanti.
Quanto a ci? che egli meditava di fare era per filo e per segno suggerito dagli avvenimenti. Pensate: una moglie bella, giovane, sola, abbandonata alle noie della campagna; l'amico marito che non se ne d? pensiero e chiude gli occhi addirittura, certo che la virtuosa moglie si dar? spasso onestamente, vale a dire senza scandali.... Ah! In fede mia ci? che il dottor Agenore meditava di fare era suggerito per filo e per segno dagli avvenimenti! Ed ecco ci? che meditava di fare:
Aspettare alcuni giorni, il tanto necessario a lasciare sbollire i primi entusiasmi campagnuoli di quella testolina bizzarra, partire, arrivare in un momento di noia, col pretesto di farle visita, di assicurarsi della sua salute, ed incominciare una cura radicale.
Aspett?, part? e giunse a Bellagio. Ed ? inutile dire che la mattina della partenza non aveva dimenticato di farsi radere.
Il dottor Agenore intraprende una cura radicale.
La villetta, che pareva fatta apposta per esser nido d'un amore clandestino, era situata sopra Bellagio un bel tratto, ai due terzi del colle. Di lass? si vedevano i tre bracci del lago, ma pi? direttamente quello che si allunga verso Lecco. L'idea di nido nasceva spontanea vedendo biancheggiare la casa attraverso il boschetto che da quella parte copre la ripida balza del monticello.
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