Read Ebook: I sogni dell'Anarchico by Mioni Ugo
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Ebook has 1379 lines and 47430 words, and 28 pages
UGO MIONI
I sogni dell'Anarchico
ROMANZO
MONZA
LIBRERIA EDITRICE ARTIGIANELLI
PROPRIETA' LETTERARIA
SCUOLA TIPOGRAFICA ARTIGIANELLI
PREAMBOLO
Il salotto era molto elegante. Nel caminetto ardevano le legna e crepitavano allegramente. Su di un piccolo tavolo era collocata una bottiglia sturata con due bicchieri riempiti di vino ed un servizio da fumo. Al tavolo sedevano due uomini, l'uno beatamente sprofondato in una gigantesca sedia a bracciuoli, che ne celava quasi tutta la persona, l'altro seduto a cavalcioni di una sedia di cuoio, colle braccia incrociate sul davanzale.
Quei due uomini erano del tutto dissimili tra di loro, come diverso era il modo, nel quale stavano seduti.
Il primo era un uomo di mezza et?, alto, slanciato, magro, con un volto molto espressivo, sbarbato e ad eccezione di un paia di piccolissimi mustacchi neri, che aveva tollerato sul labbro superiore. Qualche raro filo d'argento tra quelli. L'occhio grigio era freddo; come una di quelle antiche lame di Damasco, cos? grigie, cos? fredde, eppure cos? taglienti, che formano la delizia dei collezionisti e ti fendono i macigni. Le labbra erano lunghe, pallidissime; bella la dentatura di neve, un po' canina. I capelli molto corti, a spazzola, leggermente brizzolati; le mani fine, aristocratiche, con unghie lunghe, a mandorla, ben curate. Aveva indossata un'ampia veste da camera, di seta azzurra, coperta di certi fiori strani, di certe figure umane pi? strane ancora, con cappelli a cono ed ombrellini fantastici, e tra fiori e mandarini si arrampicavano certi animali, che non hanno mai figurato nella natura e che erano dovuti alla pazza fantasia di qualche ricamatore cinese, perch? quella veste da camera singolare, era stata certo importata dal regno della coda.
L'altro era molto pi? giovane, tra i venti ed i trent'anni, vestito, con affettata noncuranza, a nero, con una gigantesca cravatta nera, annodata al collo; il suo volto era sbarbato, magro, dalle guancie infossate, dagli zigomi sporgenti, e con certe chiazze rosse, che si accentuavano quando egli s'infervorava nel discorso. L'occhio bello, di un nero carico, si accendeva allora di certe luci strane; le labbra un po' tumide, erano pallidissime; la dentatura pessima; le unghie non coltivate; i capelli arruffati, spettenati.
All'esterno dei due uomini corrispondeva anche il loro modo di parlare. L'uomo dalla veste da camera cinese era breve, conciso, imperioso, autoritario; sembrava avvezzo a comandare. I pensieri gli uscivano dal cervello e poi dalle labbra, sotto forme di sentenze brevi, concise; egli era un uomo che aveva un'opinione propria non solo, ma era persuaso, che quella fosse la sola opinione giusta e perci? da seguirsi, e la voleva imporre a tutti. L'altro invece balzava col suo dire di palo in frasca; si agitava per ogni inezia; s'infervorava, diventava tragico, ed allora le chiazze rosse andavano accentuandosi, l'occhio prendeva strani bagliori, egli agitava le mani, muoveva le dita, stringeva il pugno, si dimenava....
--Ripeto: La vita del sogno ? qualche cosa di stranamente misterioso. L'anima ? allora sciolta dai lacci del tempo e misura gli eventi in un altro modo. Vive alle volte una vita di mesi e mesi ed anzi di anni ed anni in uno spazio infinitesimale di tempo, in mezzo secondo, in un secondo. Dal che si deduce, che la vita dell'anima ? del tutto diversa da quella del corpo. La vita del corpo si misura da aurora a tramonto e da tramonto ad aurora, a giorni, a mesi, ad anni, e quella dell'anima invece.... e s'interruppe bruscamente.
L'altro rise. Il suo riso era cos? beffardo.
--Non continui? domand?.
--Mi manca il termine.
--Od il concetto. Pazzo! L'uomo non ha anima. ? un animale rapace, sentenzi? l'uomo dagli occhi grigi.
Le chiazze sul volto dell'altro si accentuarono.
--La ho. La sento! esclam? con persuasione.
--Ed allora fatti frate!
L'altro fece un gesto di scherno.
--Studio filosofia. Appunto perch? ho un'anima sono ateo, sono anticlericale, sono libertario! esclam?.--Come devo odiare tutti coloro i quali metterebbero in ceppi il mio corpo, cos? devo odiare la religione, perch? essa mette i ceppi al mio spirito. Schiavo di nessuno, n? nell'anima n? nel corpo!
--Gi?. Ma intanto, mentre c'? tanto bisogno di chi diffonda le nostre idee, i nostri sani e santi principi, tu perdi il tuo tempo studiando filosofia, osserv? l'altro con scherno.
--Io lavoro.
--Che cosa fai?
--Parlo! Propagando le nostre idee.....
--Non abbiamo bisogno di ciarloni. Vogliamo gente che lavori!
--E tu, che cosa fai? domand? il pi? giovane, mentre un grande colpo di tosse ne scuoteva lo scarno petto.
--Questo, disse l'altro e, alzatosi, avvicin? un elegante stipo di legno lucidato, dalle grosse borchie di bronzo giallo, caldo.
Premette una suola ed apr? una porticina. L'altro vide alcuni ordigni di metallo giallo, piccolini, rotondi, lucidi.
--Quattro! mormor?.
--Ecco i nostri grandi argomenti nella lotta per la rivendicazione dei nostri diritti e nella campagna che meniamo contro ogni tirannide! disse l'uomo dagli occhi grigi e fiss? l'altro in volto. Il suo sguardo gli penetr? attraverso gli occhi fin nel cuore, procurandogli un disagio grande, un malessere acuto, che invano cerc? di vincere.
--Quando? domand? scuotendosi.
--? inutile che te lo dica.
--Perch??
--Non hai coraggio! disse l'uomo dalla veste cinese con sprezzo.
L'altro si eresse sulla persona; lo sguardo divenne pi? strano che mai; le chiazze assunsero una tinta quasi scarlatta.
--Del vile a me! A me che ho sacrificato tutto al nostro ideale; che odio con infinito livore ogni tiranno, il governo, la chiesa, l'aristocrazia, i ricchi, ed anche tutti i papi del partito socialista! Del vile a me, che ho troncato la mia carriera, che mi sono logorato la salute, che ho..... esclam? con un fare tragico.
L'altro lo interruppe con un gesto di disprezzo.
--Meno chiacchiere! Hai davvero coraggio? gli domand?.
--S?.
--Quante?
L'altro fece un gesto di terrore.
--Io?
--Se non sei vile.
--Non lo sono.
--Vuoi?
--S?.
--Quante?
--Una.
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