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Read Ebook: Top by Albertazzi Adolfo

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Ebook has 1713 lines and 55170 words, and 35 pages

-- Ehi! Senti!

Prospero si volt?.

-- Cosa ne dir? il paese?

Prospero rispose: -- Dir? quel che dico io: che io sono un uomo all'antica e le tue donne vanno alla moderna; che, secondo me, voi spendete troppo in proporzione al tuo stipendio e alle entrate, e io voglio assicurarmi della mia parte per quando sar? vecchio e per lasciarla, quando morir?, a mia nipote se non si mariter?, o se sposer? uno della sua condizione. ? chiaro?

-- ? chiaro.

-- C'? altro?

-- Nient'altro.

La separazione non dispiacque neanche alla cognata. Non che Prospero le avesse mai dato soverchio disturbo; sempre per? l'avevan tenuta in un certo disagio quel suo carattere scontroso e quelle sue abitudini di misantropo, e da un pezzo in qua egli la seccava con le osservazioni a ogni spesa che si faceva per l'Elena. -- Ah ah! vestito nuovo; scarpine nuove! oro! gioielli! Durer?? -- Dispiacere, e pi? che dispiacere, prov? invece l'Elena. Come ad accorgersi di Top senza collare pens? che lo zio aveva scoperto la marachella, all'avvenimento che segu? pens? che lo zio era impermalito con lei; e dubit? d'averlo contrario nelle sue speranze. Avrebbe voluto impietosirlo dicendogli: -- Io le sono tanto affezionata! sia buono! --, o magari provocarne lo sdegno dicendogli: -- Che cosa le ho fatto, io? --; purch? parlasse! Il silenzio di lui l'atterriva. Ma non osava andar a trovarlo nel camerone; affrontarlo. Finch? ebbe un'idea. Dall'uscio che dal camerone metteva nella stanza da desinare la madre aveva tolta la grossa chiave. Elena s'avvide che per il buco della toppa passava una spera di luce. Allora si chin?, guard?, scorse le gambe dello zio andare e venire. Benissimo! E colto il momento che nessuno poteva udirla, fece, a voce bassa:

-- Zio! zio!

Lo zio palpit?; volse lo sguardo intorno; e non fiat?.

-- Sono qui dall'uscio! M'ascolti! Una parola, zio!

Egli non fiat?; non si mosse.

-- Io le sono tanto affezionata, e lei non mi risponde nemmeno! Cosa le ho fatto, io?

Ma a questo punto Top, il quale giaceva nel cantuccio vicino alla civetta, tese gli orecchi, si alz?, precipit? all'uscio; e drizzato su due piedi contro di esso, si mise ad abbaiare e a guaire affettuosamente.

-- Ah Top! il mio Top! Tu sei buono! Diglielo tu allo zio che ? cattivo, che mi fa soffrire!

Cattivo? Soffrire? Era un'ingiustizia! un'infamia! Lo zio non ci resse pi?. Esclam?, ironico:

-- Soffri, eh, perch? ho levato il collare a Top?

Poi, con sarcasmo per lei e per s? medesimo:

-- A far all'amore non potrebbe servirti, in cambio, il buco di una serratura?

Nessuna risposta. Non s'ud? pi? che il vario voc?o dei richiami. E Top torn? ad accucciarsi vicino alla civetta.

Non molti giorni dopo, mentre stava aggiustando gli staggi a una rete, il signor Prospero ud? battere alla porticella di strada e chiedere forte:

-- ? permesso?

N? aveva ancora risposto -- avanti! -- che un signore entr?; giovine.

-- Disturbo, signor Marzioli? Mio padre mi ha consigliato di venir da lei per...

-- Chi ? vostro padre? -- interruppe il Marzioli senza muoversi da sedere e senza far complimenti.

-- Tarelli! Io sono Diego Tarelli.

Ah! aveva dinanzi il figlio del conte; il pi? ricco del paese: bisognava riceverlo con garbo.

-- S'accomodi! Mi dispiace... -- affrett? cerimonioso e imbarazzato --; in questa stamberga..., in questo disordine...

-- Amabile disordine! -- esclam?, disinvolto, il giovine. -- Sapesse come l'invidio, signor Prospero! Lei ? il pi? famoso cacciatore di Romagna! Quante volte a Roma ho pensato a lei!

-- A Roma?

-- Ci ho compiuti gli studi; e adesso sono, vorrei diventar cacciatore anch'io. Ecco -- aggiunse contemplando le gabbie in terra o appese al muro --: ecco i richiami, i cantaiuoli! Quaglie. Un merlo. Cardellini. Fringuelli. Un fanello...

-- Un frisone -- corresse il signor Prospero.

-- Sbagliavo: un frisone; un...

--... bigione.

-- E quante reti! Di quante sorta! Piccole, grandi, a maglie larghe e a maglie strette. E han tutte il loro nome, eh?

-- S?. Quella lass?, distesa, si chiama aiuolo; quella accanto, paretella; quell'altra, ? una ragna. Queste qui gi? sono erpicatoi, diluvi. Questa che sto aggiustando ? una lungagnola.

Intanto Diego Tarelli cercava accostarsi all'uscio ; e come ci fu, volse il dorso e alzando gli occhi alla parete di contro:

-- Anche armi antiche -- disse --. Curiose!

Il signor Prospero accennava:

-- Uno schioppetto del seicento. Una cerbottana; una balestra.

-- E gli ordigni, pi? in basso?

-- Corni da polvere.

-- No: intendo dir gli altri, l?, a terra.

-- Sono trappole; pignuole; bertovelli.

-- E il modo d'usarli?

-- Semplicissimo.

Il signor Prospero and? a prendere una gabbia col ritroso per dimostrarla da vicino al visitatore; e questi intanto riusc? a spingere nel buco il biglietto che la mano dell'Elena da un pezzo era pronta a ricevere.

Ma la faccenda non doveva finir bene. Colpa di Top.

Il quale, spalancata d'un salto la porta, entr?, e a veder Diego Tarelli gli fece la festa dovuta a un caro amico.

-- Top! Top! -- Il giovine non pot? fingere di non conoscerlo.

Allora un sospetto balen? alla mente del signor Prospero. Strinse gli occhi sotto le ciglia folte e lunghe. Dimand?, cupo:

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