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Read Ebook: L'amore che torna: romanzo by Verona Guido Da

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Ebook has 3990 lines and 117348 words, and 80 pages

L'amore che torna

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GUIDO DA VERONA

L'Amore che torna

ROMANZO

R. BEMPORAD & FIGLIO -- EDITORI -- FIRENZE -- MCMXX

PROPRIET? LETTERARIA

I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservati per tutti i paesi

L'Amore che torna

<>

-- Dormite? -- ella domand?, piano, entrando sotto l'arco della tenda che l'avviluppava in s? come un mantello d'antico e fosco velluto. Avevo inteso il rumore de' suoi passi nell'altra stanza, il frusc?o della sua gonna sul tappeto, ma fingevo di sonnecchiare davanti al caminetto, con un libro aperto su le ginocchia.

-- Dormite? -- ella ripet?, avvicinandosi e protendendo il capo, quasi per meglio discernermi nella semioscurit? della stanza.

-- No, stavo pensando, -- le risposi con una voce rapida, che a mio malgrado tradiva l'impazienza di averla cos? a lungo attesa.

Bella e ridente nella luce irrequieta della fiamma:

-- Ebbene -- domand? -- non mi dite nulla? non mi salutate neppure?

-- Vi aspettavo per le quattro e mezzo; ora sono le sei... Veramente mi pare un po' tardi!

-- Allora me ne torno via... -- E fece ridendo l'atto di volgersi; poi soggiunse:

-- Dunque, siete sempre in collera?

-- Con voi non mi riesce! Solo, durante le attese, medito, e quando medito mi assale a poco a poco l'esasperazione.

-- Gi?, voi avete un carattere bizzarro! Ascoltatemi: ora vi spiegher?.

-- A che serve? Mi sarebbe cos? difficile credervi!

-- Ed avreste torto, -- ella rispose tranquillamente. -- Se volessi mentirvi, saprei anche mentirvi bene.

-- Oh... davvero?

-- Forse ne dubitate? Noi donne ci confondiamo pi? facilmente nel dire la verit?.

-- Quand'? cos?, -- feci -- spiegatevi pure.

-- Permettete che mi sieda? -- ella domand? in tono di celia.

-- Ve ne prego.

-- E che mi tolga la pelliccia? i guanti? il cappello?

-- Ve ne prego, -- ripetei con la stessa urbanit?.

-- E che vi chieda un bacio? un bacio su la punta delle dita?

Mi tese una piccola mano, senz'anelli, con l'unghie rosee, finemente curate, ove le mie labbra indugiarono con volutt?, poich'era tepida e morbida come una soave piuma.

-- Ecco, -- ella fece, sedendo presso il caminetto e ravviando i suoi capelli, d'un bel colore d'oro e di bronzo antico, fusi per comporre insieme una maravigliosa luce, -- ecco: vi aspetterete chiss? quale confessione, chiss? quale complicatissima storia... Invece una causa molto semplice: avevo dimenticato. Leggevo anch'io, vicino al fuoco, un libro molto bello, e mi ricordai dell'ora solo quando fu, come voi dite, un poco tardi.

Mi guard? col suo riso impertinente, in cui erano tutte le grazie e tutte le insensibilit?.

Una pausa lunga; ella si leva, guarda i fiori che stanno in un grande vaso d'argento e trascolorano al riverbero del fuoco, sceglie una pallida rosa e la pone alla sua cintura. Io accendo una sigaretta, la decima forse dalle quattro e mezzo in poi; Ludovico reca il vassoio del t?: ci sediamo entrambi, aspirando il vaporoso aroma della bevanda profumata.

-- Dunque, -- riprendo con indifferenza, -- avete letto molto a lungo? E certo un libro attraentissimo, un libro strano, perch? voi amate soltanto le cose strane...

-- Non sempre, qualche volta, anche le tristi.

-- Allora, oggi, un libro triste?

-- Vi piace Loti?

-- Molto; perch? ne' suoi libri mi rassomiglia un poco; sente cio? tutte le cose con un'anima che non ? sua, ma che gli appartiene e che sa far comprendere come se fosse la sua.

-- E questa seconda anima cosa sarebbe, in voi ed in lui?

-- Oh Dio, ? ben difficile a definirsi! Un misto d'ingegno e di fantasia, d'indifferenza e di sensibilit?, di superficiale e di profondo, di curioso e d'inutile.

-- ? vero; per Loti ? vero. Per voi, non so... perch? non vi conosco.

-- Ah?... ricominciate le indagini solite?

-- No, me ne guardo bene. Mi avete gi? data una risposta la quale vieta ogni ulteriore commento. Mi avete detto: <> Questa frase risolve tutto; non insisto pi?.

-- Ed ? forse meglio per entrambi. Vi ho detta la verit? fino al segno cui potevo giungere: non chiedetemi oltre. A me riesce pi? facile inventare una fiaba che risolvermi ad una confessione, perch? non amo intrusi nella mia vita intima ed inoltre ho pi? fantasia che memoria... Perdonatemi, la colpa non ? mia!

Tutto questo ella diceva con indefinibile grazia, in una lingua straniera che usava con familiarit?, sebbene vi risuonasse talvolta l'accento nat?o, come in tutta la sua persona era segnato, puro e splendido, il tipo della sua terra ungherese.

-- Via, Germano, -- ella seguit? con maggiore dolcezza -- perch? tormentarci? Perch? mi lascerete partire con un triste ricordo?

-- Partire? -- l'interruppi vivamente. -- Ieri mi avevate quasi promesso che...

-- S?, ieri... Ma poi ho meglio riflettuto, e mi sono persuasa che devo partire.

-- Non comprendo questa necessit?. Voi siete libera, credo.

-- Appunto perch? lo sono, e vorrei rimanerlo sempre, -- rispose, con una leggera ombra nel viso.

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