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Read Ebook: Dizionario storico-critico degli scrittori di musica e de' più celebri artisti vol. 4 Di tutte le nazioni sì antiche che moderne by Bertini Giuseppe

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Ebook has 84 lines and 70348 words, and 2 pages

DIZIONARIO DEGLI SCRITTORI DI MUSICA

S. -- Z.

DIZIONARIO

DEGLI SCRITTORI DI MUSICA

E DE' PI? CELEBRI ARTISTI

S? ANTICHE CHE MODERNE

MAESTRO DELLA REGIA IMPERIAL CAPPELLA PALATINA

QUARTO ED ULTIMO TOMO

PALERMO DALLA TIPOGRAFIA REALE DI GUERRA. 1815.

SARTI, fratello del precedente, e per quanto ho inteso dire, fu dapprima gesuita. Venne quindi a stabilirsi in Pietroburgo, e divenne membro di quell'accademia delle scienze. Negli atti della medesima trovansi dei sperimenti, e delle osservazioni di Sarti sull'acustica, comunicate all'accademia li 19 ottobre 1796 .

SENOCRITO, di Locri nella Magna Grecia, nato cieco, fu poeta e musico eccellente, di cui favella Eraclide . Fioriva egli otto secoli innanzi l'era cristiana. .

SENOFANE, di Colofone nella Jonia, poeta musico, e fondatore della scuola filosofica d'Elea, esiliato dalla sua patria, venne a stabilirsi in Sicilia, dove per sostenere la sua famiglia, non ebbe altro mezzo che la musica. Egli andava cantando e suonando per le piazze le sue poesie, come facevano i primi filosofi. Visse sei secoli prima di G. C. .

SIGISMONDO , gentiluomo napoletano, ed allievo favorito del gran Jommelli, possedeva una collezione compita delle opere di questo maestro, e proponevasi di scrivere la sua vita, non che quella de' compositori napoletani ma ne lo impedirono forse le turbolenze politiche di Napoli del 1799. Il nostro sovrano Ferdinando lo aveva costituito Bibliotecario del Conservatorio della Piet? nel 1791, a cui somministr? il Sigismondo delle rare e preziosissime carte, dice il Mattei, e per suo mezzo si ? intrapresa la formazione di una Biblioteca musica con buoni auspicj. .

SIMONIDE, poeta musico, e filosofo nacque nell'Isola di Ceo. Egli merit? la stima dei sovrani, dei saggi, e dei grand'uomini del suo tempo. "Questo cel. musico, vedendo il pericolo che correva l'antico canto stromentale con le tragedie da recitarsi dalla parte superiore della Cart?a, ove soggiornava in Atene, mand? un pubblico invito a tutta la greca giovent? per l'apertura d'una nuova scuola di musica, innalzata all'usanza de' loro maggiori; promettendo egli d'insegnare coll'armonia la morale, la storia e la religione. Ateneo allude a questa scuola, raccontandoci che Simonide per venire in citt? aveva un asinetto, a cui doveva alla giornata pagare la biada lo scolaro pi? trascurato e negligente nell'imparare la sua lezione." . Nessuno meglio di lui conobbe l'arte sublime d'interessare, e d'intenerire, e riusc? principalmente nell'elegie e nei canti lamentevoli. Jerone re di Siracusa il volle nella sua corte, e ci? che assicura a Simonide una gloria immortale, si ? di aver date utili lezioni a questo monarca, e felicitato la Sicilia, ritirando Jerone dai suoi traviamenti, e obbligandolo a vivere in pace co' suoi confinanti, co' suoi sudditi, e con se stesso; cosicch? sebbene cominciato avesse ad essere il tiranno di Siracusa, fin? coll'esserne il padre . Bacchilide fu suo scolare in Sicilia nella poesia, e nella musica, e vi si fece molto onore. Plinio attribuisce a Simonide l'invenzione dell'ottava corda nella lira. Mor? egli a Siracusa in et? di 90 anni l'anno 468 prima di G. C.

SQUARCIALUPI da Firenze, fioriva nel sec. 15. Egli per maggiormente promuovere gli avanzamenti di quest'arte, dava come professore de' pubblici corsi di musica. Gerardo Vossio dice ch'egli era in tale riputazione, che gli amatori di musica occorrevano da tutte parti in Firenze per conoscerlo, e sentire i suoni armoniosi, ch'egli ritrar sapeva da' suoi stromenti. Il magistrato della citt? fecegli innalzare una statua presso la porta della cattedrale. Dicesi ancora di avere scritto un libro sulla musica.

STAINER , cel. costruttore di violini di una piccola citt? del Tirolo, sulla fine del secolo 17 era allievo di Amati. Non fu se non dopo la sua morte, che si cominci? a conoscere il valore de' suoi stromenti, e tanto pi? vengono oggid? apprezzati quanto pi? di raro se ne incontrano de' veri e de' ben mantenuti. E cos? pur si pu? dire, che talvolta allo Stainer, o all'Amati ? uscita di mano una zucca, mentre qualche oscurissimo guastamestieri urta a caso nell'ottimo: , cosich? non si deve dal nome del facitore misurar sempre il pregio dello stromento, ma s? dall'intrinseca sua perfezione.

STRADELLA , famoso cantante e compositore Veneziano sulla met? del sec. 17. La di lui vita offre una sensibile prova della possanza della musica, ed insieme un terribile esempio dell'eccesso della vendetta. Com'egli frequentava le pi? distinte case di Venezia, gli amatori di musica facevano a gara per aver da lui lezione. Tra' suoi allievi eravi una giovane signora, chiamata Ortensia, di un'antica famiglia di Roma, che teneva un amoroso intrigo con un signor veneziano. Stradella ne fu innamorato, e non stent? molto a farsi da lei preferire al suo rivale; la rap?, e seco menolla in Roma facendosi credere di gi? maritati. Il Signor veneziano, montato in furore per quel ratto, fece appostar due assassini sulle loro tracce: costoro, dopo averli inutilmente cercati in alcune citt? d'Italia, scopersero finalmente il luogo del loro ricetto, e giunsero in Roma una sera, che Stradella dava un oratorio in S. Giovanni di Laterano. Questi scellerati, risoluti a compire il loro delitto al sortire ch'ei farebbe dalla chiesa, entrarono per sentire la musica, o sibbene per vegliare sulla loro vittima, e non far che sfuggisse loro. Ma questo lo salv?. Al sentire appena la voce incantatrice di Stradella furon eglino presi di compassione e di rimorsi; rimprocciaronsi a vicenda il loro orribile disegno, ed altra brama e voglia non ebbero che di salvar quello, di cui un istante avanti avevan giurata la morte. Lo aspettarono dinanzi alla porta della chiesa, e vedendolo uscire insieme con Ortensia, gli si accostarono con pulitezza e con garbo, lo ringraziarono del piacere che aveva lor cagionato, e gli confessarono dover egli la sua salvezza all'impressione, che su di loro fatto aveva la sua voce: gli spiegarono dappoi il motivo del loro viaggio, e conchiusero consigliandogli di lasciare al pi? presto Roma, affinch? potessero far credere a quegli, che gli aveva spediti, di esser giunti assai tardi. Stradella ubbid? loro, e portossi con la donna a Torino, mentre quelle due persone di ritorno a Venezia scusaronsi della maniera che di gi? si ? detta. Ma un tal successo non fece che accrescer rabbia al furibondo veneziano; alla sua vendetta fece compagno il padre stesso di Ortensia, dandogli a sentire, che lavar ei non potrebbe la sua ignominia se non col sangue della figlia, e del di lei rapitore; e lo snaturato vecchio messosi alla testa de' due assassini prese il cammino della Savoja; dopocch? f? darsi delle commendatizie per l'ambasciadore di Francia, allora il marchese di Villars. Frattanto la duchessa reggente di Savoja, informata dell'arrivo de' due amanti, e del motivo della loro partenza da Roma, pens? sottrarli alla vendetta del veneziano. Mise Ortensia in un convento, e di? a Stradella il titolo di primo suo musico, con alloggio nel suo stesso palazzo. Tali precauzioni parvero bastevoli alla sicurezza di ambidue, ed essendo scorsi tranquillamente gi? alcuni mesi, Stradella credeva non aver nulla a temere, allorquando una sera trovandosi a diporto sui baloardi della citt?, venne assalito dai tre sicarj, che gli diedero un colpo di pugnale al petto; e lasciandolo per morto in sul luogo, andarono prestamente a ricoverarsi nel palazzo dell'ambasciadore di Francia. Eran costoro il padre di Ortensia, e i suoi due satelliti, che il ministro francese, il quale n? voleva difenderli dopo un s? atroce delitto, n? abbandonarli alla giustizia dopo avergli dato asilo, fece secretamente fuggire alquanto dopo. Fra questo mentre Stradella guar? della ferita, che non era mortale, e 'l Veneziano vide una seconda volta andar in fumo i progetti di sua vendetta, ma non perci? abbandonolli. Stabil? soltanto a differirne d'or innanzi l'esecuzione per renderla pi? sicura, e contentossi di far spiare il suo nemico da' suoi emissarj. Pass? cos? un anno senza tentare nuova impresa, ed era da presumere che i persecutori eran gi? stanchi dell'inutilit? de' loro sforzi. La duchessa regente di Savoja pens? esser giunto il tempo di render sicura la felicit? de' due amanti, e legittima la loro unione. Stradella ed Ortensia contrassero alla fine il lor matrimonio, e si credettero al termine delle loro sciagure. Ma una trista sperienza avrebbe dovuto far loro aprir gli occhi, e diffidare d'una calma apparente; la troppa sicurezza fu infatti la loro rovina. La curiosit? di andare a vedere il porto di Genova fece abbandonar loro Torino. Il veneziano ne fu avvisato, e l'indomani del loro arrivo in Genova, entrarono i sicarj nella loro stanza, e gli assassinarono ambidue. L'epoca di questa fatale avventura ? dell'anno in circa 1670. Stradella oltre all'essere un cantante di prima sfera, era altres? sommamente virtuoso sull'arpa e 'l violino, e gran compositore insieme. Il dottor Avison afferma ch'egli fu de' primi ad introdurre il recitativo nelle arie.

TEOFRASTO di Pieria, cel. musico dell'antica Grecia fior? cinque secoli innanzi G. C. Nicomaco afferma ch'egli aggiunse la nona corda alla lira di Mercurio verso la parte grave .

TOLEMAIDE di Cirene, donna seguace della filosofia di Pitagora, secondo l'uso di questa scuola coltiv? anche la musica. Porfirio ne' Comenti sugli armonici di Tolomeo, cita alcuni di lei scritti sulla musica .

VANDERMONDE , nato in Parigi nel 1735, e quivi morto nel primo di gennaro 1796, era gran geometra e fisico, e non per tanto falso spirito. Nel 1780 espose in una sessione pubblica dell'accademia delle scienze, di cui era membro, un nuovo sistema di armonia. Egli riferisce le maniere di procedere adottate sino a lui a due regole principali, una sulla successione degli accordi, l'altra sulla disposizione delle parti; queste due leggi generali, secondo lui, dipendono da una legge pi? sublime, che regolar deve tutta l'armonia. L'autore temendo che si potesse trar profitto dalla sua scoverta, invilupp? il suo sistema di tanta oscurit?, che fin? col non comprendervi niente egli stesso.

VANHAL , boemo, dimorante in Vienna, ove viveva da semplice particolare del prodotto della vendita di sue composizioni, che sono state impresse per la pi? parte a Amsterdam, a Berlino, e a Parigi. Queste consistono in sonate di cembalo, in divertimenti e rond? con variazioni, in sinfonie, in concerti, ed anche in musica vocale, e tutte stimatissime. Le sue prime sinfonie comparvero nel pubblico nel 1767, e furono generalmente ricercate. Vi si ammirava la vivacit? dell'espressione, e la leggiadria del canto. Si pretendeva a quest'epoca ch'egli fosse soggetto ad attacchi di follia: Burney, che il vide in Vienna nel 1772, par che confermi tal voce, nel dire che lo trov? guarito di siffatta malattia. Vanhal miglior? notabilmente la sua fortuna con un vantaggioso matrimonio; e sarebbe divenuto ricchissimo, se non portava tanto avanti la prodigalit? verso i suoi confratelli. Gli ? assai volte accaduto di torsi l'abito dalla persona per vestirne un musico bisognoso.

VENTO , maestro napoletano, dopo aver fatti i suoi studj, e la sua riputazione in Italia, fu chiamato in Inghilterra, ove soggiorn? gli ultimi sette anni di sua vita, che termin? quivi l'anno 1778. Le sue opere per teatro sono poco conosciute oggi giorno, comecch? avessero ottenuto del successo a' suoi tempi: egli aveva messo anche in musica quasi tutte le canzoni anacreontiche del Metastasio, in uno stile facile e naturale. Le sue sonate per cembalo, pria che si avesse preso gusto in Italia per quelle de' tedeschi, vi ebbero gran voga.

VINCI , celebre pittore nato di buona famiglia nel castello di Vinci presso Firenze, era uno di quei genj felici, a cui nulla costa l'acquisto di quelle cognizioni, che i mezzani ingegni apprender non possono senza una lunga ed ostinata fatica. Le scienze e le arti eran familiari a questo grand'uomo, aveva inventata una specie di lira, che divinamente suonava, ed egli fu dapprima in qualit? di musico e di virtuoso sul violino al servigio di Lud. Sforza duca di Milano, con un assegnamento di 500 scudi. Teneva alla sua lira un manico di argento che terminava con una testa di cavallo, ed egli cantava alle volte accompagnandosi con quest'instromento. Dopo aver dipinto in Roma, in Firenze, ed in Milano venne in Francia, ma mor? poco dopo a Fontainebleu nel 1520 in et? di 75 anni fra le braccia del re, Francesco I, che erasi portato a visitarlo nella sua malattia.

VITTORIA , spagnuolo nativo di Avila rivale e contemporaneo del cel. Palestrina, contribu? com'egli colle sue opere alla perfezione della musica di chiesa, e alla gloria del canto italiano. I suoi libri di teoria musicale furono stampati in Roma l'anno 1585, e assai pregiati a' suoi tempi. .

VOSS proffer? un discorso in onore del cel. Haydn a Berlino, li 9 Settembre 1809 nel salone detto Royal-Yorck, ove eransi radunati in gran numero i musici, e gli amatori. Vi si eseguirono quindi molte composizioni dell'Haydn, fra le quali, la sua cantata d'Arianna a Nasso, a cui M. Schneider si era permesso di aggiungere gli accompagnamenti di tutta l'orchestra, non essendo stata scritta dall'Haydn che per il solo piano-forte.

WERNER , primo maestro direttore della scelta numerosa orchestra del principe Ant. Esterhazy verso il 1758, fu in quel posto il predecessore dell'Haydn, e secondo il Carpani, uomo di molto merito. Vi sono di lui alcune cantate a 4 ed a 5 voci con due violini, e basso, ed alcune sinfonie.

WINTER , cel. compositore tedesco de' nostri giorni, nato nel 1758, non ha faticato solamente pel teatro di sua nazione, ma ha arricchito altres? di molte altre opere il teatro italiano, comecch? dovizioso abbastanza per le produzioni de' Sarti, de' Jommelli, de' Cimarosa, de' Guglielmi, de' Mayer, de' Paer. Egli ha scritto pi? drammi italiani e serii e comici eseguiti con gran successo su' teatri di Venezia, di Napoli, di Vienna, di Parigi e di Londra. Questo compositore ? energico, ricco, abbondante, drammatico, e sempre locale nella sua musica, e ne' suoi motivi.

SUPPLEMENTI E CORREZIONI AL DIZIONARIO

ALGHISI , da Brescia, compositore rinomatissimo e maestro di cappella di quella cattedrale soggiorn? per alcun tempo in Venezia, ove scrisse due opere per quel teatro, che piacquero al segno di essere replicate l'anno di appresso, distinzione molto rara in Italia. Tornato in Brescia diessi tutto alla piet? e al ritiro, e quivi termin? con grande edificazione i suoi giorni nel 1733. .

AMATO , di cui si ? parlato nel tom. 1, p. 28: era prete e dottore in teologia. A' suoi funerali nella chiesa di S. Ninfa de' padri crociferi di Palermo, in dimostrazione della stima, che si aveva del di lui merito, assister vollero non che tutt'i musici della citt?, ma il clero ancora ed il capitolo della cattedrale, di cui era maestro di cappella. Egli sorpassava appena i 40 anni di sua et?.

ANDRIOLI di Torino, egregio suonatore di contrabbasso al servigio della R. Cappella del re di Sardegna, e non meno commendevole sull'arpa, per la pienezza e sonorit? della sua corda, e per l'agilit? con cui maneggia il contrabbasso: vien oggid? riputato pel pi? bravo virtuoso su questo strumento.

BABBI , nato a Cesena nel 1748 studi? il violino sotto Paolo Alberghi scolare di Tartini, e nel 1780, entr? al servigio dell'Elettor di Sassonia a Dresda come maestro di concerto. Eranvi in quella corte i primi virtuosi di Europa: Naumann, Schuster, e Seydelmann erano i direttori della musica. Babbi ha composto dei concerti per violino, sinfonie per chiesa e per camera, quartetti e duo per flauto, e una cantata per cembalo, Dresda 1789.

BERNARD, musico tedesco viveva in Venezia nel 1470. A lui deesi l'invenzion de' pedali negli organi. .

BIANTE di Priene, uno dei Saggi della Grecia fior? sei secoli innanzi G. C. Dopo essersi istruito in ogni genere di scienza, e dopo avere imparata con eccellenza la musica, prese a cantar con la lira in diverse occasioni i mezzi di render felice la patria, e di preservare da' mali la poco accorta giovent?. I sentenziosi detti sparsi ne' canti di questo valentuomo si celebrarono tanto da' Greci, che dell'et? sua si videro scolpiti nel tempio di Apollo, quali sentenze del Dio della musica. La Grecia dichiarollo per uno de' suoi Savj

BLANGINI , sorella del bravo maestro Giuseppe Blangini , nacque in Torino nel 1780. Ebbe dapprima lezioni di violino dal col. Pugnani, e poscia da Puppo, e da Boucher. Il Sig. Barni da Como l'ha diretta nello studio della composizione. Essa ha suonati de' concerti di violino nelle pubbliche accademie a Torino, a Milano, a Vienna e a Parigi: una sola delle sue opere si ? pubblicata sinora, cio? un trio per due violini e violoncello. Ella ? attualmente nella corte di Baviera in qualit? di maestra di canto della principessa.

BURA , da Savigliano in Piemonte, attualmente uno de' primi suonatori di violino, fu scolare del Pugnani.

ESER , nata tedesca, ? oggid? in Italia una delle pi? rinomate cantanti per la sua bellissima voce, non che per la profondit? del suo sapere nella musica. Ella ha cantato in Milano, in Vienna, in Napoli e a Roma, d'onde non le si ? permesso mai pi? di partire, non solo per la magia della sua voce, e la superiorit? del suo canto, ma sibbene per una decente e virtuosa condotta, che fa l'ammirazion de' Romani. Spos? ella quivi un de' primi e de' pi? ricchi avvocati, il quale essendosi dovuto portare in Vienna a difendere in quel Parlamento una causa rimarchevole di un Principe romano, condusse seco la moglie per servirgli d'interprete nella sua aringa. Attualmente dimora ella in Roma, e non sorpassa gli anni ventisette di sua et?.

FANTASTICI , celeberrima improvvisatrice di Firenze. La sua casa ? frequentata da' pi? ragguardevoli Signori forestieri che visitano la Toscana, e dai pi? colti ingegni del paese per godere delle belle accademie di musica e di canto estemporaneo ch'ella d? frequentemente per suo divertimento e per quello de' suoi amici. L'accademia degli Arcadi in Roma si ? fatto un pregio di annoverarla fra' suoi membri. La di lei figlia maggiore maritata a Trieste improvvisa e canta anch'essa con molta eleganza, e un'altra pi? piccola, che pu? avere al pi? 15 o 16 anni fa ammirarsi per gli stessi talenti. .

FENZI da Torino, virtuoso distinto sul violoncello, vien creduto oggigiorno da tutti gli intendenti il pi? bravo professore s? per la bellezza de' suoni, che per l'esecuzione della pi? gran difficolt?. Nel 1807 fecesi egli sentire a Parigi ne' pubblici concerti, e vi ottenne il pi? brillante successo: il suo nome ? celebre ancora in Germania, e in Italia. Il di lui minor fratello, tuttocch? abilissimo sullo stesso strumento, non giunge tuttavolta alla stessa di lui celebrit?.

FERREIN , nelle Memorie dell'Accademia delle scienze di Parigi 1741, e 1745 vi sono di lui alcune osservazioni fisiche sulla voce dell'uomo nel canto, che sembrano contradir quelle di M. Dodart. .

GARSIA , nativo Spagnuolo, uno de' pi? celebri cantanti di Tenore e compositore sensatissimo, ha scritto la musica di pi? drammi per i teatri di Napoli, e cant? per pi? anni nel teatro privato della corte di Francia con incredibil successo. La dolcezza e la grazia, con cui sa modular la sua voce, rapisce i cuori; la sua musica fa sentirsi con tale trasporto, che non vi ha teatro in Europa dove non si sia ricercata ed eseguita sempre con felicissimo incontro. Oggid? trovasi egli stabilito in Napoli in servigio della R. Cappella. Non sorpassa gli anni trenta di sua et?. La sua passione per il vino gli ha cagionato de' disgusti: dicesi ch'egli attualmente si occupa a far de' negozj di quadri de' migliori artisti.

GERBINI da Torino, abilissima suonatrice di violino, fu per alcun tempo virtuosa di camera nella corte di Baviera, e quindi in quella di Francia. Avendo percorso la Moscovia, la Germania, la Francia e l'Italia, la sua delicata maniera, la sua agilit?, il suo bello stile nell'eseguire sul violino ritrasse non che ammirazione ed universale applauso, ma doni considerevoli ancora da pi? Sovrani e Signori, sicch? divenne agiatissima, e posseditrice d'immense ricchezze. Non oltrepassa ella i 40 anni di sua et?, e non ha abbandonato ancora il suo strumento.

GRIMALDI , fratelli nati in Messina da onesta famiglia nell'ultima met? del diciassettesimo secolo, ed i pi? celebri costruttori di cembali a que' tempi in Europa. Di Carlo si sa, ch'egli viaggi? in Italia, in Francia, in Inghilterra, e che lasci? in que' paesi de' monumenti illustri della sua arte. Somma esattezza nelle misure, una singolar nettezza ed insieme un'aggradevele pienezza ne' suoni, una squisitezza di lavoro e solidit? di costruzione formavano il singolar pregio de' cembali di questi due virtuosi fratelli, che vengono ricercati tuttora specialmente dagli esteri. Nell'ultimo tasto de' loro strumenti vedesi scritto il loro nome, e l'anno della costruzione. Eglino sopravvissero a' primi anni dello scorso secolo. Il cembalo ? oggigiorno cos? in abbandono che uno di quelli costruiti da Grimaldi, che trent'anni prima compravasi per 300 e pi? ducati, a stento ha oggid? il prezzo di trenta scudi.

GRIMALDI , figlio del precedente, nato in Palermo nel 1768, pu? dirsi con verit? l'allievo favorito della natura, che a man piena vers? su di lui tutti i talenti, che si richieggono per riuscire eccellente in quest'arte. Egli dee il suo singolar valore sul violino alla felicit? del suo genio, piucch? all'assiduit? dello studio: pi? al naturale suo istinto, anzicch? agli insegnamenti del maestro. La vivacit? del suo temperamento non soffriva ne' suoi giovani anni il giogo d'uno studio segu?to, metodico, e la superiorit? del suo talento il dispens? dal calcare il battuto sentiero. Ragazzo di nove in dieci anni, dopo di avere avute alcune poche lezioni dal Signor Pietro Morici, buon professore di que' tempi, cominci? tosto a suonar sull'orchestre con tale franchezza di esecuzione, con tale esattezza d'intonazione e di tempo, che destava maraviglia non che alla comune degli uditori, ma sino ai pi? bravi professori. Nel monastero di S. Martino de' PP. Cassinesi, per divertire nel carnovale i giovani in quella trista solitudine, permettevasi l'esecuzione di alcuni drammi in musica del Metastasio in un teatrino di burattini, eseguita da una scelta, bench? poco numerosa, orchestra. Quivi fu chiamato a far da primo violino il Grimaldi di cos? piccola et?, che faceva mestieri porre uno sgabello ben alto sotto alla sua sedia, perch? giunger potesse a veder la sua parte: ma egli eseguiva e dirigeva anche gli altri nella esecuzione della delicata, difficile, e allora nuova musica del famoso Schuster con tal maestria e destrezza, che di? ben a divedere quel che sarebbe un d? divenuto con pi? maturit? di anni, e di studio. Una distinta articolazione di note, una chiara e piacevole robustezza di voce, cosich? il suo violino fra cento altri agevolmente distinguasi: esattezza e verit? di suono, somma agilit? e franchezza nell'esecuzione; gusto, e quel che pi? vale, giudizio negli abbellimenti, ecco il distintivo carattere della maniera di questo bravo suonatore, ch'egli da se solo si ? formata, senza che appresa l'avesse da alcuna scuola particolare. Egli conosce a fondo tutt'il difficile e 'l bello del suo instrumento; e sa farne uso quando gli abbisogna: non ha chi l'uguagli nella celerit?, nell'espressione, e nella perfetta intonazione de' suoni pi? acuti. Il gran Lolli, venuto essendo in Palermo, non isdegn? di farne l'elogio. Finalmente egli ha formato e perfezionato il suo gusto sulle inarrivabili composizioni di Haydn, di Pleyel, di Mozart, di Beethoven, ch'egli ha eseguite a primo colpo d'occhio perfettamente sin dalla prima volta che giunsero sino a noi. A tanta abilit? e valore nell'arte sua unisce egli quella modestia, e quel basso sentimento di se stesso, che distinguono dalla comune l'uomo di genio, e d'uno spirito e d'un cuore ben fatto. Vi sono di lui alcuni concerti di violino, e notturne con accompagnamento di piena orchestra sul gusto de' moderni tedeschi.

HELTA , palermitano, fu maestro della real cappella palatina su i principj del sec. 17, per la quale compose la musica di molti salmi ed inni di vespro a 4 e 8 voci con il basso continuo per l'organo, che pubblic? per le stampe del Veneziani in Palermo 1636, in 4?. .

MATTUCCI , nativo dell'Abruzzo, famosissimo cantante di soprano, dopo aver fatta la prima figura sui principali teatri di Europa, or gi? vecchio fa sua dimora in Messina. La fortuna non avendolo molto favorito nella negoziatura, che aveva intrapresa dacch? erasi ritirato dal teatro, vive oggid? pressocch? nel disagio. Era egli inoltre molto portato per il bel sesso, ma vecchiezza smorza tutt'i fuochi.

MOLINO , nato in Torino sulla fine dello scorso secolo, fu allievo del Pugnani e suo successore come primo violino del teatro reale e direttor della musica di S. M. Sarda. La forza, l'espressione ed il sentimento con cui maneggia il suo stromento, l'eleganza, il gusto ed il bello stile delle sue composizioni lo han fatto giudicar da taluni come superiore allo stesso Pugnani. Nel 1809 egli ha fatto imprimere un suo concerto per l'arpa con accompagnamento di due violini, viola e basso, due corni e due clarinetti, dedicato a Mad. Louisa Pascal distinta suonatrice di arpa. Questo concerto ? d'una composizione dotta e graziosa, e molto adattata a dar risalto a quell'instromento. Vi sono altres? impresse a Parigi presso Pollet molte di lui canzonette italiane.

MONTALBANI , minor conventuale da Bologna, nel 1651 era maestro di cappella in Palermo, ove stamp? mottetti ad una ed in sino ad otto voci, dedicati ai Senator Bargellini suo parente. Pi? alcune sinfonie di violini impresse in Palermo nel 1629. Egli mor? finalmente maestro di cappella del suo convento di S. Francesco di Bologna .

NOZARI da Bergamo, allievo del suo concittadino David rinomatissimo cantante di tenore d'oggigiorno. Bench? non fosse molto bella la sua voce, con l'arte e la profondit? del suo sapere ha egli cos? ben saputo correggere i difetti della natura, che tutti i teatri fanno a gara per averlo. Il suo canto alletta ed istruisce. Trovasi egli attualmente nel R. teatro di Napoli.

PERNE , nato a Parigi nel 1772, allievo dell'abb. d'Haudimont, e professore di armonia, unisce ad una profonda cognizione della teoria della musica quella di pi? lingue s? antiche che moderne, ed ? presso a dare alla luce alcune opere interessantissime alla letteratura musicale. Hanno elleno per principale oggetto di ristabilire un certo nesso in tutte le parti dell'istoria della musica, e di rischiarar quella de' tempi di mezzo. A tal fine ha posto gi? in partitura una raccolta di composizioni di Guglielmo de Machault , di alcuni altri musici de' secoli 13, e 14, ch'egli spera far risalire sino a Guido di Arezzo. Questo dotto artista ? membro attualmente della R. Accademia di musica, ed ha composto molta musica per chiesa, fra la quale distinguesi una messa a grande orchestra, eseguita in S. Gervasio, e la prima che si fosse intesa dopo le turbolenze della rivoluzione.

REGA , napoletana, moglie del rinomato incisor di camei Filippo Rega, ? la pi? abile suonatrice di Arpa che siavi in Napoli, e una delle virtuose di quella Real Accademia. Eseguisce con precisione ed esattezza qualsivoglia concerto o composizione che gli si presenti. Il suo nome ? conosciutissimo in Europa, cosich? i forestieri si fanno un pregio di conoscerla, ed ammirarla, e ne prendon nota ne' loro giornali di viaggi.

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