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Read Ebook: In faccia al destino by Albertazzi Adolfo

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Ebook has 3243 lines and 92657 words, and 65 pages

Ma tosto io non le badai pi? affatto. Mentre proseguiva a discorrere, io, non so perch?, o perch? talora ella acuisse la voce al tono fanciullesco e da ci? fossi condotto a ripensarla ragazzetta, o perch? in quell'ora i suoi occhi avessero una luce pi? viva, o perch? la tinta rossa del tramonto mi rappresentasse, d'improvviso, un altro simile tramonto; non so perch? e come, io ebbi l'istantaneo presentimento d'un risveglio in me nel rinnovarsi d'un ricordo. La memoria, repentinamente e spontaneamente ridesta, mi ridiede in quello stato mortale una fugace coscienza di vita.

Non rammentavo un fatto che importasse, allora, alla mia esistenza; era anzi un fatto minimo che rivedevo e nel quale mi rivedevo con precisione e reintegrazione di circostanze, di azioni, di aspetti, di suoni. Con ogni senso percepii il ricordo.

E anche oggi lo riprendo e ripeto senza sforzo alcuno; in evidenza, per me, tragica, sebbene agli altri possa parere una futile rimembranza.

Un giorno d'autunno salivo al poggio dove una volta i frati del vicino convento riposavano dagli ozi della preghiera svagando l'occhio nel paesaggio intorno, ascoltando capinere e rosignoli, odorando effluvii di menta e di ginepro, bevendo aria vitale e dimenticando, paghi, che il paradiso ? per dopo la morte. Ma quel giorno, a vespero, il dominio della mia solitudine era stato invaso; e da chi mi dichiararono alcune voci pi? alte fra il chiasso che mi giunse a mezza costa. Erano i miei amici; ragazzi e ragazze. Che facevano lass?? Quale nobile impresa? Volli sorprenderli. M'inerpicai di traverso; mi celai a spiare tra una macchia.

Ma bravi! ma bene! Non ci mancava nessuno. Le signorine Marcella Moser e Anna Melvi diricciavano castagne a colpi di pietra e parlavano sommesse; di contro, Guido Learchi, gi? studente di medicina, zufolava interrompendosi per sgridare, quale direttore all'opera, e finiva di comporre un forno con mattoni e sassi. Gli servivano da manuali Ortensia Moser e Pieruccio Fulgosi, affaticati a raccogliere il combustibile.

-- L?!

-- Nella siepe!

-- Sotto al noce!

Furettavano dappertutto e per poco non mi scovavano.

Pieruccio pi? svelto di tutti ammucchiava foglie e fronde, che Ortensia recava a bracciate.

Guido protestava:

-- Legna grossa e secca! Con questa non si fan bracie!

-- Ecco! A te! prendi!

-- Che uomini! Un'ora per fare un po' di fuoco! -- gridava Ortensia.

E Learchi a bofonchiarla: -- Meh! meh! meh!

Poi egli diede uno scapaccione a Pieruccio ordinando:

-- Spicciati, tu! Altra legna! legna! dico legna!

Finch? annunci?: -- Pronti! -- e appicc? il fuoco. Un clamore d'applausi salut? le prime volute di fumo.

-- Forza! Siete in ordine?

-- S?, ma non le bracie!

Quand'ecco Pieruccio venne da lungi con grida pi? alte:

-- Legna grossa, signori! legna da carbone! -- Si traeva dietro una panca.

-- Da bruciare?

-- Sei matto?!

-- Bruciamola! Bruciamola!

-- Non si pu?! Non ? nostra! -- protestava Marcella.

-- ? rotta!

-- Bene! Va bene, questa!

-- Bruciamola!

-- No!

-- S?!

-- S?! Bruciamola!

Urtoni, strappi, scappellotti, strida.

E io piombai in mezzo alla mischia.

Allora! Dopo il breve silenzio della sorpresa:

-- Eh! Chi si vede! Ben arrivato! Buona sera! -- Sta bene? -- Ma si accomodi! -- Che cosa comanda? -- Uh, che faccia!

Sostenendo io, quantunque a fatica, il cipiglio di severit?, le tre signorine, raccolte insieme a braccetto per comune difesa, mi risero in faccia; mentre Guido ripeteva inchini e chiedeva:

-- In che possiamo servirla?

Quieto solo lui, Pieruccio, mi attaccava un riccio nella giacca, alle spalle.

-- Punto primo! -- urlai -- Qui si ? rubato!

-- Nossignore! -- S'inganna! -- Non ? vero!

-- Lasciatelo dire!

-- Si sono sbattuti i castagni!

-- ? falso! -- Calunnia! -- Calunnia! -- Lasciatelo cantare! Ha invidia! -- Si calmi....

-- Questi ricci sono stati staccati dalle piante! Ho visto! Si vede!

-- Uh!... Bugia! Li abbiamo raccolti in terra!

-- Tutti? -- interrogavo ora chi non mentiva mai: Ortensia.

-- In terra! erano in terra!

Ma Ortensia rispose:

-- Due soltanto....

-- E chi li ha tolti?

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