Read Ebook: La Patria lontana by Corradini Enrico
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Ebook has 1031 lines and 54500 words, and 21 pages
La Patria lontana
ROMANZO DI ENRICO CORRADINI
MILANO FRATELLI TREVES, EDITORI 1911
PROPRIET? LETTERARIA.
Copyright by Fratelli Treves, 1910.
Milano. -- Tip. Treves.
ALLA MEMORIA DI MIA MADRE.
LA PATRIA LONTANA
-- Voialtri, insomma, mirate a rovinare il commercio del vino italiano in Argentina?
-- Si capisce.
-- Lei ier sera mi diceva che ha fatto educare i suoi figliuoli in Italia e che non pu? stare senza ritornare in Italia per lo meno ogni due anni.
-- ? vero.
-- Ma ? altrettanto vero che, non ostante questo, Lei non pu? vantare la sua italianit? come faceva ier sera.
-- Perch??
-- Semplicemente perch? Lei ? un produttore di vino di Mendoza, vale a dire un nemico dell'importazione del vino italiano in Argentina. Lo ha detto e non potrebbe essere altrimenti.
-- Ma Lei dimentica che io, laggi?, do lavoro a molti italiani, e pi? allargo la mia; azienda o pi? potr? dar lavoro ai nostri connazionali.
-- Suoi, se mai, miei non pi?.
-- Oh!
Un grido di protesta si lev? dal circolo che si era formato intorno ai due che discutevano, e pi? voci domandarono:
-- Nessuno di noi dunque ? pi? italiano?
E il produttore di vino di Mendoza andava strillando sugli altri:
-- Io mi sento italiano, e come, e come, e come!
L'altro gli ribatteva:
-- Per il sentimento non lo nego, ma per il fatto no.
Il primo andava ripetendo:
-- E come, e come, e come!
E il secondo:
-- Per il fatto no!
E gli astanti, sette o otto commercianti del Brasile, dell'Uruguay e dell'Argentina, gi? emigrati d'Italia, facevano coro:
-- Siamo ancora italiani! Siamo ancora italiani!
Quand'ecco s'avanz? un signore il quale portava una lunga barba nera brizzolata e rivolgendosi a quegli de' due che negava all'altro il diritto d'italianit?, disse:
-- Scusi, Buondelmonti, se questo signore ? italiano per il sentimento, basta; il patriottismo non ? altro che sentimento.
Il Buondelmonti squadr? il signore della lunga barba, rimase un po' in silenzio, poi rispose:
-- No, caro professore, il patriottismo ? anche un fatto.
-- Un fatto, si capisce; tutto ? fatto, compreso i sentimenti.
-- Io dico un fatto di natura economica.
-- Per il passato s?, lo ammetto; ma ora che le relazioni fra i popoli si sono centuplicate, ora che non esistono pi? distanze, ora tanto pi? di prima uno pu? dire: -- La mia patria ? il mondo!
Il professor Axerio parlava con accento di degnazione, perch? teneva in gran conto se medesimo, mentre sul Buondelmonti seguiva l'opinione che di lui s'eran fatta in Italia, che fosse cio? un uomo d'intelligenza fuorviata. Il Buondelmonti lo squadr? ancora qualche momento senza aprir bocca, come faceva quando discutevano tra di loro, perch? in quei momenti di silenzio, prima di rispondergli, aveva bisogno d'insultarlo mentalmente dentro di s?, tanto lo disprezzava. Tutti e due, il Buondelmonti e il professor Axerio, in cuore si disprezzavano e detestavano l'un l'altro, perch? erano due prototipi d'uomini per intelligenza, per carattere, per cultura, per professione avversi: il professore era sicuro di dare allo scrittore continue lezioni di buon senso, lo scrittore aveva messo al professore il soprannome di pedante de' luoghi comuni; oppure lo chiamava con lo Shakespeare <
-- Professore, Lei vuol dire che ora ? pi? facile che per il passato di abbandonare la propria patria come hanno fatto questi signori, come potremmo far noi domani; ma la patria ? ora quello che era diecimil'anni fa.
-- Ma no, ma no!
-- Lei vuol lasciarmi parlare, vero?
Il professore agitava in alto le braccia come se volesse scuotersi di dosso i troppo grossi spropositi dello scrittore, quelli spropositi che in Italia ne screditavano l'intelligenza, quando una mano lo tocc? sulla spalla e una voce allegra gli disse:
-- Jacopo, lascia parlare il signor Buondelmonti.
Era la signora Giovanna Axerio, sua moglie, una giovane donna di media statura, con un volto lungo e magretto e i capelli leggiadramente pettinati alla greca e cinti d'un nastro di seta color granato. Alcuni de' commercianti s'eran distaccati dal circolo e trattisi in disparte s'interrogavano e si ragguagliavano tra loro intorno al professore Jacopo Axerio e a Piero Buondelmonti, che cosa fossero o non fossero in Italia. Un altro circolo di signore stava seduto poco discosto; alcune lavoravano e di tanto in tanto levavano gli occhi verso quelli che discutevano. La signora Giovanna Axerio era rimasta accanto al marito e fissava sul Buondelmonti due occhi ilari e intimiditi, con quella leggiadra espressione che ha il fanciullo quando finge timidit? per giuoco. Qualcuno le si accost?, s'inchin? profondamente e le baci? la mano; essa gli sorrise con gaia cordialit? e si dissero qualche parola. Il sopraggiunto era un signore alto, asciutto, aveva un aspetto della pi? raffinata compitezza e una punta di canzonatura fra ciglio e ciglio. La signora Axerio gli disse battendo insieme le palme gioiosamente:
-- Poltrone! Lei si alza ora?
-- Con vero rammarico, signora mia.
-- Qui si discute di patriottismo.
-- Quale fortuna per noi!
E cos? dicendo, il giovane signore serr? in circolo molte mani.
Il professor Axerio riprese prorompendo con enfasi:
-- La patria! Ma tutti si ? patriotti! Anche i socialisti son diventati patriotti! E Lei sa che io non sono socialista!
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