Read Ebook: La Patria lontana by Corradini Enrico
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Ebook has 1031 lines and 54500 words, and 21 pages
-- La patria! Ma tutti si ? patriotti! Anche i socialisti son diventati patriotti! E Lei sa che io non sono socialista!
-- So bene che Lei non ? socialista.
-- N? socialista, n? uomo del passato!
-- So bene che Lei ? un modello di borghese liberale.... democratico.... radicale....
-- Sicuro! E come tale accetto tutte le supreme conquiste del secolo decimonono, non ultima il principio di nazionalit?.
Il Buondelmonti sent? mille echi di frasi ricorrenti sulla bocca comune e il sangue collerico gli prese fuoco, ma guardando la moglie del suo avversario che continuava a fissarlo sempre pi? intimidita sul serio, il Buondelmonti si disse dentro di s? che bisognava portare la croce di quello sciocco pedante e rispose:
-- Io Le accennavo appunto quanto di pi? semplice, elementare, fondamentale sta sotto il principio di nazionalit?. ? la stessa prima premessa dell'economia, cio? che gli uomini sono spinti dall'istinto di procurarsi il massimo di piacere col minimo di lavoro. Diciamo piacere sotto forma di possesso, sotto forma di denaro. La patria, la nazione, come la chiamo io pi? volentieri, perch? ha un senso pi? pratico, pi? attivo, la nazione non ? se non il campo di concentramento di un certo numero di uomini i quali obbediscono a quell'istinto. La solidariet? nazionale ? per lo meno una solidariet? topografica, ? la solidariet? del campo di concentramento. Cio? la solidariet? del maggior benessere nel minore spazio; il che, il risparmio di spazio dico, ? poi risparmio di tempo e di lavoro. Io so bene che la nazione, che la patria ? anche un sentimento, cento immensi sentimenti, ma coloro che non li hanno, possono negarli! So bene che ? altri cento, mille immensi fatti, e potrei citarli tutti, ma sono messi in discussione, mentre non si pu? discutere il fatto elementare, fondamentale, non si pu? discutere! E perci? dicevo che questi signori praticamente, attivamente, si son posti fuori dell'italianit?: perch? non appartengono pi? al campo di concentramento italiano. Se mai, saranno ancora patriotti, quando si voglia dare a questa parola un senso pi? spiccato di sentimento, o meglio di sentimentalit?; ma non saranno pi? nostri connazionali nel senso pratico, attivo, di questa parola. Perch? potessero restare italiani, nazionalmente parlando, bisognerebbe che la terra sulla quale lavorano e s'arricchiscono, diventasse italiana. Quando non si voglia chiudere la nazione in un cul di sacco, il solo modo di essere nazionalisti, scusino, patriotti, ? di essere imperialisti.
I commercianti toccati di nuovo sul vivo non fiatarono, pensarono, e qualcuno disse: -- Parla bene --, cos? come avrebbe detto: -- Oggi fa caldo --, per il poco conto in cui simile gente ha tutte le cose, tranne il combinare affari. Le signore le quali sedevano poco discosto, continuavano a levare di tanto in tanto gli occhi dal lavoro verso il giovane eloquente e pi? verso la signora Axerio la quale ispirava invidia a molte per la leggiadria della sua bellezza e della sua eleganza. Soltanto una non moveva gli occhi, ma li teneva sempre fissi e aperti dinanzi a s?, e non moveva neppure la faccia, n? lavorava, ma teneva le mani distese sulle ginocchia, perch? era cieca. Il giovane signore guardava verso l'orizzonte avendo sulla faccia, dalle belle labbra carnose alle due rughe dritte sul naso fra ciglio e ciglio, un'aria tra il canzonatorio e il compunto, d'una compunzione che era come l'ipocrisia della sua ironia. Guardava come se irridesse l'orizzonte oppure pensasse ai suoi proprii guai, mentre un vento non forte gli moveva indosso le vesti ampie e leggiere. La discussione pareva finita, ma di nuovo l'Axerio spingendo avanti la barba con cipiglio aggressivo, proruppe:
-- Lei pu? dire quel che vuole, ma non potr? mai negare il progresso dell'umanit?.
-- Ancora l'eco! -- sfugg? questa volta dalla bocca di Piero Buondelmonti.
-- L'eco?
-- D'una frase....
-- Frase? Voialtri siete fuori del tempo moderno, appartenete al passato! La patria, come la vagheggiate voialtri, vuol guerre, conquiste, ma ora non ? pi? possibile, perch? va sempre pi? affermandosi la fratellanza dei popoli. Oggi la vita dell'uomo ? sacra. La bella e forte giovent?, oggi, non dev'essere macellata sui campi di battaglia; ? sacra al lavoro fecondo. Siete uomini del passato!
La voce dell'Axerio fischiava, la barba gli sbatteva sul petto convulsamente ed i suoi occhi schizzavano fuoco. Di contro a lui, fronte a fronte, il Buondelmonti disse:
-- Lei non s'accorge che queste sono frasi fatte, strafatte e disfatte. L'uomo del passato ? Lei.
-- Lei, Lei, Lei! Noi siamo uomini del nostro tempo e dell'avvenire! Del passato ? Lei!
-- Lei, professore.
I due avversarii, a voce bassa, senza gestire, si trattavano con le parole come con armi corte; l'un l'altro per un'opinione comune tentavano di strapparsi l'avvenire e di relegarsi tra le generazioni passate, come si sarebbero strappata la vita e si sarebbero messi sotterra per loro propria vendetta. Come se veramente la loro esistenza si estendesse per un tempo senza confine, cercavano di mutilarsi l'un l'altro, di uccidersi nel tempo, tanto l'individuo ? sempre pronto a confondersi con la specie. Per fortuna son? la campanella che chiamava a colazione, il Buondelmonti s'avvi? ripetendo dentro di s? nuovi insulti che l? per l? aveva ritrovati contro l'Axerio.
-- Pedanti dell'altrui ignoranza! Fogne dell'opinione pubblica!
La signora Axerio rivolse al Buondelmonti un'occhiata molto seria di rimprovero e si accompagn? col giovane signore il quale le disse:
-- Uomini di fede, signora mia!
-- Certo! -- rispose la signora con risentimento. -- Se Lei stesse un po' pi? in Italia, saprebbe che il signor Buondelmonti ha molto sofferto per le sue idee.
La rissa aperta era scoppiata altrove e fra altra gente poco prima. Le persone le quali avevano discusso e le altre le quali avevano assistito alla discussione, erano appena entrate nella sala da pranzo e s'erano sedute, quando un cameriere s'accost? al medico di bordo il quale insieme col comandante della nave stava alla stessa tavola a cui stavano il giovane signore, di nome Filippo Porr?na, il Buondelmonti e gli Axerio. Il cameriere essendosi accostato al medico gli parl? piano e il comandante vedendo il medico alzarsi in fretta ed essendosi accorto che si trattava di faccende di bordo, domand? che cosa fosse; il medico gli raccont? piano che era avvenuta una rissa fra gli emigranti, e che c'era uno ferito di coltello. Il professore Axerio non os? interrogare per discrezione, ma la sua faccia mostrandosi incuriosita, il comandante non sapendo rifiutar nulla ad uomo tanto celebre, gli accenn? l'accaduto. L'Axerio quando sent? parlare di feriti e di sangue, drizz? la barba, e gli brillarono gli occhi, perch? subodor? che ci potesse essere da far qualcosa per la sua scienza e la sua professione, e subito domand? al comandante se gli permetteva di andare a visitare il ferito, e il comandante gli rispose che non c'era angolo dell'<
Gli emigranti tumultuavano ancora; si erano spinti da prua fin verso il mezzo della nave e rimanevano ancora fra loro gli strascichi del tumulto che s'era suscitato alla vista della rissa e del ferimento. L'Axerio attravers? una confusione di gambe, di braccia e di stracci reggendosi a stento per il rull?o della nave sull'impiantito lubrico, ed avendo domandato dove fosse il ferito, subito si levarono intorno a lui due, quattro, dieci, venti voci nelle favelle pi? diverse, perch? anche fra gli emigranti si era saputo chi era quel signore della prima classe il quale aveva la lunga barba nera. Due, quattro, dieci, venti tra uomini e donne gli si affollarono intorno e tutti gridavano un particolare di ci? che avevano visto o sentito raccontare. Il professor Axerio cercava di farsi largo con un gesto degnevole, tenendo la fronte bassa e la barba sul petto come a difenderla dal contatto della sozzura, ma una donna con i capelli sciolti e gli occhi fuori dell'orbita gli si parava davanti e andava avanti urlando sul tumulto, simile a chi porta una bandiera in una rivolta. Il professore pot? giungere alla scala che dava gi? nelle cabine dell'infermeria, scese e trov? il ferito nelle mani del medico e dell'infermiere. Gli avevano messo a nudo il tronco e voltatolo sul fianco lo andavano lavando sotto l'ascella dove c'era un largo foro che ancora versava un po' di sangue. Il sudicio inveterato aveva fatto scoria sul corpo dell'uomo, e il bianco della pelle veniva fuori a stento rigandosi subito di sangue appena il medico interrompeva la lavatura. L'Axerio osservata un momento la ferita domand? con brama:
-- Non ci sar? mica bisogno d'operazione, dottore?
-- Potrebbe darsi -- rispose l'interrogato. -- La ferita ? larga e dev'esser profonda; ? fatta con un coltello da cucina.
-- Potrebbe esser leso un vaso interno importante.
-- Potrebbe.
-- In questo caso avremmo un'emorragia interna.
-- ? quel che sospetto. Veda: l'abbattimento aumenta.
-- Bisognerebbe allora tagliare per rintracciare il vaso....
-- Stiamo a vedere, anche perch? ora la nave si muove troppo.
-- Potremo operare a Dakar. A che latitudine possiamo essere stamani?
-- Lo sapremo a mezzogiorno. Ieri eravamo a 23 e 15.
-- Dakar ??
-- A 14 e 45.
-- Sicch? giungeremo?
-- Nella notte.
Il professor Axerio esamin? di nuovo la ferita, la brancic?, cerc? intorno battendo con le dita se c'era un principio di versamento interno, vi spinse dentro l'indice e fece ruggire e torcersi sulla spina dorsale l'uomo che era con la faccia voltato dall'altra parte. Dopo di che se n'and? aggiungendo:
-- Se mai, m'avverte, vero, dottore? Opererei volentieri.
Ripassando tra gli emigranti intravide il Buondelmonti in una ressa, si ricord? della discussione e per la prima volta sent? d'odiarlo; e perci? per non incrociare gli sguardi con lui alz? gli occhi verso il ponte della prima classe dove al parapetto che dominava il ponte basso degli emigranti a prua, scorse altri passeggieri che guardavano, fra i quali sua moglie e il Porr?na, perch? gi? il ferimento s'era risaputo da pi? d'uno. C'erano alcuni nella prima classe i quali sentivano o ostentavano di sentire nausea e ribrezzo per quel carnaio umano che attraversava l'oceano insieme con loro. Altri poi, la gran maggioranza che da mattina a sera si saziava di chiacchiere godendosi l'ozio della navigazione fra la sala da pranzo e il salotto per fumare, non se n'occupavano e non ne sapevano nulla. Ma altri invece sentivano compassione di quel migliaio di vite miserrime che respiravano vicino, e altri infine vi cercava il pittoresco, il non pi? visto, era attratto dallo stesso orrido e dallo stesso lurido; perch? nessuno aveva conosciuto in terra uno spettacolo di moltitudine come quello offerto agli occhi di chi riguardava dall'alto del ponte il rifiuto del mondo che formicolava gi? a prua. C'erano sull'<
-- Guardi, guardi! -- grid? a un tratto la signora Axerio a Filippo Porr?na.
Proprio sotto il parapetto una donna s'avvent? contro una ragazzetta e l'addent? a un braccio arrovesciandole addosso tutti i suoi capelli disfatti, e altre donne le quali sedevano intorno, glie la tirarono via a fatica di sotto ai denti e ai capelli. La signora Axerio e il Porr?na sporsero in gi? gli orecchi, e allora la donna scagliandosi in su con le braccia, col collo, col busto contro di loro, grid? in siciliano:
-- ? la creatura mia! ? la creatura mia!
I denti bianchi le luccicavano tra' crini neri. S'avvent? di nuovo, perch? la sua creatura era cattiva, ed essa voleva mangiarla a morsi. Il demonio della rissa continuava a infuriare in basso. Altrove altre madri allattavano i loro bambini. Il Porr?na ne accenn? una alla signora Axerio e rivolgendosi per ischerzo allo stesso lattante andava ripetendo:
-- Succhia, caruccio, vuota quel sacchetto di cenci, succhia tutta mamm?!
Il lattante infatti stava in braccio alla donna e pareva un morticino, perch? per l'avidit? di succhiare non dava segni di vita. Ma si vedeva un po' della mammella materna fuor della veste, sopra la testa del bambino che stava attaccato al capezzolo. La madre sedeva sopra una seggetta e si teneva il figlio sulle ginocchia; aveva sulla faccia e nella persona i segni della miseria e dello sfinimento e girava di tanto in tanto gli occhi vagamente, come se si sentisse davvero vuotar dentro da tanto tempo senza requie; e il figlio succhiava s? fermo alla mammella da parer proprio che avrebbe succhiato tutta la madre.
La signora Axerio vedendo tali cose si sentiva il cuore peso di tristezza e continuava a restare con le braccia appoggiate al parapetto e il viso chino. Finch? gi? presso al boccaporto di prua gli apparve Piero Buondelmonti tra alcuni emigranti i quali seduti per terra stavano ad ascoltarlo attentamente. Altri poco discosto giocavano a carte e altri dormivano sdraiati sull'impiantito con le braccia e le gambe negli abbandoni pi? scomposti, e donne e uomini erano mescolati insieme e fra quella confusione di membra abbattute apparivano qua e l? i resti del pasto di due ore prima, pane e legumi per terra, e apparivano da per tutto ragazzi e ragazzette pi? abbattuti degli adulti, attediati dalla navigazione e travagliati dal mal di mare. Gi? anche la memoria del ferimento pareva cancellata.
La signora Axerio senza distogliere gli occhi dal Buondelmonti disse al Porr?na:
-- Lei, signor Porr?na, non vede la madre che allatta, ma il bambino che succhia troppo avidamente. Lei, ecco, ? proprio l'opposto del signor Buondelmonti. Il signor Buondelmonti ha un gran cuore! E Lei punto. Lo guardi laggi? come parla a tutti e tutti gli parlano! Sono i suoi nuovi amici. Si fa raccontare la loro vita, i loro disegni per l'avvenire ignoto, d? loro dei consigli, vede in tutti, anche nell'ultima abiezione, una nobile forza da rialzare, da indirizzare a uno scopo. Io stessa so di loro, perch? lui me li mostra di quass?, da questo medesimo punto, tante volte, i suoi nuovi amici, mi racconta quello che essi gli hanno raccontato, me li fa amare. Guardi come accorrono a sentirlo! Parla davvero. Accorrono da tutte le parti! ? una turba!
-- E non Le ho gi? detto -- rispose il Porr?na -- che il signor Buondelmonti e il professor Axerio sono due uomini di fede? Tutti e due, l'uno in un modo e l'altro in un altro, hanno una robusta fede nei destini del genere umano.
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