Read Ebook: L'Illusione by De Roberto Federico
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Ebook has 2925 lines and 118666 words, and 59 pages
-- Dov'? il babbo? Perch? non ha desinato in casa?
-- Avea un invito...
-- Proprio oggi che arrivava il nonno!...
Ella scuoteva il capo, non bene persuasa; ma recitando le preghiere della sera, cacciandosi sotto le lenzuola, pensava ridendo alla festa che sarebbe cominciata con la presenza del nonno. Era molto tempo che se ne stava lontano, dall'ultima volta che avevano lasciato Milazzo; ma ella non rammentava bene questo. Le avrebbe fatte divertire, lui che giuocava con loro come un ragazzo, che le contentava in ogni cosa! La mamma era stata tanto di cattivo umore! e il babbo! Una volta, non sapeva dove, li aveva uditi che si bisticciavano; il babbo gridava, la mamma scoppiava in pianto: rammentava l'abbraccio fitto che le aveva dato, scorgendola.
Ma anche il domani, e gli altri giorni che restava a casa, il babbo non parlava con nessuno, sgridava terribilmente le persone di servizio, non rispondeva nemmeno alle carezze delle figliuole. La mamma non volle andare a passeggio, la domenica; diceva di sentirsi poco bene, ma non si metteva a letto. Inutilmente, mentre la carrozza aspettava sotto il portone, lei insisteva:
La mamma invece la pregava di non insistere, e esse andarono sole col nonno. Andarono alle Cascine, dove c'erano tante belle carrozze, tanti signori a cavallo; e lei, composta come una damina, col piccolo busto eretto, gli sguardi brillanti dal piacere, spiegava tratto tratto:
-- Guarda, nonno, quella l? ? la Treggiani; la conosci? Quell'altre due sono le sorelle Lorenzetti: una ? maritata col marchese Bicci e l'altra con Martinari... T?, guarda il babbo!..
-- La principessa Roskoff... Non mi piace punto com'? vestita, oggi!... Quella ? la Giacomelli, sai, la signora che ha i pi? bei brillanti di Firenze... ma io non li ho visti... La mamma non vuole andar mai a teatro!... Nonno, tu ci condurrai?... Di' la verit?: un passeggio come questo a Milazzo non lo sognano neppure!...
Ma come la sorellina tossicchiava un poco, il nonno di? l'ordine di tornare a casa; e l?, intanto che la svestivano, lei enumerava un'altra volta, per la mamma, tutte le carrozze che aveva incontrate, descriveva le pi? belle tolette, criticava le brutte.
-- Sai, c'era anche il babbo...
Per? non aggiunse altro, vedendo che la mamma chinava gli occhi. E quando il babbo rientr? anche lui, s'udirono delle voci aspre, si vedeva il nonno passare da una stanza ad un'altra, su tutte le furie -- e Stefana veniva ancora a portar vie le bambine.
-- Sono in collera, il babbo e il nonno... -- notava lei. -- E anche la mamma... Non dice niente, ma le d?nno dispiaceri... io me ne accorgo bene!...
Certi altri giorni, invece, pareva che tutti avessero fatto pace: il desinare era animato, il babbo discorreva, la mamma sorrideva un poco, le diceva di mettersi al piano. Lei cominciava a suonare qualcuno dei pezzi meglio studiati; ma, giunta ai passaggi complicati, s'impuntava, sbuffava, si dimenava sulla seggiola; intanto che Miss, con la sua voce pacata che era un'altra disperazione, ammoniva:
-- Faites attention, mademoiselle... recommencez, s'il vous plait.
Ella tornava da capo, ma ad un nuovo imbroglio si lasciava scivolare dallo sgabello, buttando indietro i suoi capelli.
-- Assez, maintenant!...
E cedeva il posto a Lauretta che eseguiva gli esercizii a puntino, senza sbagliare una nota, e si guadagnava tutti i baci e tutte le carezze.
-- Questo si chiama studiare!... Perch? non studii anche te come tua sorella?
Ancora tutta fremente per l'irritazione che le difficolt? incontrate le avevano messa, dalla sua poltrona dove se ne stava sdraiata sbattendo le gambe, ella esclamava, sorridendo sul punto di piangere:
-- Eh, studio anch'io... ma le dita non ci vanno!.. cosa posso farci?... Io vorrei saper suonare senza perder tanto tempo!...
Alcune volte veniva il conte Rossi, il loro padron di casa, tanto amico del babbo: un bel giovane, il pi? bel giovane di tutta Firenze. Allora ella provava una grande soggezione; se egli la guardava, se la carezzava, si sentiva tutta rimescolare; e non voleva esser trattata come una bambina in sua presenza. Il babbo andava via col conte; ella gli chiedeva, piano:
-- Dove vai, babbo, a teatro?... Conduci anche noi!.
-- Un'altra sera...
E la mamma tornava ad avere l'umor nero, si chiudeva in camera, non voleva veder gente. Certi giorni, come venivano delle visite, il portiere aveva ordine di riferire che la signora non riceveva, e lei, dietro la finestra, guardava con rammarico le belle carrozze riluccicanti tornarsene indietro.
Durante le lezioni, mentre Miss correggeva il dettato francese, o assegnava la traduzione inglese, o spiegava la geografia, se udivasi uno scalpitar di cavalli padronali, ella s'alzava, correva a vedere.
-- Th?r?se!... -- esclamava Miss.
-- Me voici...
-- Je voudrais savoir qui vous a appris ?a?... Vous n'aurez pas de dessert, ce soir...
Ella alzava le spalle, mormorando: <
-- Mi secca, sai, quella vecchia!... Perch? lei ? vecchia, crede che tutte debbano essere a un modo...
-- Ma no, che non ? vecchia.
-- A quarant'anni suonati?... Allora, cos'?, una ragazzina?... E poi brutta, nonno!... Io non le posso soffrire le persone brutte!... Per mia fortuna, ho un babbo e una mamma che sono tanto belli!... Sai, la mamma, quando passa per le vie, le persone si voltano a guardarla.... io me ne accorgo!... E il babbo, quando monta a cavallo, com'? elegante!... Non ti pare, nonno?...
Il nonno evitava di rispondere. Ella riprendeva:
-- Hai viste le signore che vanno a cavallo?.. A Milazzo non se ne incontra!... Come stanno bene!... Quando sar? grande, voglio andare a cavallo anch'io...
Allora il nonno cominciava un predicozzo: bisognava avere il capo ad altro, allo studio, alle cose serie, prendere esempio da Laura; ma sul pi? bello ella lo interrompeva:
-- Va bene, va bene, nonno; hai ragione, studier? di pi?; ma Laura, vedi, ? fatta a un altro modo, si secca ad andar fuori, a veder gente; tutt'al contrario di me... A me piace il passeggio, la societ?, il teatro... Nonno, non par vero: da tanto che siamo tornati a Firenze, non m'hanno condotta una sola volta a teatro!...
-- Lauretta, a teatro!... andremo a teatro!... C'? il palco: fila seconda, numero nove... Gioia, verrai anche te!... vedrai che bellezza!
Si stringeva al petto la sorellina, le stampava dei baci fragorosi sulle guancie, ed esclamava, tutta sola, saltarellando:
-- Fila seconda, numero nove!... Fila seconda, numero nove! -- Poi correva dalla mamma, le chiedeva: -- Quale veste metter??... La bianca o la celeste?... La bianca ? un po' antica, ma non mi sta meglio?... Eh, cosa ne dici?... Proviamo?
Tutto il giorno, il pensiero di quello svago le imped? di far nulla, di star ferma due minuti di seguito; andata fuori con Miss, non aveva occhi che pei cartelloni annunzianti lo spettacolo; ma quando rincasarono e chiese alla mamma se aveva preparato il suo abito, il nonno, che era l?, rispose brusco, con una voce che non gli conosceva ancora:
-- Andate via, non si va a nessun posto.
Ella lo guard? un poco, corrugando le sopracciglia, battendo un piede; e appena fuori di quella camera, si cav? il cappello, lo butt? per terra, si mise a strappare la veste, pallida e muta. Stefana, accorsa, tentava di calmarla; ella gridava, coi denti stretti, respingendola bruscamente:
-- Va' via, sai!... va' via...
-- Tua madre, Teresa!... non le dare un altro dispiacere...
-- Esci, ti dico!...
E and? a chiudersi nella sua cameretta. Stefana la seguiva, picchiava all'uscio, insistendo:
-- Teresa!.. Teresina! Non esser cattiva!.. apri!.. ascolta, ho da dirti una cosa...
Ella non rispondeva. Poi s'ud? un passo e la voce del nonno, terribile, che gridava:
-- Apri!
E come ella non rispondeva ancora, un urto violento dischiuse l'uscio. Il nonno, rosso in viso, coi pugni stretti, le s'avanz? incontro, gridando:
-- Anche tu?... Siete tutti di una razza?...
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