Read Ebook: Novelle umoristiche by Albertazzi Adolfo
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Ebook has 2026 lines and 64052 words, and 41 pages
Novelle umoristiche
Adolfo Albertazzi
TOMMASEO.
MILANO FRATELLI TREVES, EDITORI 1914
Nuova edizione riveduta e corretta.
PROPRIET? LETTERARIA.
I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservati per tutti i paesi, compresi la Svezia, la Norvegia e l'Olanda.
Milano. -- Tip. Treves.
Il suicidio del maestro Bonarca.
Felicit? ? una vana parola? -- Persona alta e forte; baffi neri e fieri; voce baritonale e, se bisognava, imperiosa; eppoi: un pennacchio bianco al kep?; spada al fianco e assisa quasi militare; saluto alla militare dai subalterni; dominio sul palco in piazza a dirigere la banda nei giorni di festa; precedenza a tutti nelle processioni e nei trasporti funebri; direzione dell'orchestra in teatro; autorit? di maestro sui cittadini idonei alla musica; autorit? di cittadino notevole; stipendio sufficiente per una vita tranquilla; tranquillit? di scapolo: tutto ci? dovrebbe pur bastare a rendere felice un uomo!
Che se il maestro Bonarca incolpava i creditori dell'essere caduto in miseria da tanta sua felicit?, egli era ingiusto appunto perch? ogni creditore, benefattore con o senza usura, corre il pericolo che il beneficato ponga fine al debito ponendo fine alla vita.
Ah! vana parola ? la gloria; e rovinosa passione l'ambizione; e debolezza la confidenza nel nostro ingegno, non meno che fallaci, insani sono i sogni dell'anima nostra; e morbo la poesia e la melodia di cui risuoni l'anima nostra. Infatti quando il maestro Bonarca non avesse dato ascolto ai cattivi amici e a s? medesimo, non si sarebbe incamminato mai verso il canal Torbo con il proposito d'affogarvi.
Ond'ecco, a pochi passi, il canale e la morte.
Dal ponte il maestro Bonarca guardava l'acqua che trascorreva lenta e cheta, e della luna, attraverso la tenue nebbia, non riceveva luce bastevole per rifletterne a specchio l'imagine. Similmente la sua vita poteva forse trascorrere placida ed uguale, non accogliendo dall'arte maggior lume che quello sufficiente a una capacit? mediocre. Ah s?! Gli parve ora d'essere rinsavito; di saper con giustezza misurare il proprio ingegno; di comprendere ch'egli s'era illuso e che l'avevano illuso; e, a convincersene, riandava ancora una volta, l'ultima volta, coraggiosamente e disperatamente, l'opera sua. L'adagio della sinfonia era soltanto una povera nenia; piacevole per il volgo. Nient'altro.
Un tal pezzo bastava a ribattere l'accusa di vanit? al secondo atto; come la romanza del tenore, nel terzo, bastava a render celebre un nome!
Sposa selvaggia, addio! Io morir? per te!
Cos? soave e cos? semplice, questa soave e semplice e limpida sorella della <
E morire! Ma il d? dopo, alla notizia, quella divina romanza, che tutti avevano imparata la prima sera, tornerebbe come invocazione di piet? alla memoria di tutti, anche dei nemici; e si piangerebbe il giovane maestro, che una sorte diversa avrebbe condotto a rinnovare l'antica e pura arte della patria....
Morire!... Morire, perch? il maestro Bonarca anteponeva l'onore alla gloria; perch? il mondo non dicesse che del commerciante fuggito con i quattrini il maestro Bonarca era stato complice; perch? egli riconosceva i suoi debiti e prevedeva che non avrebbe potuto pagarli mai pi?; perch? insomma lo superava un destino crudele e non voleva si credesse da alcuno della cittadinanza onorata e dal sindaco che egli avesse paura di morire!
D'improvviso Bonarca si chiese: <
Dunque?
Dunque, poich? si fu riacconciata la paglia addosso ed ebbe appoggiato il capo alla pietra...., a poco a poco, senza perdere il coraggio, s'addorment?.
. . . . . . .
< < < . . . . . . . < Proprio cos?: nell'opinione dei giornali, cio? nell'opinione pubblica, egli poteva, doveva essersi annegato o per il diavolo, o per il cervello voltosi sossopra, o per la donna, o per l'arte; non per la causa vera, nota a tutti. Come dire: che un artista il quale s'ammazza per i debiti non ? artista. E questa era la ragione di quelle menzogne. Ma artista e grande lo proclamavano tutti; con sincerit? evidente, perch? essendo morto, nessun interesse lo legava a quei giornalisti; e perci? annegandosi egli compirebbe una corbelleria. E questa era la ragione del buonsenso. Per vedere, si affacci? alla finestra.... Ma si ritrasse d'urto, atterrito: due carabinieri, preceduti da un signore nero, in abito nero.... si avvicinavano al mulino. Ad arrestar chi? lui? per i debiti? per simulato suicidio?... con le pertiche? Rosta! Confuso, spaventato quasi, il maestro s'avvolse nella paglia, si ritrasse in s?.... Le voci s'avvicinavano sempre pi?; si fermarono proprio sotto la finestra, chiarendosi benissimo la voce dell'amico Rosta. Ma non entrarono. .... -- Che imbecille! poteva ammazzarsi in altro modo. Cinque ore di perlustrazione, signor delegato: siamo proprio stanchi! -- Certo, poteva impiccarsi! -- O farsi saltare il cervello. E la voce del delegato amico grid?, forse a quelli delle pertiche: -- Spicciatevi, ragazzi! Poscia: -- Se avesse posseduto un revolver, caro brigadiere, l'avrebbe venduto in piazza.... A chi si riferivano tali parole? Per fortuna l'amico s'interruppe di nuovo a chiedere con voce pi? alta: -- Si sente? C'?? Da lungi uno rispose: -- Niente! Proseguiva il dialogo, mentre proseguiva la misteriosa ricerca. -- Dicono che avesse da dare anche duecento lire al trattore.... -- .... E cinquanta alla padrona di casa -- fece la seconda voce ignota, del carabiniere. Allora Bonarca fu certo di chi discorrevano. Rosta aggiunse: -- Sfido! Non ne aveva nemmeno da pagare i debiti di gioco. A me, mi doveva le ultime tre partite che gli ho vinte a biliardo. Ah cane! ah vigliacco! Che volutt? arrivargli addosso con un paio di schiaffi da rovesciarlo e dirgli: -- Eccoti la paga delle tre partite, questurino mentitore! -- Invece, no, non poteva muoversi; doveva restar l? rannicchiato nella paglia! < Di nuovo l'amico s'interruppe a chiedere: -- Niente?
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