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Read Ebook: Alla finestra: Novelle by Castelnuovo Enrico

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Ebook has 1812 lines and 86283 words, and 37 pages

ALLA FINESTRA

NOVELLE

DI ENRICO CASTELNUOVO

PROPRIET? LETTERARIA.

Tip. Fratelli Treves.

ALLA FINESTRA

Abbiamo gi? detto che sul muro del palazzo, oltre ai finestroni delle scale a cui non s'affaccia mai nessuno, si apre una finestra. Precisamente di fronte ad essa, sulla linea delle casupole, c'? una finestretta molto invidiata dai vicini perch? ? la sola che possa vedere dentro C? Dareni. Non s'invidia per? la persona che da tanti e tanti anni siede a quel posto e non se ne muove che per coricarsi sopra un letticciuolo l? presso. Povera Gegia!

A rendere ancora pi? memorabile quella giornata, la Gegia seppe che il palazzo Dareni era stato appigionato ad una famiglia forestiera, dimodoch? fra poco si sarebbe riaperta la finestra prospettante quella della sua casa.

Fatto si ? che la Gegia non tard? a poter essere levata dal letto e messa sopra una sedia, ma non c'era caso di farle fare un passo. Sar? debolezza -- dicevano il padre e la zia e le vicine; ed aspettarono. Ma il tempo, il gran medico, non seppe giovare in nulla alla povera creatura. Le sue gambette che parevano fatte al torno si assottigliarono, s'incurvarono; pareva che un soffio maligno avesse arrestato lo sviluppo della leggiadra pianticella.

Con la beata spensieratezza della sua et?, ella non dubit? un momento che sarebbe guarita; si metteva piena di fede certi empiastri che le erano suggeriti dalla ciarlatana, e faceva assegnamento sulla buona stagione. Il male l'aveva colta d'autunno, poi era sopraggiunto l'inverno, ma dopo l'inverno veniva la primavera, e con la primavera, chi non lo sa? rinasce tutto a questo mondo.

Era venuta ad abitar C? Dareni una ricca famiglia tedesca e il gabinetto di fronte alla cameruccia della Gegia serviva di abbigliatoio ad una ragazza di tredici anni, gi? alta di statura e in via di acquistare proporzioni matronali. La chiamavano Lotte , aveva occhi azzurri, capelli castani, di cui le scendevano due lunghe treccie gi? per le spalle; le rosee guancie davano l'immagine della salute. Con un po' di tempo sarebbe certo divenuta una bella ragazza. Quando vedeva la Gegia le sorrideva. Ma la vedeva poco, perch? era d'inverno, ed essa sollevava di rado le cortine, e pi? raramente ancora apriva la finestra.

Nell'aprile di quel primo anno di malattia, una bella mattina, la Lotte spalancando le imposte si affacci? al davanzale della sua finestra. Aveva un bianco accappatoio sulle spalle e doveva ancora pettinarsi.

Ella vide la Gegia nel solito posto.

La Lotte aveva imparato un po' d'italiano, e raccogliendo tutte le sue cognizioni, chiese:

-- Come ti chiami?

-- Gegia, signora.

-- E stai sempre a quella finestra?

-- Sempre.

-- O perch? non ti muovi?

La poveretta arross?, e sent? venirsi le lagrime agli occhi.

-- Sono malata -- rispose.

-- ? vero. Sei un po' pallida. O che cosa hai?

-- Ho male alle gambe.

-- Da un pezzo?

-- Da sei mesi.

-- Oh, ma guarirai certo.

-- S?, spero, quest'estate.

Da quel giorno le conversazioni fra le due finestre si rinnovarono spesso. La Lotte era riconoscente alla fanciulla della buona cera ch'essa le faceva. In quel tempo i Tedeschi non erano avvezzi in Venezia ad esser trattati con cordialit?.

-- Che cosa fai? -- domand? un d? la forestiera alla Gegia, vedendola occupata in un lavoro diverso dall'ordinario.

-- Faccio un sottolume di perle a colori.... tanto per distrarmi.

-- Dovresti vendermelo.

-- Oh! Venderglielo, no.

-- Perch??

-- Perch? vorrei regalarglielo.... se non si offende....

-- Poverina! No, che non m'offendo.... Ma tu non sei ricca.

-- Oh questa roba qui non val nulla.

-- Senti, Gegia, accetto il tuo regalo ad un patto.

-- Quale?

-- Che tu mi permetta ch'io t'insegni un lavoro che ti distrarr? ancora di pi?.

-- Oh magari? E sarebbe?

-- Vedrai.

Cos? dicendo la Lotte si ritir? dalla finestra e scomparve.

Di l? a pochi minuti la Gegia sent? bussare all'uscio della scala, ch? quanto alla porta di strada essa soleva rimaner socchiusa gran parte del giorno.

Tir? il cordone ch'era a portata della sua mano ed aperse.

Quale fu la sua maraviglia allorch? si vide dinanzi la Lotte in persona accompagnata dalla cameriera, che per dir la verit? aveva un'aria scura ed uggita!

-- Non c'? in casa n? il babbo n? la mamma -- disse la ragazza -- e ho voluto prendermi un po' di vacanza. -- Poi rivoltasi alla cameriera, soggiunse in tedesco. -- D? qui. -- La donna tolse, brontolando, un involto enorme di sotto il braccio, e lo consegn? alla sua padroncina che lo pos? sopra il tavolino, e lo aperse. C'erano fogli di carta di tutti i colori, forbici, fili di ferro, ecc., ecc. La Gegia guardava esterrefatta.

-- Non capisci? Voglio insegnarti a fare i fiori di carta?

-- Oh! -- esclam? la Gegia, battendo le mani per la contentezza.

-- Non c'? da sedersi in questa camera? -- ripigli? la tedesca. E in pari tempo and? in cucina, ove la zia Marianna stava attizzando il fuoco, prese due seggiole di paglia, una per s?, l'altra per la sua cameriera, e senz'aggiunger parola torn? dalla Gegia.

La sorda, sbalordita da quell'apparizione, le corse dietro col ventolo gridando: -- Ehi chi ? l?? Chi ? l??

La Lotte diede in una risata sonora.

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