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Read Ebook: Natalìa ed altri racconti by Castelnuovo Enrico

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Ebook has 1887 lines and 82557 words, and 38 pages

-- Se ci penso!

-- Insomma, che cosa mi domandi?

Lidia, ch'era stata ritta fino allora, sedette e ripigli? con pi? calma: -- Ti domando d'andar senza indugio da Natal?a e di dirle che come ha persuaso Morini a non accettare il trasloco, lo persuada subito ad accettarlo.... e che le pratiche da lei fatte per ottener la revoca delle disposizioni ministeriali ella deve rifarle perch? quelle disposizioni siano mantenute.... A me occorre la certezza piena, assoluta che fra due, fra tre settimane ella sar? lontana di qui.... A questi patti vendo il mio silenzio, e le do la mia parola d'onore che fuori di te e di Carlo nessuno sapr? nulla di ci? ch'? successo.... Se rifiuta, se tentenna, mi servir? delle armi ch'ella mi ha fornito.

Evidentemente la parte di ambasciatore e la natura dell'ambasciata pesavano oltre a ogni credere a Ernesto Landi, ed egli rinnov? il tentativo di esimersi. -- Riflettici, Lidia, pu? essere un passo falso, o almeno un passo inutile.... Non ? facile indurre una persona a disdirsi in un giorno.... Come spiegherebbe questo cambiamento di fronte?... D'altra parte, qual ? il tuo scopo? Quello di staccar tuo marito da Natal?a.... E non ci arrivi ugualmente avvertendo Carlo che hai scoperto la tresca e che non sei disposta a tollerarla?... Egli sarebbe ben forzato a romper la relazione per evitare guai maggiori.

-- Egli mentirebbe, -- replic? Lidia con enfasi. -- Mentirebbe come voi uomini mentite tutti in queste occasioni.... Giurerebbe di aver troncato i rapporti con la sua ganza e li manterrebbe ancora.... Solo avrebbe imparato ad esser pi? cauto.... Ma come?... C'? il mezzo di liberarsi da quella triste femmina, e me lo lascer? sfuggire?... No, zio, ho un sentimento troppo alto dei miei doveri e dei miei diritti per non voler sradicare il male dalla radice.... Ancora una volta, accetti o non accetti l'incarico?... Hai paura?

Landi respinse l'insinuazione. -- Ah paura, poi. -- In fatti era stato sempre debole con le donne; non era mai stato un codardo.... Giovanissimo, aveva preso parte alla campagna del 1859; pi? tardi aveva avuto un paio di duelli che ricordava volentieri; l'accusa di pusillanimit? era quella ch'egli tollerava meno. -- Paura?... E di che dovrei averne?

La signora F?doli approfitt? di questo momento per insistere. -- Quand'? cos?, non hai pi? una scusa al mondo.... Vedi, zio, io metto nelle tue mani la nostra sorte.... Se riesci, questo non sar? stato che un temporale passeggero. Ti giuro che far? di tutto per perdonare a Carlo, per riconquistarmi il suo amore, e tu avrai intorno a te una famiglia riconoscente che ti vorr? sempre bene, come te ne ha voluto finora.... Perch? non ti puoi lagnare di noi, zio.... Io non faccio che il mio dovere; sposando Carlo, sono diventata tua nipote e ho l'obbligo di fare per te quello che mio marito, cos? occupato, non pu?. A ogni modo, anch'egli mi raccomanda continuamente di badare che non ti manchi nulla. E la piccola Valentina non ti chiama nonno, non ti considera veramente come il suo nonno?... L'hai voluto tu, sai; io non avrei permesso ch'ella invecchiasse uno zio ancora elegante ed arzillo....

E Lidia prendeva la mano dello zio Ernesto, e sorrideva in mezzo alle lacrime, e spiegava tutti quei tesori d'eloquenza che la donna trova in s? stessa quando lascia parlare il suo cuore. Ell'aveva toccato il punto debole; suo zio era un egoista buono , un egoista che aveva bisogno d'esser cinto di cure, e, sebbene incapace di grandi sacrifizi, e sollecito sopratutto dei propri agi, s'affezionava facilmente a quelli che gli stavano vicino. I bambini gli piacevano, intendo dire i bambini degli altri, appunto perch? i sacrifizi ch'essi domandano sono continui ma piccoli e perch? si pu? sbarazzarsene quando si vuole. Cos? egli amava scherzare con la Valentina, amava prendersela in collo, e sentir fra i peli della sua barba le piccole dita di lei, e partecipare ai suoi giuochi, e stuzzicare le sue rabbiette infantili.... salvo a riconsegnarla alla madre s'ella diventava troppo molesta. Anche quel nomignolo di nonno gli vellicava dolcemente l'orecchio; lo avrebbe gradito assai meno se fosse stato nonno davvero. Ormai tutto il suo studio era questo: conciliar la libert? dello scapolo coi vantaggi della famiglia. E ove avrebbe potuto meglio raggiunger l'intento? Qui era in casa ed era fuori di casa, in un quartierino avente ingresso e scala comune, ma a cui si accedeva dal pianerottolo per una porta separata; c'era poi fra le due abitazioni una comunicazione interna che Landi teneva aperta per comodo suo, tant'era sicuro che nessuno dei F?doli, nemmeno la Valentina, sarebbe venuto nelle sue stanze senza farsi annunziare. -- ? un uscio che si apre da una parte sola, -- notava scherzando la Lidia. -- Noi non abbiamo segreti. Da noi puoi venire quando ti piace. -- Ed egli pranzava dai nipoti due volte per settimana, il gioved? e la domenica, e avrebbe potuto pranzarvi pi? spesso sol che avesse desiderato. -- A colazione e a desinare la tua posata c'? sempre, -- diceva la Lidia con la solita cordialit?. In fine Landi si ricordava che, durante una sua malattia, Lidia aveva passato lunghe ore al suo capezzale, attenta, discreta, silenziosa per lo pi?, ma pronta a rispondergli, ad alzar verso di lui il suo viso buono, illuminato da un onesto sorriso.

Anche i Morini gli avevano offerto di tenerlo presso di s?; e Natal?a che gli era cresciuta sotto gli occhi aveva insistito perch'egli desse la preferenza a loro. -- La nostra casa ? pi? tranquilla, -- ella ripeteva. -- Noi non abbiamo bambini.

Ma no; indipendentemente dal torto che avrebbe fatto ai suoi nipoti, egli non poteva accettare l'offerta. Gi? da tempo, e prima ancora ch'ella si maritasse, la Natal?a lo turbava per quella sua strana rassomiglianza con la madre, per quelle sue grazie feline, per quel sottile alito di corruzione ch'emanava da tutta la sua persona. Ora che la giunonica bellezza di lei sfolgorava nella florida maturit? dei trentacinqu'anni, e in lei, pi? seducente ancora, pi? raffinata, pareva rivivere la madre morta, ora Ernesto provava in presenza di quella donna una inquietudine, un malessere inesplicabili. Ond'egli non le faceva visite frequenti, e cercava di non trovarla sola; cosa che del resto gli riusciva facile, perch? o ell'era con suo marito, un buon diavolo, innamorato fin sopra gli occhi, o aveva alle costole qualcheduno dei tanti cicisbei, ch'ella teneva a bada con arte sopraffina senza lasciar capire a quali accordasse la sua preferenza, bench? non vi fosse al mondo nessuno, da Morini in fuori, che la credesse femmina da appagarsi d'innocenti civetterie.

Oggi, per?, non c'era rimedio. Se Landi doveva assumersi l'ingrato ufficio impostogli dalla nipote, era necessario ch'egli parlasse a tu per tu con Natal?a; e questo non era l'ultimo motivo delle sue riluttanze. D'altra parte Lidia insisteva tanto, si mostrava cos? risoluta a fare un colpo di testa se lo zio le negava il suo aiuto, ch'egli fin? col piegare il capo.

-- Basta, basta, Lidia.... Che vuoi che ti dica? Tenter?.

-- Sia ringraziato il cielo.... Non potevo proprio persuadermi che tu fossi diventato cattivo.

-- Ma bada che tentare non ? tutt'uno con riuscire....

-- In questo caso dev'esser tutt'uno.... Per impudente, per audace che sia la Morini, ? impossibile ch'ella non senta la gravit? della situazione, e non afferri la tavola di salvezza che l'? offerta.... E non faccia troppo assegnamento sulla credulit? di suo marito.... Anche ai mariti creduli e buoni pu? cascar la benda, e allora non si sa mai....

-- Ella vorr? indietro la sua lettera, -- soggiunse Ernesto.

-- L'avr? la sua lettera, quando sar? arrivata laggi?.

-- E se mettesse per condizione d'averla subito?

-- Non gliela darei, -- protest? Lidia. -- Per ora ella si contenti ch'io non ne faccia uso.... E giuro che s'ella mi si leva dai piedi non ne faccio uso.... Ella non ha il diritto di dubitare della mia parola; io ho quello di dubitar della sua.... Ah, non voglio mica esser giocata....

-- Faremo fiasco, -- ripeteva lo zio, mezzo pentito di aver accondisceso.

-- No.... ti do tempo tutta la giornata.... Andrai subito?

-- Vedremo.... Bisogna ch'io scelga il momento.... Se non ? sola, ? inutile.

-- Le farai dire che ti preme.

-- E se c'? Morini?

-- Quello l? fino alle cinque ? in ufficio.... ? un impiegato modello.... E che marito prezioso per Natal?a!.... Ma bada a me, se vai subito ? meglio.... ? quasi il tocco.... Ancora non sar? uscita, e non avr? visite.... Se ritardi....

Lo zio sorrise. -- Permetterai ch'io finisca di vestirmi....

-- Hai ragione.... Ti lascio.... E se puoi farmi avere un biglietto di qui a un'ora, di qui a due ore....

Landi si ribell? a questa imposizione. -- Non cambiarmi le carte in mano.... Dianzi mi accordavi tutta la giornata, e adesso vorresti che mi spicciassi in un paio d'ore....

-- Non voglio.... Desidero, spero.... Tu pure, se hai una buona notizia, avrai fretta a comunicarmela.... Pranzi con noi?... Sono sola con Valentina....

-- Grazie.... Ho un mezzo impegno....

Strinse la lettera fra le dita nervose, e s'avvi? con una mossa altera del capo. Sempre compito cavaliere, Ernesto Landi le aperse l'uscio.

Dopo quindici o venti minuti che le parvero secoli, Lidia, appoggiata al davanzale della finestra della sua camera, dietro le persiane abbassate, ud? chiudersi la porta di strada. Spinse adagio adagio le imposte e guard? per lo spiraglio. Era suo zio, in vestito elegante da mattina, con un fiore all'occhiello e una canna di bamb? tra le mani. Veduto per di dietro, pareva piuttosto un giovinotto in via di conquiste che un uomo serio e maturo incaricato d'una missione delicatissima. Lidia lo segui con lo sguardo fin ch'egli ebbe svoltato l'angolo della strada; poi si ritrasse dalla finestra e s'abbandon? singhiozzando sul canap?. Nella naturale reazione che succede a un periodo d'orgasmo, nel presentimento che lo zio Ernesto non avrebbe saputo difender la causa affidatagli, tutta la sua energia era venuta meno ad un tratto. No, per lei non c'era pi? felicit?, non c'era pi? pace, non c'era nemmeno il piacere crudele della vendetta, perch? mai, mai ell'avrebbe avuto il coraggio di valersi della lettera accusatrice. Poteva ella mettere a fronte due uomini, uno dei quali era suo marito, suo marito che, pur troppo, ell'amava? Poteva suscitare uno scandalo che avrebbe colpito lei e la sua Valentina?... D'altra parte, nella migliore delle ipotesi, in quella cio? che Natal?a si desse per vinta e accettasse i patti che l'erano offerti, ella, la Lidia, non era ugualmente una moglie tradita? Tradita, e chi sa da quanto tempo!

? vero ch'ella sentiva ripeter sovente: -- A quella Maggianico tutti fanno la corte, ma nessuno la sposa.

Magra consolazione! A lei nessuno faceva la corte, e nessuno la sposava.... Cos? nel suo animo, pur buono e gentile, covava un sordo rancore contro la bellezza sfacciata di Natal?a e contro il mondo vigliacco che le si prostrava ai piedi. E, nondimeno, il suo fascino Natal?a l'esercitava anche su lei, su lei non conosciuta e non curata, ed ella ci pensava involontariamente, e involontariamente la cercava in mezzo alla folla e tendeva l'orecchio se altri la nominava. A poco a poco, mettendo insieme varie frasi c?lte qua e l?, ell'aveva saputo che, per ora, la ragazza non era che una civetta; le colpe grosse erano della madre, la quale aveva fatto una vitaccia da maritata e da vedova, e continuava a portare in trionfo la sua relazione con Ernesto Landi.... Di questo signor Landi s'era parlato spesso davanti a Lidia deplorando che un uomo cos? piacente d'aspetto, cos? garbato di modi, un uomo che avrebbe potuto aspirare a qualsiasi partito, si fosse lasciato succhiare il sangue e smunger la borsa da un vampiro come la Clara Maggianico. A tale proposito per? c'era stato un giorno un signore, lugubre come il vecchio Silva, il quale aveva soggiunto: -- Meno male che ne avr? per poco.... La Clara Maggianico ? spedita dai medici. -- E il signore, uno di quelli che s'ingrassano a raccontar disgrazie, s'era diffuso a descriver tre o quattro malattie incurabili da cui la povera donna era affetta e che le avrebbero concesso al pi? cinque o sei mesi di vita. Dopo questa rivelazione il malanimo di Lidia verso la Maggianico fu temperato da un senso di piet? dolorosa. Era sul finire della stagione; tra una settimana Lidia avrebbe lasciato Venezia per non tornarvi che nell'estate ventura; e nell'estate ventura ella non avrebbe pi? rivisto quella madre e quella figliuola ch'erano certo leggere e corrotte, ma che andavano sempre insieme e senza dubbio si volevano bene; avrebbe rivisto forse la sola Natal?a, vestita di nero, ella che amava i colori sfoggiati, dimessa e contrita, ella nelle cui pupille sfavillava la gioia, sulle cui labbra fioriva il sorriso.... Ma prevedeva ella il lutto imminente? Conosceva la madre il proprio destino? In Piazza, gli occhi di Lidia si fissarono quella sera, non ostili ma tristi, sulle due donne; e le parve di scorgere un'ombra sul volto bellissimo di Natal?a, una trepida ansiet? che si rivelava in certe contrazioni dei muscoli, in certi sguardi furtivi;.... ma sul volto della madre ella lesse la morte.... Era cos? smunta quella faccia, era cos? livida nella bianca luce delle lampade ad arco voltaico; era diffusa una tale stanchezza invincibile su tutta la persona!... La signora Clara si sforzava di parlare e di ridere, specialmente nei momenti in cui ella sorprendeva gli occhi di Natal?a fissi nei suoi, ma di tanto in tanto la testa le si piegava sul petto, come se il sonno fosse per coglierla....

Senonch?, quell'anno stesso, in primavera, la Lidia fu fidanzata con l'avvocato Carlo F?doli di Venezia; ch'era venuto alle Assise veronesi, quale difensore in un processo lungo e clamoroso, e aveva una lettera d'introduzione per la famiglia Polidossi. S'invagh? egli realmente della ragazza, o pens? soltanto a conchiudere un buon affare? Fatto si ? ch'egli chiese la mano di Lidia e che la sua offerta fu gradita. Aveva trentacinqu'anni, e godeva gi? la riputazione d'uno fra i migliori avvocati del foro veneto, specie nelle cause penali; buon parlatore, d'aspetto simpatico, non sprovvisto di mezzi di fortuna, poteva aspirare benissimo alle centocinquantamila lire che la Polidossi portava a titolo di dote. Lidia gli si affezion? sinceramente, profondamente, come ogni giovine casalinga, non avvezza alle galanterie, s'affeziona al primo uomo che dica d'amarla; e quando ella torn? nell'estate a Venezia, oltre che pei bagni, per visitare i parenti del futuro marito e veder la casa che doveva esser la sua, il nuovo sentimento l'aveva trasfigurata. -- Non par pi? quella la Lidia Polidossi, -- ella sentiva susurrare intorno a s?. -- Quest'anno ? proprio carina. -- Fu allora ch'ella conobbe Ernesto Landi, lo zio materno di Carlo, un bell'uomo tra i quaranta e i cinquanta, accurato nel vestire, disinvolto nei modi, superficiale di cultura e d'ingegno, ma di conversazione piacevole, come di chi ha visto cose e persone diverse e dai facili successi del mondo acquist? una tal quale sicurezza di s?. Egli entr? subito nelle buone grazie della nuova nipote, fors'anco per quella curiosit? mista di simpatia che i libertini non affatto volgari destano alle donne di pi? illibati costumi. N? la relazione con la Clara Maggianico, relazione che solo la morte aveva troncata, gli nuoceva ormai agli occhi di Lidia. Le pareva cavalleresca quella fedelt? serbata all'amante, trovava bella e generosa la condotta di lui verso Natal?a, della quale Ernesto Landi rendeva possibile il matrimonio con un dono di trentamila lire ch'egli si obbligava di farle il giorno delle nozze. In casa F?doli questa liberalit? era approvata a bocca stretta, ma Landi era, in complesso, ben voluto da tutti, e la madre di Carlo aveva per lui la tenerezza piena d'indulgenza delle sorelle maggiori verso i fratelli scapestrati. -- Sicuro, Ernesto ha le sue debolezze, -- ella diceva tentennando la testa, -- ma ? sempre stato un gran mago. -- Il marito le faceva eco. -- Un gran mago. -- Il pi? riservato ne' suoi giudizi era Carlo; forse i due uomini avevano indole troppo diversa per andar d'accordo.

-- O perch? non potrebb'essere una buona moglie?

Carlo F?doli si stringeva nelle spalle. -- Tutto pu? essere a questo mondo.

I due matrimoni furono celebrati in fin d'autunno a brevissimo intervallo l'uno dall'altro. Allorch? per?, dopo il viaggio di nozze, Lidia venne a stabilirsi a Venezia, i Morini non c'erano pi?. L'aggiunto giudiziario era stato nominato Pretore in un piccolo paesetto del Veneto. Natal?a faceva di tanto in tanto una corsa a Venezia, e le sue conoscenti dicevano ch'ella metteva in moto cielo e terra per ottenere un trasloco. Fosse merito suo, o fosse un fortunato concorso di circostanze, certo si ? che il trasloco venne accordato di l? a non molto tempo, appunto a Venezia, e fu allora che Ernesto Landi desider? presentare la coppia Morini alla sorella, al cognato, ai nipoti. Che motivo ci poteva essere di rifiutare? Nondimeno in casa arricciarono il naso alla proposta, e Carlo parve pi? renitente degli altri. -- Che ghiribizzo ? saltato allo zio Ernesto?... Que' suoi protetti non avevano nessun bisogno di conoscerci e noi non avevamo nessun bisogno di conoscer loro. -- Fu proprio Lidia a dare il tracollo alla bilancia. -- E perch? vorresti risponder di no? La Clara Maggianico ? morta gi? da tre anni; Natal?a ? sposata ad un galantuomo che ha una posizione onorevole, e quando avranno detto di lei ch'? un po' civetta avranno detto tutto.... C'? di peggio? -- No, in coscienza, pel momento non si poteva dire di pi?. -- Ebbene, -- ripigli? di trionfo la Lidia, -- se vogliamo aiutarla a restare una donna onesta, non principiamo noi a metterla al bando!... Gi? non occorre mica far lega insieme.

Un duplice e gravissimo lutto che colp? Lidia quando la bimba non aveva che un anno, la morte dei suoceri a poche settimane d'intervallo, contribu? a suggellar questo divorzio dal mondo che la Natal?a Morini le rimproverava. Allora appunto Lidia insistette perch? lo zio Ernesto venisse ad abitare con loro nella casa diventata ormai troppo grande per una famiglia di tre sole persone, e Landi, impressionabile per sua natura e turbatissimo dalla morte della sorella e del cognato, accett? l'offerta come un avviamento a una vita pi? tranquilla, pi? consentanea all'incalzar dell'et?. In quell'occasione Lidia ebbe una visita da Natal?a che le disse: -- Anche a noi era parso che tuo zio Ernesto non dovesse pi? viver solo e avevamo messo un paio di stanze a sua disposizione; ma egli ha preferito venir da voi altri. Siete suoi parenti prossimi, avete un appartamento migliore del nostro; non ci rimane che chinar la testa.

C'era un fondo di acrimonia nelle parole di Natal?a, e infatti pei Morini sarebbe stato un terno al lotto il poter alleggerirsi d'una parte della pigione. Gi? da tempo si buccinava ch'essi spendessero oltre ai loro mezzi e che Madama fosse indebitata con la sarta e con la modista.

-- Qualcheduno pagher?, -- diceva la gente. I pi? benevoli affermavano che di tratto in tratto lo sbilancio fosse colmato da Landi, in omaggio alla memoria della signora Clara. Evidentemente Natal?a scemava in riputazione ogni giorno, e il marito era un fenomeno di tolleranza e di cecit?. Non era n? uno sciocco n? un farabutto; era ipnotizzato dalla moglie; credeva tutto quello ch'ella voleva fargli credere, e si sarebbe gettato nel fuoco per compiacerla.

L'avvocato F?doli aveva sempre ostentato di tener in poco conto la coppia Morini. -- Lui, come giudice, ? passabile, ma fuori del suo tribunale ? un cretino; lei aspira a coglier gli allori materni. ? meglio andar via via allentando la relazione.

-- Per quello che ci si vede ormai con Natal?a, -- rispondeva Lidia.

Lidia si consult? con Carlo che le disse: -- Per una volta tanto, non sar? una disgrazia.

Natal?a fu amabilissima e si conquist? subito il cuore di Valentina, facendola correre pel piccolo giardino, mostrandole un nido di rondini, regalandola di frutta e di dolci.

-- Quando torneremo dalla bella signora? -- chiedeva ogni momento Valentina alla madre.

Ella trov? mille pretesti per non tornare; se ne sentivan dir tante di quella Natal?a ch'era proprio meglio starne lontano. Lo stesso zio Ernesto la difendeva debolmente: -- Benedetta figliuola!... Ha buonissime qualit?, ma ? troppo leggera.

Perci? Lidia fu alquanto maravigliata che, nell'inverno successivo, Carlo volesse invitare i Morini a una serata musicale ch'egli dava in onore di due suoi clienti francesi, di passaggio per Venezia.

-- Noi non andiamo alle serate dei Morini, -- osserv? Lidia. -- Perch? devono venir essi alle nostre?

-- Noi non andiamo da loro, ma essi c'invitano, -- ribatt? pronto l'avvocato. -- Dobbiamo invitarli anche noi.... Forse non verranno.

-- Verranno, verranno.

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