Read Ebook: Spiritismo? by Capuana Luigi
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Ebook has 662 lines and 45026 words, and 14 pages
LUIGI CAPUANA
SPIRITISMO?
Diritto di riproduzione o traduzione riservato.
SPIRITISMO?
A SALVATORE FARINA.
Non ? poi male che il pubblico sappia come si possa essere di differentissime opinioni letterarie e combattere in due campi opposti, senza che per tal caso venga meno e la vicendevole stima per le opere dell'ingegno e il mutuo affetto per le persone. ? un bel pezzo che noi ci vogliamo bene; ed oggi son lieto di confermartelo in faccia a questo magnifico sole che inonda, mentre scrivo, le mitologiche campagne di Mineo.
Quando la natura ? cos? bella e cos? allegra, si prova un gran bisogno di dar qualche sfogo agli affetti gentili, ai sentimenti elevati; e questa volta io voglio soddisfarlo col rivolgermi a Te nell'imprendere a ragionare di un problema psicologico letterario che mi frulla in testa da pi? di un anno.
Mentre in Francia si crede che lo spiritismo sia morto e sepolto, in Inghilterra, in America ed anche in Germania vien fatta una quantit? cos? straordinaria di pubblicazioni, in volumi, in opuscoli e in opere periodiche riguardanti lo spiritismo, da provare anco ai meno corrivi che dev'esserci un estesissimo numero di compratori e di lettori, se c'? non solamente chi le scrive, ma chi trova il suo tornaconto nel farsene editore.
< < < Alcuni giorni dopo ricevetti e pubblicai nello stesso giornale una bellissima lettera che richiamava specialmente l'attenzione degli scienziati sopra un genere di fatti non meno notevoli e strani delle tavole giranti e parlanti e delle apparizioni dei morti. < < di moda ridere dello Spiritismo, come delle quarte pagine. Ridiamone pure; il riso fa buon sangue. Arrivi o no la scienza positiva a rintracciare la causa di fenomeni cos? oscuri, sta in fatto che una spiegazione plausibile non ci fu data finora. Si esaltino dunque i fanatici nella contemplazione del soprannaturale, e si divertano gli scettici a fabbricare lepide farse sulle supposte manifestazioni. Ma si raccolgano i fatti frattanto, fatti che dieno ragione a questi o a quelli: si studii il problema; si metta a nudo la ciarlataneria tutta quanta; e si vegga finalmente se una parte di vero c'? in questa fantasmagoria di nuovo genere. < < < < < Da questa lettera e da uno scritto del Prof. Cesare Lombroso, che per debito d'imparzialit? pubblicai nel numero 43 del citato giornale, fui rimesso sulla pesta di esperimenti ed osservazioni di cui ero rimasto colpito parecchi anni addietro. ? innegabile: alcuni fatti paiono oltrepassare di gran lunga i limiti dell'umana natura. Le fantasie molto vivaci vedono, con essi, spalancarsi dinanzi gl'infiniti spaz? del meraviglioso, e vi si perdono e godono di perdervisi. Le menti fredde e osservatrici, massime se libere da preconcetti, indagano, studiano, tentano di darsi una ragionevole spiegazione. In questo caso, i non scienziati hanno un vantaggio: non sono dominati dall'interesse di difendere ad ogni costo teoriche in voga, non son vinti dalla paura di vedersi crollare sotto gli occhi edifizi scientifici penosamente costruiti; ed ? ben noto come i pregiudizi degli scienziati siano sempre stati pi? tenaci e pi? pericolosi dei pregiudizi popolari. Meno male per? se gli scienziati si contentassero soltanto di lasciarlo dietro l'uscio, come un importuno! Invece, essi aprono la finestra, gli buttano in viso la loro stizzosa e quasi fanciullesca negazione e richiudono, sbatacchiando, l'imposta; come se questo bastasse a levarselo per sempre d'intorno. Oh, i fatti sono cocciuti! Non son passati neppur cinquant'anni, e il progresso della scienza gli ha dato ragione. Ecco ora il Wallace, il Crookes, il D'Assier che, coi loro scritti intorno ai fenomeni spiritici, protestano come l'Husson, mettono in mora i loro colleghi di scienza, dando pei primi l'esempio di applicare a quei fenomeni le difficili inquisizioni, le dure prove e riprove del metodo positivo. I loro colleghi, veramente, non mostrano ancora di darsene per intesi; ma aspettiamo, per dir molto, un cinquant'anni; chi vivr? vedr?. Durante questo periodo di bizza o di esitazione degli uomini della scienza, ? ben lecito a noi altri osservatori dilettanti l'intervenire nella discussione senza meritar la taccia di presuntuosi. Lo so: la nostra curiosit? ? un po' bracona. Noi prestiamo facilmente attenzione quando gli scienziati non si degnano di voltar la testa; noi ci appassioniamo dietro alcuni fatti, osservando con piena buona fede, e non sempre senza le opportune cautele, quando gli scienziati, per una ragione o per un'altra, preferiscono di chiudere gli occhi e di tapparsi gli orecchi. Ma spesso il caso, che ? cattivo perch? irragionevole, ci favorisce largamente, facendoci inciampare in fenomeni degni di non passare inosservati; e allora la nostra mezza ignoranza ci permette delle arditezze che lo scienziato evita con cura. Le nostre ipotesi, ordinariamente, hanno poco o punto valore; per? non ? raro che dal lavorio disordinato della mente d'un dilettante baleni un'intuizione divinatrice da far qualche comodo al vero scienziato quand'egli avr? la pazienza di vagliare quella bizzarra farragine di osservazioni, quando non parr? sconveniente alla sua seriet? il prestar benigno orecchio a impressioni alquanto vaghe ma vivaci, a ragionamenti forse sbagliati ma non campati del tutto in aria, perch? oggi anche i dilettanti sentono, volere o non volere, l'influsso del metodo positivo e si sforzano, alla loro maniera e secondo le scarse forze, di metterlo in pratica. Ebbene; sai che cosa mi accadde? Mi accadde di osservare che, tra dieci, dodici bruchi del cavolo messi insieme sotto una campana di cristallo, uno o due, prima di rinchiudersi nella loro crisalide, figliavano, dal centro inferiore del corpo, poco pi? d'una dozzina di piccolissimi bruchi verdognoli che subito intessevano, in gruppo, dei bozzoletti gialli, come quelli del baco da seta, di forma ovale allungata, non pi? grossi dell'ottava parte di un chicco di grano. Mi attendevo una covata di minuscole farfalline; e, invece, dopo un quindici giorni di ansiosa aspettazione, vidi sbucar fuori dei moscerini neri, dal corpo allungato, dalle ali sottilissime, dalle zampine pi? svelte di quelle di una mosca, che non avevano nessun rapporto coi bruchi da cui erano stati figliati, n? colle bianche farfalle uscite poi dalle crisalidi formate da quei bruchi immediatamente dopo il parto. I libri di entomologia che avevo con me non facevano nessun cenno di un cos? strano particolare: ed esso non mi pareva meno meraviglioso delle trasformazioni dei bruchi in crisalidi e in farfalle. Anzi! Sorpreso di quel silenzio, replicai l'esperienza tre volte di seguito. Il resultato fu sempre lo stesso; tra dieci, dodici bruchi, uno o due figliarono la solita dozzina di piccolissimi bruchi verdognoli che si costruivano l? per l? i loro microscopici bozzoletti. Si tratta di una specialit? del bruco del cavolo? Di un vero parto? O di uova depositate da altri insetti tra l'epidermide di quel bruco che quindi serve da incubatrice? La curiosit? del dilettante attende, con rispetto, com'? suo dovere, l'osservazione completa del naturalista. Ti ho raccontato questo fatto per confessarti che io mi sono occupato, a riprese, di Magnetismo e di Spiritismo allo stesso modo che ho sperimentato in campagna con quei bruchi e quelle farfalle. Leggendo i libri del Tommasi, del Guidi, dello Charpignon e di parecchi altri, mi domandavo: -- Ma che cosa pu? esserci di vero in questi straordinarii fenomeni magnetici? Proviamo un p?. E provavo. Leggendo i volumi dell'Allan-Kardec, del Wiess?ke, del Cahagnet, del Deleuze e del Caroli che crede all'azione del diavolo, mi domandavo parimente: -- Ma che cosa pu? esserci di vero in questi meravigliosi fenomeni spiritici? Proviamo un po'. E provavo. < V'? anche un'altra ragione per cui noi dilettanti tentiamo certe prove senza nessuna esitazione. Non siamo spinti solamente dalla smania della verit?; l'immaginazione entra per qualche cosa, per molto, nelle nostre disordinate escursioni a traverso l'ignoto. Infatti spesso cominciamo dal tentare l'assurdo. Io, per esempio, prima di provarmi col magnetismo, non avevo cercato di mettere in pratica i segreti dell'alta magia? La copia del mio amico non conteneva la parte dov'erano le terribili evocazioni; n? tutti e due avremmo allora avuto il coraggio di avventurarci a tale lettura. Per? volevamo apprendere senza fatica tutte le lingue morte e viventi? Volevamo indurre alle nostre voglie tre delle pi? belle ragazze del mondo? Bastava eseguire per l'appunto le formole dal manoscritto indicate. Il frusc?o delle vesti delle tre belle tardava a farsi sentire per la stanza silenziosa, in quell'alta notte di inverno. Un leggiero soffio di vento agitava le cortine di mussola raccolte ai due lati e veniva a gelarmi la faccia; ma io continuavo ad aspettare, cogli occhi aperti, colle orecchie tese, col respiro un po' accelerato. Quando all'orologio della chiesa vicina scoccarono i paurosi tocchi della mezzanotte e le argentine ondulazioni di quelle campane vibrarono pi? sonore per la stanza, non impedite, come le altre volte, dai cristalli chiusi e dagli scuri, fu un momento solenne. Poi pass? un quarto d'ora, pass? una mezz'ora, pass? un'ora... Nulla! La stanchezza ed il sonno finalmente mi vinsero; e, questo, cos? profondo che l'attivit? inconscia della mente ne rimase sopraffatta da non potermi apprestare nemmeno la magra consolazione di godere, sognando, la magica realt? che avevo invocato. La trista realt? te la figuri facilmente. Avendo dormito tutta una lunga e fredda nottata invernale col terrazzino spalancato, la mattina dopo mi trovavo addosso un'infreddatura indiavolata e tossivo peggio di un cane col cimurro. Fortunatamente la disperazione di dovermi soffiare, cento volte il giorno, quel povero naso intasato mi fece perdere, e per sempre, ogni velleit? di gran mago. Non credere che nei miei tentativi, meno fantastici, meno impossibili, del magnetismo e dello spiritismo, l'immaginazione fosse intieramente messa da parte; no. Correvo dietro l'ignoto pi? pel gusto di corrergli dietro, che per un chiaro e definito intendimento scientifico qualunque. Le prove e le riprove questa volta venivano fatte un po' pi? riflessivamente, ma l'immaginazione vi cercava, innanzi tutto, il suo pascolo: la sorpresa del nuovo, del meraviglioso naturale. E se la cresciuta intelligenza osservava, comparava e, in qualche modo, debolmente, induceva, alla fine, imbarazzata, lasciava l? i resultati ottenuti, i materiali raccolti e non riusciva a farne alcun uso. Ci son voluti di begli anni prima che mi balzasse in mente l'idea di una coordinazione di quei fatti con altri fatti di diversa natura, prima che dal loro insieme sgusciasse fuori, come una grande interrogazione, il problema psicologico-letterario di cui voglio parlarti. Ora, il miglior modo di esporre un problema mi sembra quello di mettere sotto gli occhi altrui tutto il suo naturale processo di formazione. I nostri ragionamenti pi? astratti poggiano, non foss'altro che colla punta d'un piede, sulla granitica roccia dell'esperienza dei sensi. E non saltan di lancio in vetta, a respirarvi l'aria sottilissima e non confacente a tutti i polmoni, dei concetti generali; bens? montano lentamente, gradatamente, guadagnando con sforzo la rapida salita, seguendo tutte le sinuosit? dei sentieri, fermandosi di quando in quando, cercando il passaggio pi? facile, tentando le scorciatoie, qualche volta tornando indietro quando la strada, presa per isbaglio, non ha sbocco e li arresterebbe a mezza costa, sull'orlo vertiginoso di un precipizio senza fondo. I fatti riprodotti col loro ordine di successione pongono il lettore nella circostanza di poter rifare un lavoro di osservazione e di astrazione molto simile a quello gi? eseguito da chi li espone; gli mettono in mano il bandolo per strigare, in una maniera o in un'altra, quella stessa matassa; e, se i resultati si riscontrano in un'identica conchiusione, tanto meglio per tutti e due e per la verit?; se, al contrario, spuntano verso direzioni opposte, tanto peggio per lo scrittore o pel lettore, ma sempre tanto meglio per la verit?. I documenti che non provengono dalla mia personale esperienza, posso garantirli egualmente come esenti di frode; alcuni perch?, nati sotto i miei occhi, fanno parte integrante delle mie ricerche e dei miei tentativi; altri perch? provenienti da persona ben conosciuta e della cui lealt? e buona fede non ? possibile dubitare.
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