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Read Ebook: Spiritismo? by Capuana Luigi

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Ebook has 662 lines and 45026 words, and 14 pages

I documenti che non provengono dalla mia personale esperienza, posso garantirli egualmente come esenti di frode; alcuni perch?, nati sotto i miei occhi, fanno parte integrante delle mie ricerche e dei miei tentativi; altri perch? provenienti da persona ben conosciuta e della cui lealt? e buona fede non ? possibile dubitare.

E qui ti confesso, caro Farina, che mi par di far un bell'atto di coraggio mettendomi a raccontar fatti e a presentar documenti contro i quali so, anticipatamente, di dover trovare armata la diffidenza, la preoccupazione e, lasciamelo dire, la prosuntuosa ignoranza di gran parte del pubblico. Ma se fra mille che mi canzoneranno, se fra altri mille che non vorranno prestarmi fede, incontrassi una persona ragionevole e competente la quale, anzi che permettersi di sorridere e di dubitare, prendesse in mano il manipolo dei fatti da me raccolto e lo gettasse, insieme colle mie induzioni e colle mie ipotesi, nel crogiuolo dell'analisi positiva, io mi terrei ricompensato, e con usura, del mio ardire imprudente.

N? credere che il mio amor proprio di osservatore abbia a sentirsi un pochino mortificato nel caso, possibilissimo, che le mie induzioni e le mie ipotesi risultino, dopo un serio esame, insussistenti ed assurde; t'inganneresti di molto. Le ipotesi, le induzioni io le do per quel che valgono, per prodotti di un curioso, di un osservatore dilettante, ? come dire di un mezzo ignorante. Pei fatti, pei fatti soltanto, son pronto a stender la mano sul fuoco e a lasciarvela bruciare.

Se dovessi ricominciare i miei esperimenti di sonnambulismo provocato, non sarei oggi cos? imprudente come nell'estate del 1864 in Firenze. Ma allora non avevo nessuna idea del delicatissimo e terribile strumento col quale mi baloccavo, intendo dire il sistema nervoso di quella ragazza sui diciotto anni, non bella, d'un bruno pallido, di costituzione linfatico nervosa che cos? gentilmente si prestava a tutti i miei capricci di dilettante.

Bisogna per? riconoscere che la tentazione era assai forte.

Entrata in sonnambulismo con qualche difficolt?, dopo nove sedute consecutive, non mai durate meno di un'ora e mezzo, la Beppina P.... avea mostrato quasi subito facolt? di sonnambula talmente eccezionali, talmente docili e sottomesse alle pi? strane pretese di uno sperimentatore senza scrupoli perch? ignaro dei danni ove poteva inciampare, che il resistere agli allettamenti di quella rarissima occasione sarebbe stato, da parte mia, uno sforzo proprio miracoloso.

Tu sai che basta dire ad una sonnambula: ecco un serpente! ecco un leone! eccoti trasformata in passerotto! eccoti diventata una vecchia! perch? quella provi realmente il ribrezzo della vista del serpente, il terrore della presenza del leone, perch? perda la coscienza della sua personalit? e si creda un uccellino, perch? si atteggi e pensi e parli come una persona molto acciaccata dagli anni.

Allora mi pass? pel capo l'idea di vedere se l'allucinazione, cos? facilmente ottenuta durante il sonnambulismo, poteva egualmente venir riprodotta, o almeno prolungata, nello stato di veglia.

Pare che le mie esperienze siano state, senza volerlo, uno di questi passi in avanti.

Non le dissi: vedr? suo fratello trasformato in un mostro, ma la svegliai colla fermissima volont? ch'ella lo vedesse a quel modo.

Cos? io mi accorsi che l'allucinazione, oltrepassato il senso della vista, per una specie di consentimento dei nervi, si era comunicata, senza che io ne avessi avuto l'intenzione, anche al senso del tatto.

L'addormentai per svegliarla colla intenzione che non dovesse pi? rammentarsi di nulla. E non si ramment? di nulla.

Questa volta l'allucinazione s'era estesa anche all'udito. La Beppina non riconosceva il fratello neppure alla voce; e, interrogata, gli rispondeva con ritenutezza contegnosa. Una commedia divertentissima.

Da allora in poi mi lanciai nel mare magno delle allucinazioni con un piacere fanciullesco; e furono esperimenti senza numero, uno pi? bizzarro dell'altro. La mia volont? di magnetizzatore produceva miracoli, a petto dei quali gl'incantesimi delle fate sarebbero parsi ridicole inezie. Le stanze trasformavansi in magnifici giardini dagli immensi viali ombrati, dalle aiuole screziate dei pi? bei fiori che occhio umano avesse mai visto; marmoree fontane zampillavano, iridate al sole, in mezzo alla fresca verzura dei prati; graziosi animali d'ogni specie, scimmie, pappagalli, colibri, uccellini-mosca, grosse farfalle azzurre saltellavano, volavano, cantavano attorno alla Beppina, con suo gran diletto. Quegli uccellini brillanti come un topazio la intenerivano singolarmente; e, se io le ordinavo di acchiapparne qualcuno, tosto mi pregava di rendergli la libert?: -- Poverino! Era cos? bello!

Ricordo di uno scimmiotto ch'ella si divertiva a mandare in camera di una pigionale vecchia e noiosa, perch? le mettesse ogni cosa sossopra e la facesse arrabbiare. Ma una volta le parve che lo scimmiotto, saltato addosso alla vecchia, la graffiasse e la mordesse: e si mise ad urlare: no! no! tremando tutta, convulsa.

Temetti un accesso nervoso; e, sbadatamente, le dissi che non era vero, che lo scimmiotto era un'allucinazione....

-- Come non era vero?

Port? le mani alla fronte. Non sapeva persuadersi in che modo, desta, ad occhi aperti, potesse vedere quel che non era.

-- Guardi! le dissi, soffiandole forte sulla faccia; non c'? pi? nulla!

L'allucinazione era sparita; ma la Beppina si premeva tuttavia, colle due mani, la fronte, pallida, fissando gli sguardi spaventati sopra di me che le ripetevo, ridendo: ? uno scherzo.

Concepire la possibilit? d'un esperimento e tentarlo era tutt'uno per me.

La gran caldura mi costringeva a passare in casa quasi l'intiera giornata, e perci? mi svagavo col magnetismo, prendendo brevi appunti d'ogni esperimento che tentavo.

Quel giorno stavamo per andare a tavola. Un ritratto di Garibaldi, appeso alla parete, mi sugger? l'idea di far vedere alla Beppina il suo babbo trasformato nel Generale dalla camicia rossa, dalla testa leonina, dalla bella barba bionda. E il contrasto era perfetto. Il signor P....... aveva certi baffoni appuntati e una barba folta, lunga, d'un nero un po' brizzolato di bianco che gli dava un'aria truce, mentre egli, all'opposto, era proprio un cuor d'oro.

-- Vada a vedere chi c'? di l?. Sar? a pranzo da noi.

-- Ma ? Garibaldi!

Ora so che il Richet, dopo le osservazioni del Burq e dello Charcot, inclina molto verso questo parere. Con esse ? stato dimostrato che dal contatto di un metallo poco ossidabile con la pelle sviluppansi debolissime correnti elettriche capaci di modificare rapidamente la sensibilit? di un intiero lato del nostro corpo.

Ma sono, egli conchiude, tutte ipotesi negative; e il confessarlo ? gi? qualche cosa.>>.

Quest'ultima esperienza, ripetuta un'infinit? di volte, circondandola di tutte le pi? scrupolose cautele, fu da me rifatta quasi un anno dopo, nel maggio del 1865, quantunque non l'avessi ritentata da gran tempo. Uno dei miei fratelli, venuto per le feste dantesche, afferrata la Beppina solidamente pei polsi, voleva costringerla a varcare quella soglia incantata. -- Dio!... Mi strappa le braccia!... urlava la Beppina. E mio fratello dovette smettere; e quasi non credeva a s? stesso.

Oggi questa ipotesi della capacit? del fluido magnetico -- elettricit? o altro agente ancora senza nome -- di esser foggiato a piacere, reso percettibile, come qualunque oggetto materiale, agli occhi sensibilissimi della magnetizzata, e ridotto, per essa, resistente e pesante, mi pare non solo assurda ma inutile affatto. Non basta forse la estrema sensibilit? della sonnambula perch? questi fenomeni cos? fuor del comune trovino la loro facile e ragionevole spiegazione e sian rimessi dentro la cerchia di tutti gli altri fenomeni del sonnambulismo provocato?

Intanto, a furia di esperimenti ripetuti, variati, intrecciati insieme con tanta inconsideratezza e tanta prodigalit?, avevo siffattamente sconvolto il sistema nervoso di quella brava ragazza, che una crisi isterica, o un che di somigliante, doveva ben presto, in un modo o nell'altro, colpirla. Non aspettai che questa venisse naturalmente, per diretta conseguenza; ma le andai sbadatamente incontro, le feci ressa; e quando i fenomeni della gran nevrosi isterica scoppiaron fuori con la loro terribile violenza, non fui pi? buono a dominarli.

Sarebbe, da parte mia, troppa presunzione lo affermarlo.

Con questi benedetti fenomeni magnetici e spiritici si brancica tuttavia nell'oscurit?, passando di sorpresa in sorpresa. Quando par di essere omai sicuri di aver afferrato relazioni intimissime tra i fenomeni, per esempio, della gran nevrosi e quelli del sonnambulismo provocato, ed ecco apparire differenze non meno certe, non meno notevoli, di grado, d'intensit?, di mezzi, di resultati, che ci fanno ricadere nel buio, togliendo quasi ogni valore ai confronti, alle deduzioni, alle timide ipotesi foggiate. Cos? quando par di essere egualmente sicuri che tra i fenomeni del sonnambulismo e gli spiritici corrano relazioni di parentela non meno strette delle altre gi? osservate fra il sonnambulismo e la gran nevrosi, ed ecco nuovi fenomeni che ci sbalestrano lontani mille miglia, e ci strappan fra le mani quell'esile filo da cui ci aspettavamo di esser guidati per l'intrigatissimo laberinto.

Si tratta, probabilmente, di gradazioni, di sfumature, forse; ma chi potrebbe dirci in questo momento dove il sonnambulismo finisca e la gran nevrosi incominci? Dove il sonnambulismo finisca e incominci lo Spiritismo?

La gran nevrosi isterica sembra prodotta da una lesione organica, accidentale o ereditaria importa poco; o per lo meno da un pervertimento di funzioni, spesso irrimediabile, del sistema nervoso.

L'alterazione temporanea, provocata in questo, lentamente, dall'azione del sonnambulismo, ?, nel maggior numero dei casi, proprio innocua, non lascia traccia neppur nella memoria della persona magnetizzata, ed ha un carattere fisiologico spiccatissimo. Le belle ricerche del Baillif, intorno al sonnambulismo delle isteriche, son l? per provarlo. Nelle isteriche il sonnambulismo diventa patologico affatto.

Dai fenomeni magnetici agli spiritici il passaggio vien cos? agevole che si avverte appena.

L'allucinazione, ripetutamente provocata, si svolge, a poco a poco -- nei particolari -- con una tal quale indipendenza. Qualcosa della personalit? della sonnambula sussiste, resistendo, e, avuta la spinta verso una direzione qualunque, si mette a lavorare, pi? o meno attivamente, secondo le circostanze, per proprio conto. Fino a qual punto pu? giungere questa attivit? interiore che, rimanendo sempre incosciente, d? quindi alla sonnambula l'illusione, naturalissima, di un che fuori di lei?

Avevo gi? notato nella Beppina i sintomi della sua graduale emancipazione dalla influenza del magnetizzatore. Di quei personaggi, di quei giardini, di quei viali ombrati, di quelle marmoree fontane zampillanti, di tutti quei graziosi e vispi animaletti di cui mi divertivo a circondarla, io tracciavo, per dir cos?, soltanto le linee generali, i contorni. La sua immaginazione sovra eccitata sviluppava, coloriva, animava ogni cosa; come hai dovuto specialmente notare a proposito di quello scimmiotto che le parve graffiasse e mordesse la vecchia pigionale noiosa, senza che mi fosse mai passato nulla di simile per la testa.

Anzi, una volta, questa emancipazione interiore mutossi in una parziale ribellione del sistema nervoso. Quella sera le palpebre della Beppina rimasero ermeticamente chiuse e a nulla valsero i ripetuti soffii e i passaggi, n? i violenti spruzzi d'acqua fresca al viso e gli altri mezzi da me adoperati per fargliele aprire.

-- Non si confonda! ella mi disse, vedendomi un po' turbato dalla novit? del caso. Ci veggo egualmente.

E in prova, lesse, scrisse, bench? gli orli delle sue palpebri fossero cos? cuciti fra loro che la pressione delle mie dita non riusciva menomamente a scostarli; e prepar? la tavola per la cena, ridendo delle mie precauzioni quando volevo impedirle di mettere al posto le bottiglie e i bicchieri, per paura che, urtando, non li mandasse in frantumi.

Riaddormentatala, dopo cena, le chiesi con insistenza di suggerirmi un rimedio per quell'inatteso inconveniente.

-- Non ? nulla, rispose. Ho dormito magneticamente un po' troppo; ecco. Riaprir? gli occhi domani.

E cos? avvenne.

Nel caso che sto per raccontarti questi piccoli accenni di emancipazione diventan rivolta addirittura.

Poco sapevo allora intorno allo spiritismo, e pi? per sentito dire che per cognizioni attinte dai libri. Mi era stato assicurato che col mezzo del sonno magnetico l'evocazione spiritica riusciva assai facilmente. Altri ci si era provato, pareva, con buon successo; volevo provarmici anche io.

Dovevo proprio rimanere al buio?

Fu cos? che mi venne la cattiva idea d'indirizzarmi allo stesso Foscolo, facendolo evocare dalla Beppina. Era naturale, via! che, dopo tante meraviglie magnetiche, non dubbitassi pi? di nulla, di nulla!

La sera del 23 agosto, dunque, fattala entrare a posta in sonnambulismo, le dissi:

-- Potrebbe mettersi in communicazione collo spirito di un uomo morto in Inghilterra nel 1827?

-- Proviamo, rispose. Come si chiamava?

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