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Read Ebook: Ahi Giacometta la tua ghirlandella! by Beltramelli Antonio

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Ebook has 2913 lines and 61649 words, and 59 pages

Ma tu mi vedevi e bastava questo perch? il mio affanno crescesse a dismisura. Poi siccome le alterazioni dello spirito si ripercuotono nella nostra viva materia, io venivo perdendo l'appetito di giorno in giorno mirabilmente, il che, per le domestiche economie, non era trascurabile.

La mia formidabile zia, quando eravamo a tavola, io e lei e Salsiccia, il gatto rosso, vedendo il mio piatto vuoto, mi chiedeva stridendo:

-- Perch? non mangi?

-- Non ho fame.

-- Bravo! Chi non mangia ha mangiato.

E ci? bastava allo spirito di lei che era altruista, mentre io ero un languido giovane che dimagriva dietro le meraviglie del giardino di Giacometta.

E un altro giorno mia zia, la signora Adalgisa, mi disse:

-- Tu mi sembri Salsiccia nel mese di gennaio, quando si innamora!

Bisogna sapere che Salsiccia, nel mese di gennaio, diventava il pi? brutto e magro ed ispido gatto dei dintorni, forse perch? era troppo sensibile e si ostinava a voler darsi appassionatamente a chi non voleva saperne di lui. Ritornava altres? questo gatto, dopo lunghe misteriose assenze, pieno di guidaleschi e mezzo divorato dai rivali suoi soffianti.

Il paragone turb? la mia bianca estasi e mi dest? nei precordi un senso di ribellione; ma tacqui perch? la signora Adalgisa non ammetteva le si potesse dar torto.

Poi, una volta accadde questo. Ero al mio davanzale, quand'ecco venir di corsa Giacometta.

Il sole faceva della bianca casa di lei, in fondo al giardino, come una cosa viva. Fiorivan tre mimose lungo il viale dal quale arrivava la mia creatura, fra il cantare e lo zirlare di tutti i richiami del roccolo.

Quel giorno Giacometta si era vestita come il fiore del lino e aveva negli occhi celesti l'intiera luce di un mare. La sua biondezza passava fra sole e ombra sempre illuminata. Io sentivo tutto il mondo vivere e trasfigurarsi in quella leggera grazia e me ne stavo col pi? immobile e pallido volto che abbia avuto mai un povero innamorato giovinetto. Ad un tratto si ferm? proprio sotto la mia finestra che non era alta pi? di cinque metri da terra e guard? in su, e sorrise. Io sbiancai ed impietrii come se fosse per toccarmi l'avventura pi? terribile della mia vita.

E Giacometta mi parl?.

-- Buongiorno signor... buongiorno signor Coso!...

Ella sorrideva ancora.

-- Perch? non discende in giardino?

Ma poteva darsi tanto?...

Risposi con la stessa accorata malinconia, puntandomi un dito sul petto:

-- Io?...

-- S?... lei!...

O cuore della rondine nel cielo!

-- Ma... signorina Giacometta... io non conosco nessuno!...

-- E che importa?

-- E da dove dovrei passare?

-- Scenda di l?!...

Misurai la distanza.

-- Ha forse paura?...

Mi sentii d'improvviso il cuore di Salsiccia; presi lo slancio e caddi con discreta leggerezza, dentro un rosaio.

Uscii come un povero Cristo, tutto sgraffiato nelle mani e nella faccia: Giacometta si affrett? a chiedermi:

-- Si ? fatto male?... Venga qua, che le tolga le spine.

Le porsi le mani, e, sulla cima di ogni dito, c'era il mio rosso cuore che ballava la furlana. Mi sentivo arder la faccia ch'era color della brage.

-- Dio... quante ce ne sono!... -- disse lei. Ed io dissi:

-- Infatti sono molte...

-- Le faccio male?

-- Non mi pare!

-- Povero signor Coso!

Perch? poi, Coso, se mi chiamavo Francesco?

Sentivo le sue mani tepide, fini, delicate sfiorare le mie; vedevo il suo viso di mandorla, la sua testa bionda china sulle mie mani e abbrividivo come una minugia.

Ad un tratto mi prese una vampata al capo che mi fece veder tutto rosso e mi fece dire senza che neppure me ne accorgessi:

-- Signorina Giacometta... io l'amo!...

Ella mi guard? dal sotto in su, sorridendo e rispose calma calma:

-- E non sa dirmelo un pochino meglio?...

Riprese, dopo un silenzio:

-- Tanto l'avevo capito. Lasci stare. Da quando ha preso il suo domicilio sul davanzale della finestra mi sono accorta ch'ella non stava l? per studiare botanica...

Poi abbandon? le mie mani, rialz? il capo, scosse i capelli dalla fronte e disse:

-- Ecco fatto. Ora sta meglio. Avevo un po' di rimorso per averle fatto fare quel salto; ma gli uomini mi piacciono alla prova. S'ella avesse preferito entrar dalla porta di strada come tutti i mamalucchi che vengono a domandar la mia mano, le avrei riso sul muso. Cos? la cosa ? diversa. Venga venga; ora le mostrer? ci? che amo.

E mi trascin? via di gran corsa, per i viali del suo giardino incantato.

In tal modo, nonostante la mia timidezza, entrai di un salto nella vita di Giacometta.

-- Perch? facesti tu questo?... -- Oh, per la primavera lo feci, cuor mio!...

Io avevo fatto il salto ch'eran forse le cinque di un pomeriggio di marzo; ora ci accorgevamo che il sole era gi? dietro ai colli.

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