Read Ebook: Duel in Black by West John Foster Vestal Herman B Illustrator
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Ebook has 72 lines and 5278 words, and 2 pages
Il caso mi favor?. Per la morte d'una zia, Teresa fu costretta ad allontanarsi da Roma e a rimanere assente qualche tempo. Io potei con una insolita assiduit? presso mia moglie riempire il gran vuoto che la "Biondissima" partendo lasciava nelle mie giornate. E non era ancora svanito in me il turbamento di quella sera; e qualche cosa di nuovo, indefinibile, da qualche sera ondeggiava tra me e Giuliana.
Poich? le sofferenze fisiche di lei aumentavano, io e mia madre potemmo con molta fatica ottenere che ella si sottoponesse all'operazione chirurgica richiesta dal suo stato. L'operazione portava per s?guito trenta o quaranta giorni di assoluto riposo nel letto e una convalescenza prudente. Gi? la povera malata aveva i nervi estremamente indeboliti ed irritabili. I preparativi lunghi e fastidiosi la estenuarono e la esasperarono al punto che ella pi? d'una volta tent? di gittarsi gi? dal letto, di ribellarsi, di sottrarsi a quel supplizio brutale che la violava, che l'umiliava, che l'avviliva....
--Di'--mi chiese un giorno, con la bocca amara--se tu ci pensi, non hai ribrezzo di me? Ah, che brutta cosa!
E fece un atto di disgusto su s? medesima; e s'accigli?, e si ammutol?.
Un altro giorno, mentre io entravo nella sua stanza, ella si accorse che un odore mi aveva ferito. Grid?, fuori di s?, pallida come la sua camicia:
--Vattene, vattene, Tullio. Ti prego! Parti. Ritornerai quando sar? guarita. Se tu rimarrai qui, mi prenderai in odio. Sono odiosa cos?; sono odiosa.... Non mi guardare.
E i singhiozzi la soffocarono. Poi, in quello stesso giorno, dopo qualche ora, mentre io tacevo credendo ch'ella fosse per assopirsi, usc? in queste parole oscure, con l'accento strano di chi parla in sogno:
--Che dici, Giuliana?
Ella non rispose.
--A che pensi, Giuliana?
Non rispose se non con un atto della bocca, che voleva essere un sorriso e non pot?.
Ah, cos? mi parve, morente mi parve, quella mattina, quando i dottori l'addormentavano col cloroformio ed ella, sentendosi sprofondare nell'insensibilit? della morte, due o tre volte tent? di alzare le braccia verso di me, tent? di chiamarmi. Io uscii dalla stanza, sconvolto; e intravidi i ferri chirurgici, una specie di cucchiaio tagliente, e la garza e il cotone e il ghiaccio e le altre cose preparate su un tavolo. Due lunghe ore, interminabili ore, aspettai, esacerbando la mia sofferenza con l'eccesso delle imaginazioni. E una disperata piet? strinse le mie viscere d'uomo, per quella creatura che i ferri del chirurgo violavano non soltanto nella carne miserabile ma nell'intimo dell'anima, nel sentimento pi? delicato che una donna possa custodire:--una piet? per quella e per le altre, agitate da aspirazioni indefinite verso le idealit? dell'amore, illuse dal sogno capzioso di cui il desiderio maschile le avvolge, smanianti d'inalzarsi, e cos? deboli, cos? malsane, cos? imperfette, uguagliate alle femmine brute dalle leggi inabolibili della Natura; che impone a loro il diritto della specie, sforza le loro matrici, le travaglia di morbi orrendi, le lascia esposte a tutte le degenerazioni. E in quella e nelle altre, rabbrividendo per ogni fibra, io vidi allora, con una lucidit? spaventevole, vidi la piaga originale, la turpe ferita sempre aperta "che sanguina e che pute"....
Quando rientrai nella stanza di Giuliana, ella era ancora sotto l'azione dell'anestetico, senza conoscenza, senza parola: ancora simile a una morente. Mia madre era ancora pallidissima e convulsa. Ma pareva che l'operazione fosse riuscita bene; i dottori parevano soddisfatti. L'odore del jodoformio impregnava l'aria. In un canto, la monaca inglese empiva di ghiaccio una vescica; l'assistente ravvolgeva una fascia. Le cose tornavano nell'ordine e nella calma, a poco a poco.
L'inferma rimase a lungo in quel sopore; la febbre comparve leggerissima. Nella notte per? ella fu presa da spasimi allo stomaco e da un vomito infrenabile. Il laudano non la calmava. E io, fuori di me, allo spettacolo di quello strazio inumano, credendo ch'ella dovesse morire, non so pi? che dissi, non so pi? che feci. Agonizzai con lei.
Nel giorno seguente, lo stato dell'inferma miglior?; e poi, di giorno in giorno, and? ancora migliorando. Le forze lentissimamente tornavano.
Un giorno, mia madre disse a Giuliana, in mia presenza:
--Quando ti leverai, quando ti potrai muovere, andremo tutti insieme alla Badiola. Non ? vero, Tullio?
Giuliana mi guard?.
--S?, mamma--risposi, senza esitare, senza riflettere.--Anzi, io e Giuliana andremo a Villalilla.
Ed ella di nuovo mi guard?; e sorrise, d'un sorriso impreveduto, indescrivibile, che aveva una espressione di credulit? quasi infantile, che somigliava un poco a quello d'un bambino malato a cui sia fatta una grande insperata promessa. Ed abbass? le palpebre; e continu? a sorridere, con gli occhi socchiusi che vedevano qualche cosa lontana, molto lontana. E il sorriso s'attenuava, s'attenuava, senza estinguersi.
Quanto mi piacque! Come l'adorai, in quel momento! Come sentii che nulla al mondo vale la semplice commozione della bont?!
Una bont? infinita emanava da quella creatura e mi penetrava tutto l'essere, mi colmava il cuore. Ella stava nel letto supina, rialzata da due o tre guanciali; e la sua faccia dall'abbondanza dei capelli castagni un poco rilasciati acqui
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