Read Ebook: Zur Männerfrage! by Schachne Clara
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Ebook has 168 lines and 4864 words, and 4 pages
Maria fece una corsa fuori di citt? un giorno che i ragazzi erano a scuola, e trov? che la casetta era abitabile: semplice, con pochi mobili, di forme antiquate, non eleganti, ma non vi mancava nulla di quello che era strettamente necessario; la sola spesa sarebbe stata di dare una mano di bianco alla cucina. Appena ritornata, disse al padre:
--Il letto dello zio, che ? il migliore, va bene per te, gli altri, se non sono molto soffici, non importa, noi siamo giovani e non abbiamo bisogno di tante ricercatezze.
E il padre acconsent?, contento di farsi dare i suoi giorni di permesso durante l'autunno, per fare un po' di campagna.
Maria, nei momenti di calma, pensava a quei due mesi d'autunno, come ad una festa.
I ragazzi, stando all'aria aperta in libert?, avrebbero acquistata tanta salute; intanto essa avrebbe anche fatto delle economie. In quel pezzo di terra davanti alla casa dove lo zio coltivava i suoi fiori, essa s'era contentata di conservare qualche rosaio presso la porta d'ingresso, ma avea fatto piantare, nel resto del campo, cavoli, fagiuoli, piselli, patate, pomidoro, prezzemolo, insalatina e tutta la verdura che sarebbe bisognata per la casa, e quella verdura s'era offerto a coltivargliela un vicino; cos? non avea spese: poi al villaggio tutto era pi? a buon mercato che in citt?; insomma essa era felice di questo suo disegno. Era soltanto preoccupata degli studii dei suoi fratelli, perch?, se dovevano ripetere gli esami, allora addio campagna! avrebbe forse dovuto rinunciarvi, e a quel pensiero si sentiva stringere il cuore.
Era una giornata calda nel cuor dell'estate. Elisa e Giannina che frequentavano le scuole elementari, e Carlo che andava al ginnasio, dovevano far l'esame appunto in quel giorno, e Maria, ansiosa di saperne l'esito, andava ogni tanto alla finestra per vederli spuntare di lontano.
Vennero prima le bambine contente, avevano risposto bene ed erano certo passate. Carlo invece entr? di cattivo umore, e tutto furioso gett? il cappello da una parte e i libri dall'altra. Maria si sent? dare un colpo al cuore, e cap? subito che cosa significasse quella furia.
--Gli esami non sono andati bene?--chiese con un sospiro.
--Il professore ? un asino,--disse Carlo irritato.
--Sarai tu un asino, che non avrai saputo rispondere; almeno lo confessassi, e non fossi tanto presuntuoso. Dunque non sei passato? Me l'aspettavo.
--Mi domand? certe cose difficili; poi i compagni mi facevano ridere, mi sono confuso, ecco.
--Mi dispiace,--disse Maria con amarezza,--cos? tutti per colpa tua dovranno rinunciare alla campagna.
--Non dir questo, Maria, posso studiare anche l?, anzi studier? meglio in mezzo alla quiete campestre.
--Gli ? che forse non avrai pi? bisogno di studiare. Sai che cosa ha detto il babbo? Se non passi ti metter? ad un mestiere, almeno ti guadagnerai il pane.
--Siete matti,--disse Carlo,--io far l'operaio? Mai pi?. Lo sai, io voglio diventare un personaggio celebre, un eroe.
Le sorelline si misero a ridere.
Maria gli disse che principiava molto bene; del resto sarebbe meglio diventare un buon operaio, che un cattivo dottore.
--Non lo dire al babbo che l'esame ? andato male.--disse Carlo,--studier? e ti prometto di non ripetere l'anno; non lo dire al babbo, ti prego.
--Non lo dir?, ma lo verr? a sapere, lo domander? ai professori.
--Spero che non avr? tempo.
--Per? in villa ci andiamo, non ? vero, Maria? chiese colla sua --grazietta Giannina, la bimba pi? piccola.
--In villa?--disse Maria.--Non ? una villa la nostra, ma una povera casetta di campagna.
--Se Elisa raccont? ad Angiolina Merli che avevamo una bella villa, con un bel giardino!...
--Sempre le tue solite fanfaronate,--disse Maria rivolgendosi con accento severo ad Elisa.--Possibile che non ti corregga mai di questo vizio?
--Tutte raccontano che vanno in villa e parlano di viali ombrosi, di giardini fioriti, e l'ho raccontato anch'io, per non essere da meno dello altre.
--Lo sai che non voglio che tu dica quello che non ? vero.
--L'Angiolina non pu? mica vedere.
--? forse la figlia della cucitrice? ? una buona ragazza.
--S?,--disse Giannina,--? la pi? attenta di tutta la scuola, e quando Elisa raccontava della villa avea le lagrime agli occhi pensando che i suoi genitori erano tanto poveri e non potevano andare nemmeno a respirare un po' d'aria buona; essa diceva: <
--Ebbene, la inviteremo a venire con noi,--disse Maria,--? una brava ragazza, conosco sua madre e si fa un'opera buona, cos? anche vedr? la differenza che passa fra la villa fantastica che le ha descritta Elisa e la casa modesta dove andiamo ad abitare.
Elisa s'era fatta tutta rossa e diceva:
--Maria, ti prego, non farlo, lo racconter? alle compagne e rideranno di me.
--Sar? il tuo castigo, cos? imparerai a non esagerare le cose e a non farti credere pi? di quello che sei.
--Piuttosto invita l'Evelina,--disse Elisa.
--Ti pare? Essa ? abituata a viver pi? riccamente di noi, ci dovremmo mettere in impegno e far delle spese, e poi non si troverebbe bene; invece per Angiolina non cambiamo nulla delle nostre abitudini e si trover? bene come una regina. Evelina sarebbe un disturbo inutile perch? non ho nessuna intenzione di fare degli inviti; riguardo ad Angiolina si fa una buona azione. Cos? uno di questi giorni andremo dalla signora Merli per invitarla.
--Chiss? se sua madre la lascer? venire!--disse Elisa.--Sarei proprio contenta che non le desse il permesso.
In questa speranza si calm?, ma era sempre preoccupata dal dubbio che Angiolina accettasse, e quel pensiero le turb? la gioia d'aver terminati gli esami.
MARIO E VITTORIO.
Vittorio faceva la seconda e Mario la prima classe delle scuole tecniche. Erano tutt'e due intelligenti, ma Vittorio tranquillo, studioso, diligente, e Mario invece irrequieto, non avea voglia di studiare e non stava mai attento. Avea dovuto perdere un anno per la sua condotta, e perch? in scuola si burlava non solo dei compagni, ma dei professori.
Maria era impaziente d'aver notizie dei suoi fratelli, e ad una cert'ora s'avvi? colle ragazze alla scuola, ma quando entr? nell'atrio, s'accorse che gli esami non erano ancora terminati. Vi trov? molti babbi e molte mamme, anch'essi impazienti di aver notizie dei loro figli, e alcuni ragazzi che uscivano a due a due, a gruppi, chiacchierando assieme e gesticolando, alcuni saltando dalla gioia, altri, incerti, fermati ad attendere che uscissero i professori, nella speranza di saper qualche cosa sull'esito dei loro esami.
Quelli che vedevano da lungi i genitori si univano a loro e quasi tutti erano contenti d'aver terminato le scuole per quell'anno, e della prospettiva di due o tre mesi di vacanza.
Finalmente usc? Vittorio e s'avvicin? alle sorelle colla faccia contenta, sicuro dell'esame che avea fatto.
--? andato bene?--disse Maria.
--Il professore m'ha domandato una cosa facile e m'ha detto: bravo! Come sono contento!--S'alz? in punta dei piedi e diede un bacio a Maria.
Mario usc? correndo e saltando, si mise a giocare alla palla coi libri, e fermatosi davanti alla turba dei suoi fratelli disse:
--Non mi chiedete nulla?
--Dalla tua allegria si direbbe che ? andato bene.
--Credo di s?, io non sapevo molto di quello che m'hanno domandato, sono andato avanti diritto senza interrompermi, e pare siano rimasti contenti.
Intanto Maria vide uscire il professore di Mario che conosceva bene, per avergli raccomandato spesso il fratello, gli si avvicin? e gli chiese notizie dell'esame.
--Pu? dire d'esserne uscito per miracolo, e se non lo salvavo io....
--Ne fece qualcuna delle sue?--chiese Maria.
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