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Read Ebook: Kauhea Tarzan: Seikkailuromaani Afrikan aarniometsistä by Burroughs Edgar Rice H Meen Anttila V In Translator

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Ebook has 1296 lines and 70201 words, and 26 pages

Saper si dee che nel voler fare la zeca fa di bisogno che la prima causa sia il prencipe, poi il zechiero col contista, ed appresso l'oro e l'argento. E quanto al primo: i prencipi non dovranno or pi? tolerare che si lavori senza ordine e senza regola universale, come sinora ? stato fatto con tanta variet? di monete fatte sotto vari pesi di libre, e con vari rotti nelle leghe o finezze; ma ordinar dovrebbono che le monete fossero lavorate e fatte nel modo e con gli ordini nelle tariffe e nel capitolo XLVI descritti. Onde ne seguirebbe che tra gli assaggiatori non si disputerebbe a che finezze fossero state fatte. I zechieri ancora dovranno avere la loro debita mercede a ragion di un tanto per libra di monete, da doversi loro pagare da chi ne vorr? far fare o d'oro o d'argento; e qual mercede delle fatture da tutti si sapr?, ed in particolare da chi far? fare i danari, e ci? col mezo delle concessioni, ordini e capitoli sopra ci? tra i superiori ed i zechieri fatti. Ed avvertire dovranno essi zechieri che i saggi siano giusti in tutte le sorti di monete, e che siano ben tirati ed asciutti dalle superflue umiditadi, accioch? in esse sempre si trovi il loro giusto fino su quelle segnato; e quel zechiero, che far? pi? a piacere nelle fatture, sar? eletto dalli superiori, essendo loro grato; e quando alli zechieri fosse proveduto di qualche condecente annua provigione, come si costuma di cos? fare ad altre persone ingeniose e di virt? dotate, essi ragionevolmente dovranno pigliare assai meno, per conto delle dette fatture, di quello che loro fosse concesso di poter t?rre quando che non avessero provigione alcuna. Potrebbe ben poi essere che alcuni prencipi e signori darebbono del suo proprio la detta annua provigione, overo che pagherebbono le dette fatture o in tutto o in parte, non solo quando facessero lavorare per loro conto, ma anco le pagherebbono cos? per molti altri, da' quali fossero portati e posti gli argenti ed ori di min?re, o grezi, o simili, nelle loro zeche per farli coniare, e forse anco userebbono a questi tali qualche altra cortesia; e ci? farebbono essi prencipi per far conoscere la loro grande liberalit? e magnificenza, ed anco per ampliare maggiormente le sue degne memorie ed onorate imprese.

Come venir? rimediato ai disordini che sogliano occorrere per causa delle monete cos? d'oro come d'argento.

L'ordine che si dovr? tenere in correggere o tassare le monete gi? fatte.

Che si escluderanno molti errori che tuttod? seguono a danno di ciascuno.

Quattro eccessivi disordini, a' quali verr? proveduto.

Degli assaggiatori.

Bench? da me sia stato detto in parte il modo da osservarsi nel fare le zeche, nondimeno quanto alli saggi brevemente dico che, s? come per il tempo passato e sinora tra quelli che di ci? fanno professione si sono trovate alle volte differenze e fatte dispute sopra le leghe delle monete d'alcune citt?, e non dovendo ci? mai pi? intervenire per causa delle note che fedelmente su le monete saranno impresse; per? essi avvertiranno farli che siano ben tirati ed asciutti dalle superflue umiditadi, cos? d'ogni sorte di monete, come anco d'ogni altro oro ed argento, de' quali occorrer? loro farne il saggio.

Regola per la quale si potr? conoscere quant'oro ed argento si piglia da chi riceve danari.

Ora, perch? mi pare aver ragionato a bastanza intorno al fatto proposto, mi piace venire alla prattica e porre in aperto le seguenti tariffe, e prima quella dell'oro ed argento insieme, per mostrare la vera forma e la real proporzione d'una parte d'oro a peso per dodici d'argento, e dodici d'argento per una di oro con i loro dati valori corrispondenti, da poter fare le monete d'oro del loro debito e giusto essere. La seconda sar? quella delle monete d'argento, in corrispondenza di quelle d'oro; accioch? col mezo di tali ordini, cos? nel dare come nel ricevere, ciascuno in qualsivoglia sorte di monete abbia delli valori, e del puro e del fino il suo giusto confronto; e da questi ordini si conosceranno molti errori, che sogliono occorrere nel far pagamenti con le monete sotto diversit? d'ordini fatte.

Tariffe cinque, per le quali si dichiara il modo e la regola che tener si debbe nel far monete d'oro proporzionate in corrispondenza dell'argento.

CAPITOLO XX

Discorso sopra le dette tariffe, nel quale anco si mostra l'ordine che si dovr? tenere per fare i conti giusti delle monete d'oro gi? fatte, che si troveranno essere pi? leggiere o pi? grevi di peso delle contenute in esse tariffe.

Col mezo delle suddette tariffe si vede l'ordine e la regola vera, con la quale si hanno a fare in tutte le zeche le monete d'oro. E quanto a quelle che sinora sono state fatte, dico che, quando i ducati si troveranno essere alla finezza e peso in dette tariffe contenuto, non occorrer? far altro; ma, quando si troveranno essere o pi? leggieri o pi? grevi di quest'ordine, essi si dovran pagare e ricevere in questo modo, cio?: che per ogni grano, tanto di calo quanto di crescimento, si sconteranno o si faranno buoni soldi 2 e denari 6. E parimente per ogni denaro a peso, lire tre, e per ogni oncia, lire settantadue imperiali. Si potr? anco tolerare questa tassa di soldi 2 e denari 6 per grano negli scudi, che fossero pi? leggieri o pi? grevi di quelli da 113-1/7 o da 99 overo da 132 alla libra, cio? sino alla somma di grani 12; conciosiach? grani 12 sono solamente grani undeci di pur'oro, e ci? ? cosa di poco momento per farvi altra tassa, quanto sia dalli detti 12 grani in gi?. Ma, quando la quantit? della leggerezza o grevezza ascendesse sino alla somma di grani 24, essi sono solamente grani 22 di oro puro, e similmente denari 24 a peso sono denari 22 di pur'oro; e cos? dei bisilachi, che grani 24 saranno grani 16 di dett'oro, e denari 24 saranno solamente denari 16; e parimente si potr? cos? fare d'ogni altro oro gi? coniato d'altre finezze. E con questa regola si potranno sempre fare i conti giusti del dare e dell'avere in ogni sorte di monete d'oro, imperoch? s'avr? sempre riguardo al puro che in quelle si trover? essere o di pi? o di meno, e cos? nelle picciole somme come nelle gran quantitadi.

Tariffe sette, per le quali si mostra l'ordine che tener si debbe nel far monete d'argento di sette finezze, senza rotti nelle leghe e nel conteggiarle

L'ordine delli caratteri o note da doversi imprimere sulle monete cos? d'oro come d'argento.

Le seguenti note principalmente s'avranno da imprimere su le monete, cos? d'oro come d'argento, che di nuovo si faranno, o nel circolo, o nel mezo in colonna, o dove parer? che debbano star meglio, con caratteri o di lettere o di numeri, con i suoi punti, e con ordine e modo tale che da tutti possano esser facilmente intese. E l'ordine ? questo, cio?:

La prima nota mostra il vero e real valore della moneta.

Per la nota seconda si manifesta la lega o finezza di essa moneta.

La terza dichiara quante monete di quella medesima sorte ne vadino in numero alla libra.

Su le monete d'oro le seguenti:

Lire 9 a denari 24 numero 96 libra 1 >> 8 >> 22 >> 99 >> 1 >> 7 >> 22 >> 113-1/7 >> 1 >> 6 >> 22 >> 132 >> 1 >> 4 >> 16 >> 144 >> 1

Su le monete d'argento le seguenti:

Soldi 57-1/2 di leghe 11-1/2 numero 24 libra 1 >> 60 >> 11 >> 22 >> 1 >> 20 >> 10 >> 60 >> 1 >> 20 >> 8 >> 48 >> 1 >> 15 >> 6 >> 48 >> 1 >> 2 >> 4 >> 240 >> 1 >> 6 >> 2 >> 480 >> 1 >> 3 >> 2 >> 960 >> 1 >> 1-1/2 >> 2 >> 1920 >> 1

Ho posto in questa tavola le prime note delle cinque tariffe delle monete d'oro e quelle di mezo delle sette tariffe delle monete d'argento, accioch? col mezo del detto essempio si possa cos? fare su l'altre descritte in esse tariffe, e anco su qualunque altra sorte di monete di maggiore o minor finezza, peso e valore, oltra le contenute in esse tariffe, quando per? ad alcuni piacesse di farne a loro imitazione; e anco su quelle che qui sotto nel presente capitolo si contengono. E bench? io abbia descritto per conto dell'oro solamente tre finezze, cio? di denari 24, 22 e 16, ci? non ho gi? fatto per concludere che non se ne possano ancora fare d'altre finezze, come sarebbe da denari 16 sino a 22, cio? di 18 e di 20, proporzionalmente per?, ed anco di denari 23; ma non gi?, come per l'adietro si ? fatto, cio? di denari 22-1/4, 22-1/2, 22-3/4 o simili, negli scudi d'alcune cittadi, e similmente nelli ducati che si sono fatti di denari 23-1/4, 23-1/2 e 23-3/4 o simili; percioch? sono rotti inconvenienti e non necessari e che causerebbono disordini grandi nel conteggiare, avendo riguardo al puro di essi. E, quando si volessero fare monete d'altre finezze che delle tre descritte nelle tariffe, se ne potrebbono fare, com'? detto, di denari 23 giusti e di 18 e di 20, ma non necessariamente di queste due, cio? di 18 e di 20, imperoch? non sono in uso gli scudi di simili finezze, oltrech? sarebbono con difficult? conosciuti; ma si potrebbono quelli di denari 23 nominare <> o per altro nome. Sarebbe ben cosa necessaria che questi ducati fossero con diverse imprese segnati, a differenza degli altri, ed anco differenti di peso; come sarebbe, in compartirli, che n'andassero in numero 69 alla libra, e valerebbe ciascun di essi lire 12 imperiali, che tutti ascenderebbono alla somma di lire 828; e vi entrano in corrispondenza once 138 d'argento fino, che, a lire 6 per oncia, fanno l'istessa somma di lire 828. Si potran bene ragionevolmente fare monete o doble d'oro di varie sorti, come da ducati o da scudi due, da cinque e da dieci l'una, ed anco di maggiore e di minor valore, come da mezo ducato, da mezo scudo e da un quarto per ciascuna; purch? su esse vi siano impresse le gi? dette note del valore, della finezza o lega, ed il numero di quante ne vadino alla libra: avvertendo che le note di tali doble dovranno esser segnate o impresse con l'ordine qui sotto annotato; come, per essempio, se le doble saranno da scudi cinque l'una, di valore di lire 6 per scudo, le loro note saranno queste, cio? 30, 22, 26-12/30, overo con questo rotto 2/5, che significher? due quinti di una dobla, come sarebbe a dire due scudi. Se le doble saranno da scudi cinque l'una, di valore di lire 7 per scudo, le note saranno queste, cio? 35, 22, 22-22/35, il qual rotto denoter? le 22 parti di 35 di una simil dobla, come sarebbe a dire tre scudi ed un settimo di scudo. Se le doble saranno da scudi cinque l'una, di valore di lire otto per scudo, le note saranno queste, cio? 40, 22, 19-32/40, overo 4/5, il qual rotto significher? quattro quinti di una di queste doble, come sarebbe a dire scudi quattro. Se le doble saranno da ducati cinque l'una, di valore di lire nove per ducato, le loro note saranno queste, cio? 45, 24, 19-9/45, overo l/5, il qual rotto denoter? un quinto di dobla, come sarebbe a dire un ducato. E a similitudine dei detti essempi si dovr? cos? fare ed osservare in qualunque altra sorte di doble o monete d'oro, di maggiori o minori pesi e valori.

E per facilitare a tutti l'ordine proposto, ho posto qui in disegno due sorti di monete, una d'oro e l'altra d'argento, con le note inscritte nei luoghi ove, a mio giudicio, poste esser dovrebbono.

Quella di oro valer? lire 7 imperiali: a denari 22, ne anderanno in numero 113-1/7 alla libra. Quella di argento valer? soldi 35 imperiali: di leghe 10-1/2, ne anderanno in numero 36 alla libra.

Ora, per mostrare di quanta importanza sia il porre o imprimere su le monete di qualunque sorte tutte le dette quattro note, o almeno le tre con l'ordine suddetto, dico ch'essendo dai nostri antichi gi? stata fatta elezione dell'oro e dell'argento, come cosa pi? al proposito per fare i danari, i quali fossero come mezani per poter fare molte sorti di contratti tra tutte le genti in tutto il mondo, fu anco avuta l'intelligenza, si pu? dire da Dio, di usare i numeri e la ragione dei conti aritmetici; accioch?, col mezo loro, si potessero e dovessero fare i partimenti di essi preciosi metalli, con giusta e real corrispondenza e concordanza e delli pesi e delli valori, nel ridurli ad uso di essi danari, onde poi il <> ed il <> fossero fatti con ogni sorte di perfezione. Ma, perch? quasi sempre sopra questo cos? alto maneggio sono stati diversi i pareri degli uomini, e fatti gli ordini diversi e non conformi, cio? da un paese all'altro, perci? le cose di essi danari sono sempre andate con disproporzione quanto sia in universale, s? come di tempo in tempo si ? veduto ed anco ora si vede. E perch? il porre le dette tre note su le monete sar? una delle cause principali per far perpetuare gli ordini universali sopra il fatto di esse monete in tutti i luoghi, per? quelle dovranno esser cos? poste ed impresse col dett'ordine. E se ad alcuni forse paresse d'imprimervi solamente le note della lega e del peso, dico che non sarebbe per ci? conosciuto il manifesto delle monete, che ? il valore; e chi volesse anco ponervi solo la nota del valore, non venirebbe conosciuto il loro intrinsico, che ? la quantit? in peso del puro e del fino, ed il peso di quante ne vadino alla libra, sotto il qual peso vien compreso il fino ed il brutto di esse monete. E per queste ragioni le suddette tre note dovranno esser impresse su le monete nuove, nelle quali per? vi sia tanto di campo o spacio che vi si possano far capire, e con tal ordine che da tutti siano conosciute ed intese, come cos? vuol il dovere. E quanto per le monete minute, si potrebbe osservar l'ordine che nel seguente capitolo ? descritto.

Discorso sopra alcuni particolari delle note.

Volendo far conoscere alli prencipi il bene che ne seguirebbe per l'impressione delle dette note, ho posto in disegno il suddetto essempio, accioch?, parendo loro, possano ordinare che tutto ci? sia essequito e nelle zeche osservato. E tengo per fermo che non sar? persona, di qualunque stato o grado esser si voglia, ch'opponga che la detta impressione non si debba fare su le monete e d'oro e d'argento che per l'avenire si faranno; e ci? per esser cosa necessaria e di grandissim?n ja katosi kuistin reunalta.

Kamppailua eteiskomerossa jatkui hellitt?m?tt?m?n raivokkaasti, ja Tarzan ja Ta-den kykeniv?t vain ty?l??sti pysyttelem??n poissa kiistakumppanusten tielt?, jotka repiv?t ja takoivat toisiaan k?sill? ja jaloilla ja huitelevilla h?nnill?. Es-sat oli aseeton -- Pan-at-lin ansiosta --, mutta Om-atin kupeella heilui tupessa puukko, jota h?n ei yritt?nytk??n paljastaa. Se ei olisi soveltunut heid?n villeihin ja alkeellisiin kunniak?sitteihins?, sill? p??llikk?taistelu oli ratkaistava luonnon aseilla.

Toisinaan he kotvaseksi erkanivat, vain rynn?t?kseen j?lleen toistensa kimppuun vimmaisesti ja melkein yht? voimallisesti kuin hullaantuneet sonnit. Sitten toinen kamppasi nurin toisen, mutta siin? kouristuneessa syleilyss? ei p??ssyt kaatumaan yksin -- Es-sat veti Om-atin mukanaan, horjahtaen komeron kaltaalle. Tarzankin pid?tti hengityst??n. Siin? he vaarallisesti rimpuilivat tuokion edestakaisin, ja tulos oli v?ltt?m?t?n -- murhaavassa puserruksessa nuo kaksi kier?htiv?t alas reunalta ja katosivat apinamiehen n?kyvist?.

Tarzanilta p??si tukahtunut huokaus, sill? h?n oli kiintynyt Om-atiin, ja sitten h?n Ta-denin kanssa astui katsomaan reunan yli. Kaukana alhaalla piti kahden hievahtamattoman hahmon virua hengett?m?n? l?hestyv?n aamunkoitteen himme?ss? sarastuksessa; mutta Tarzanin h?mm?stykseksi eiv?t h?nen silm?ns? kohdanneet laisinkaan sellaista n?ky?. P?in vastoin nuo kaksi kamppailijaa olivat yh? t?ynn? el?m?? ja rynnisteliv?t vain muutaman jalan p??ss? h?nen alapuolellaan. Aina riippuen nappuloissa kahdella otteella -- k?dell? ja jalalla tai jalalla ja h?nn?ll? -- he n?yttiv?t painiskelevan pystysuoralla sein?ll? yht? helposti kuin kuistikomeron tasaisella permannolla, mutta menetelm?t olivat hiukan muuttuneet; kumpikin n?ytti erityisesti rytyytt?v?n vastustajaansa irti otteestaan, sy?st?kseen h?net alas varmaan kuolemaan. Ilmeni piankin, ett? Om-at nuorempana ja sitke?mp?n? oli voiton puolella. P??llikk? pysytteli nyt melkein tyyten puolustuskannalla. Toisella kourallaan pidellen vihollista uumavy?st? Om-at ty?nsi h?nt? suoraan ulosp?in kalliosta, toisen k?den ja toisen jalan nopsasti v??nt?ess? auki Es-satin otteet vuorotellen, samalla kun h?n aina lomassa tehosti ponnistuksiaan tuimilla iskuilla vastustajan vatsakuoppaan. Es-sat oli nopeasti v?sym?ss?, ja likeisen kuoleman tieto -- kuten samanlaisissa olosuhteissa k?y jokaiselle raukalle ja rehentelij?lle -- h?ivytti uljastelun ulkokiillon, joka oli kauan saanut esiinty? miehuullisuutensa, ja sen mukana sortui h?nen kunniallisuutenakin. Nyt ei Es-sat ollut en?? Kor-ul-jan p??llikk? -- h?n oli uliseva pelkuri, joka taisteli hengest??n. Tarraten Om-atiin, tarraten l?himpiin nappuloihin h?n etsi mit? hyv?ns? tukea pelastuakseen kamalasta putoamisesta, ja rimpuillessaan h?n tavoitteli h?nn?ll??n puukkoa Om-atin kupeelta.

Tarzan n?ki, ja juuri kun Es-sat sai veitsen vedetyksi tupesta, pudottausi h?n kissamaisesti nappuloille taistelijain viereen. Es-satin h?nt? oli vet?ytynyt taaksep?in kurjaa, kohtalokasta survaisua varten. Nyt havaitsivat useat muutkin sen petollisuuden, ja villeist? kurkuista kajahti raivon ja inhon m?rin?; mutta ter?n viuhahtaessa p??m??r?? kohti tarttui apinamies heilauttavaan karvaiseen j?seneen, ja samalla hetkell? t?ykk?si Om-at Es-satin ruumiin luotansa niin rajusti, ett? sen heikontuneet otteet heltisiv?t ja se kiiti alas kuolemaan, kirkuvan pelon hetkellisen? meteorina.

NELJ?S LUKU

V?ijytys

Kun Tarzan ja Om-at kapusivat takaisin Pan-at-lin luolan eteiseen ja ottivat paikkansa Ta-denin vieress? valmiina mihin hyv?ns? Es-satin kuoleman seuraamukseen, kosketti it?isille kukkuloille ilmestyv? aurinko my?s er?st? nukkujaa et?isell? okapeitteisell? arolla, her?tt?en h?net j?lleenkin uupumattoman vainuamisen p?iv??n, pitkin heikkoa ja nopeasti h?ipyv?? latua.

Tuokion vallitsi Kor-ul-jassa hiljaisuus. Heimon j?senet odottelivat, katsellen milloin alas hengett?m??n kasaan, joka oli ollut heid?n p??llikk?ns?, milloin toisiinsa, ja aina v?lill? Om-atiin ja niihin kahteen, jotka seisoivat h?nen kummallakin puolellaan. Sitten Om-at puhui. "Min? olen Om-at", huusi h?n. "Kuka sanoo, ett? Om-at ei ole Kor-ul-jan gund?"

H?n odotti haasteensa hyv?ksyj??. Pari tanakahkoa nuorta pukaria liikehti levottomasti silm?illen h?nt?, mutta vastausta ei kuulunut.

"Om-at on siis gund", sanoi h?n ratkaisevasti. "Sanokaa minulle nyt, miss? Pan-at-li, h?nen is?ns? ja veljens? ovat?"

Muuan vanha soturi puhui. "Pan-at-lin pit?isi olla luolassaan. Kuka sen tiet?isi paremmin kuin sin? itse, joka olet siell? nyt? H?nen is?ns? ja veljens? l?hetettiin pit?m??n silm?ll? Kor-ul-lulia; mutta kumpikaan noista kysymyksist? ei her?t? mit??n temmellyst? povissamme. On kysymys, joka her??: voiko Om-at olla Kor-ul-jan p??llikk? ja kuitenkin seist? omaa kansaansa vastassa jonkun ho-donin kanssa ja tuo kauhea mies vierell??n -- kauhea mies, jolla ei ole h?nt??? Luovuta muukalaiset heimollesi surmattaviksi niinkuin waz-donien tapa on, ja silloin Om-atin sopii olla gund."

Ei Tarzan eik? Ta-den virkkanut sanaakaan; he vain seisoivat katsellen Om-atia ja odottaen h?nen p??t?st??n, hienon hymyn v?reilless? apinamiehen huulilla. Ta-den ainakin tiesi vanhan soturin puhuneen totta -- waz-donit eiv?t anna suojaa muukalaisille eiv?tk? ota vankeja vieraasta heimosta.

Sitten puhui Om-at. "Aina on muutosta", huomautti h?n. "Pal-ul-donin vanhat kukkulatkaan eiv?t koskaan n?yt? kahdesti samanlaisilta -- loistava aurinko, leijuva pilvi, kuu, sumu, vaihtuvat vuodenajat, myrsky? seuraava kuulas seesteisyys, ne kukin tuovat uuden muutoksen kukkuloillemme. Syntym?st? kuolemaan, p?iv? p?iv?lt?, meiss? jokaisessa tapahtuu alituista muutosta. Muuttuvaisuus on siis Jad-ben-Othon lakeja.

"-- Nyt min?, Om-at, teid?n gundinne, tuon j?lleen muutoksen. Muukalaisia, jotka ovat urheita miehi? ja hyvi? yst?vi?, ?lk??t Kor-ul-jan waz-donit en?? surmatko!"

Kuului murahduksia ja mutinaa, ja soturit liikahtelivat rauhattomasti silm?illen toisiansa n?hd?kseen, kuka ottaisi aloitteen Om-atia, nurjamielist? uudistajaa vastaan.

"Lopettakaa nurinanne", kehoitti uusi gund. "Olen p??llikk?nne. Sanani on lakinne. Teill? ei ollut mit??n osuutta minun tulemisessani p??llik?ksi. Toiset teist? auttoivat Es-satia karkoittamaan minut esi-isieni luolasta; muut sallivat sen. En ole teille mit??n velkaa. Ainoastaan n?m? kaksi, jotka te tahtoisitte minut surmauttamaan, olivat minulle uskollisia. Olen gund, ja jos joku sit? ep?ilee, niin puhukoon -- nuorempana ei h?n voi kuolla."

Tarzan oli hyvill??n. T?ss? oli h?nen oman syd?mens? mukainen mies. H?n ihaili Om-atin haasteen pelottomuutta ja oli kyllin hyv? ihmistuntija tiet??kseen, ett? h?n ei ollut kuunnellut joutavaa tuulenpieks?mist? -- Om-at puoltaisi tarpeen tullen sanojansa kuolemaan asti, ja todenn?k?isen? mahdollisuutena oli, ett? kuolema ei olisi h?nen. Ilmeisesti oli kor-ul-jalaisten enimmist?ll? sama vakaumus.

"Minusta tulee teille hyv? gund", lausui Om-at n?hdess??n, ett? kukaan ei tuntunut halukkaalta kiist?m??n h?nen oikeuksiansa vastaan. "Vaimonne ja tytt?renne saavat olla turvallisia -- he eiv?t olleet turvassa Es-satin valtakautena. Menk?? nyt vainioillenne ja pyyntipuuhiinne. Min? l?hden etsim??n Pan-at-lia. Ab-on olkoon gund minun ollessani poissa -- odottakaa h?nelt? ohjausta ja minulta tilintekoa palatessani -- ja Jad-ben-Otho hymyilk??n teille."

H?n k??ntyi Tarzaniin ja ho-doniin p?in. "Ja te, yst?v?t", h?n sanoi, "olette vapaat liikkumaan kansani keskuudessa; esi-isieni luola on teid?n; tehk?? mit? tahdotte."

"Min? l?hden Om-atin kanssa etsim??n Pan-at-lia", ilmoitti Tarzan.

"Ja min?", yhtyi Ta-den.

Om-at hymyili. "Hyv?!" huudahti h?n. "Ja h?net l?ydetty?mme me l?hdemme yhdess? Tarzanin ja Ta-denin asioille. Mist? etsisimme ensin?" H?n k??ntyi sotureihin. "Kuka tiet??, miss? h?n saattaa olla?"

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