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Read Ebook: Racconti popolari by Thouar Pietro

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Ebook has 1817 lines and 108069 words, and 37 pages

Release date: August 13, 2023

Original publication: Firenze: Felice Paggi, 1889

PIETRO THOUAR

RACCONTI POPOLARI

Le Tessitore. -- Una madre. -- Una passeggiata pei borghi di Firenze. Il buono e il cattivo per tutto. -- Il mugnajo di Vallecchia.

NUOVA EDIZIONE ILLUSTRATA DA E. MAZZANTI

FIRENZE FELICE PAGGI LIBRAIO-EDITORE Via del Proconsolo 1889

Propriet? letteraria dell'editore Felice Paggi.

Tipografia di Cesare Moder, Via del Presto, 4.

AVVERTIMENTO

Pietro Thouar compendia in s? un'esistenza spesa tutta per il bene della giovent?, per il progresso morale e civile del popolo, per il trionfo della verit? e della giustizia, per l'avvenire della grande patria italiana; dalla lettura di queste sue narrazioni l'anima esce migliorata, consolata, commossa da dolce piet?, non straziata n? abbattuta da luttuose e tetre storie; perch? la pittura della virt?, ne' suoi scritti, a quella del vizio sopravanza; ed egli voleva che i virtuosi esempi avessero valore di correggere e di edificare.

Con uno stile piano, scorrevole, stile in cui il Thouar fu eccellente maestro, e che ha servito a tanti di lezione, egli osservava i costumi e tentava di rigenerare le plebi; studiava i bisogni del popolo e lo istruiva; la vita del povero e dell'artigiano era un libro in cui spesso egli apriva le pagine, non di rado piene di lagrime e di dolore, e da quelle traeva argomento ad educare la giovent?.

Non aggiungiamo parole a raccomandare la nuova edizione; il largo smercio, che trovano nel favore del pubblico i nostri volumi, ci ha concesso, nonostante i miglioramenti introdotti in questo, di ridurne il prezzo della met?.

L'EDITORE.

LE TESSITORE

Ai primi di Novembre del 18..., la casa di maestro Cecco muratore in via dell'Ariento era tutta sotto-sopra. La mobilia, parte nella strada e parte nel baroccio, doveva andare ad un secondo piano delle case-nuove sul Prato.

Maestro Cecco, assistito da Michele e dall'Anna suoi figliuoli, sgomberava per dar luogo a' nuovi pigionali venuti anch'essi col loro carico.

Il medesimo baratto di famiglie e di masserizie accadeva in molti luoghi del vicinato, come anche nel rimanente della citt?, sicch? figuratevi che via-vai, che tramen?o, che casa del diavolo! I pigionali vecchi imbarazzati nello scendere dai pigionali nuovi solleciti di salire; i carretti o i barocci stracarichi di seggiole, d'arcolai, di trabiccoli inalberati alle gambe dei tavolini, si rintoppavano nei punti pi? stretti delle straducole: l? una contesa tra gli sgomberatori; qui un tafferuglio tra il padron di casa e il pigionale minacciato del sequestro o del gravamento, e sfrattato per insolvente, ma che non vorrebbe andarsene, perch? non sa dove; qua un rammarich?o di donne per qualche attrezzo smarrito e barattato o per qualche mobile fracassato; e per tutto il polverone che acceca e la spazzatura tra' piedi: peggio che peggio se il cattivo tempo sopraggiunge ad accrescere lo sciup?o della roba, la fretta, il parapiglia, la confusione!

Io mi ricordo che in mezzo al diascol?o delle sgomberature camaldolesi, tra il lezz?me d'una gente vilipesa e calunniata perch? vive senza sua colpa nell'ignoranza e nella rozzezza, ho pur visto molte povere creature dar prove d'affetti gentili e fare azioni caritatevoli e generose. Quella famiglia che va via dice addio con segni di commovente afflizione alle altre che rimangono, come se le non s'avessero pi? a rivedere; e da una parte hanno ragione, perch? il povero non pu? spendere il tempo nelle visite; e se un giorno ebbero che dire per qualche cosa, in quella espansione di cuore fanno monte di tutto, e se ne scordano per sempre; i nuovi pigionali, che nell'arruff?o di mutar casa pajono mosche senza capo, trovano pronti i vicini a far loro tutti i servigi che in tali occorrenze sono tanto opportuni; e v'? chi li chiama a cena con s? e li fa dormire nel proprio letto, e non gli avr? mai conosciuti.... Ma, o che non siamo noi tutti fratelli? e non hanno essi un distintivo per esser riconosciuti ed amati addirittura, la povert?? Che se tra loro vi fosse un vecchio decrepito, un malato, una donna sopraparto, allora s? che le attenzioni crescono, e sono carit? fiorite, carit? benedette! Quelli non trovano un ricovero perch? non hanno da pagarlo quanto l'avidit? del padrone di casa vorrebbe.... Dunque l'albergo della stella nelle notti di novembre?... Venite via; restate con noi; per qualche po' di tempo faremo alla meglio: dopo le prime furie che non ha a rimaner libera una stanzuccia nel casone? e quell'usuraio che farebbe pagar l'affitto ai topi, piuttostoch? non ritirar nulla, si contenter? anche del poco. Quelli altri hanno mutato casa; ma quando viene la loro roba? Aspetta, aspetta, non si vede nulla; avevano sotto braccio due o tre fagottucci di cenci.... l'? tutta quella.... E il letto? A bujo accatteranno qualche covone di paglia.... Oh! ma se uno se n'avvede, ? capace di dare in prestito a que' meschini il suo saccone: tra poveri e poveri sono imprestiti che non fanno vergogna, mentre ? delitto pei ricchi il non rimediare a quelle miserie.

Maestro Cecco non sgomberava perch? non avesse da pagare la pigione o perch? il padrone volesse mettere la martellina nello stabile o crescerne il prezzo d'affitto; ma due mesi addietro gli era morta di mal di petto la moglie!... Era dunque il dolore che lo faceva andar via da una casa da lui abitata fin da piccino.

La camera della defunta rest? chiusa fino al giorno della sgomberatura, ch? il povero vedovo il quale non trovava ben di s? dall'afflizione, non si pot? risolvere a dormir nel suo letto senza la compagnia di quella coppa d'oro, che era stata con lui in santa pace trentacinque anni. Del letto poi e' n'aveva gi? fatto un'elemosina alla famiglia pi? tribolata del vicinato; e cinque creature che da un pezzo s'accovacciavano tutte insieme sopra un canile, poterono almeno slargarsi e dormire sul morvido e nel pulito. Cos? anche il vestiario usato e varie altre bricciche e carabattole, fu tutta eredit? dei pi? poveri. Tanto, non dubitate, al vedovo ed ai figliuoli rimanevano le memorie delle virt? e degli affetti coniugali e materni, senza che avessero bisogno d'andare a leggerle sopra una lapida in Santa Croce.

Inoltre maestro Cecco poteva dare ascolto alle ispirazioni della carit?, perch? un uomo laborioso e onesto, un padre di famiglia economo e previdente non ? mai povero. La moglie, buon'anima, s'era guadagnata il pane col tessere la seta; la figliuola faceva lo stesso; il maschio era servente nello spedale, e metteva in casa una buona parte della sua paga. Il babbo, sempre sano e robusto, bench? verso la settantina, riscoteva una giornata di circa tre paoli almeno, e di rado s'era trovato senza lavoro. Ponete che tre in famiglia guadagnino di ragguagliato cinque lire il giorno, si rivestano senza lusso, siano sobri, contentandosi dell'onesto vivere dei braccianti, si ristringano in poche stanze e dove le case costano meno, stiano sempre d'amore e d'accordo, e non facciano mai scialo n? per la gola n? per gli spassi, e vedrete che il bisognevole c'entra senza lasciarsi patire, e n'avanza da metterne in serbo, o da raccapezzare un po' di corredo per una fanciulla.

Appunto l'Anna da un pezzo era dietro a farsi il corredo, e non le mancava neanche il damo, scelto col consenso della famiglia. Questo damo si chiamava Cintio, primo garzone d'un parrucchiere di baldacchino.

Ma la sgomberatura ? finita, e la famiglia ? sistemata a casa nuova sul Prato: andiamo dunque a ritrovarla col?, e avremo tempo di conoscerla meglio.

Gi? da quel poco che v'ho detto ? facile immaginare le buone qualit? del padre e dei figliuoli; e potrebbero farne testimonianza i vicini di via dell'Ariento che li portavano in palma di mano, e che a vederli andar via rimasero sconfortati come se avessero perduto il loro sostegno.

-- Quello ? un uomo di proposito! se non fosse stato maestro Cecco, cani e gatti in casa mia; ma ora non v'? pericolo.

-- Oh! il mio marito non giuoca pi?, non mette pi? piede nella b?ttola; e tutto merito di maestro Cecco.

-- O il mio? Quella praticaccia!... ve ne ricordate? I pianti ch'i' non feci le son cose grosse! Ma benedetto maestro Cecco! Col Commissario non si concludeva mai nulla; s?.... ogni po' una chiamata, una lavataccia di capo; ma ch?! Gli era lo stesso che pestar l'acqua nel mortaio. E' ci messe le mani lui, e intrafine-fatto la cosa mor? l? senza tanto scalp?re.

-- E quelle du' saette scatenate de' miei figliuoli? Io gu?, povera vedova, i' non sapevo proprio come cucinarmeli. Mi raccomando alla su' donna buon'anima; e lei: sicuro! lo dir? a maestro Cecco.... Insomma e' non occorre ch'i' ve lo conti: e' sono a bottega a salario, si portan bene.... e in casa, due pulcini e loro l'? tutt'una.

-- Oh la si vuol piangere per un pezzo la morte di quella donna!

-- I' lo so io! quand'i' feci il mio primo! Poverin'a me! senza neanche du' stracci, senz'avere da mettere in pentola un po' di carne.... basta, la ci pens? lei, e mi riebbe da morte a vita.

-- E v'hanno portato buon augurio sapete? Roba che ? stata addosso a que' du' angioli dell'Anna e di Michele!

-- E ora... ch'e' non s'abbiano a riveder pi? i' la stiaccio proprio male! --

Ma io voglio anche provarmi a darvi alla meglio un'idea delle fattezze dell'Anna, perch? a sentir parlare d'una ragazza che ha il damo, vien subito in capo che l'abbia ad avere un bel viso.... Come se una ragazza onesta e laboriosa non potesse trovar marito senz'essere un occhio di sole! Ho veduto che quando la Provvidenza assiste le fanciulle con la sanit? e colla voglia di lavorare, le si possono facilmente imbatter bene, in un giovine di giudizio che guardi alla sostanza e non si curi poi tanto della mostra. Certo lo so anch'io, le bellezze danno nell'occhio, e sono subito corteggiate; ma cos? le fossero anche sicure da tanti pericoli! Perch? molti s'innamorano solamente del viso, e non sanno santificare l'amore con la religione della virt?, non considerano le buone qualit? della donna, non si preparano a coltivarle, a farne pr? per il bene della famiglia. E allora un affetto vano svapora presto, e diventa fredda abitudine o passione invereconda. Allora la donna si potrebbe rassomigliare ad un libro pieno di belle cose, ma dato in mano a chi non sa leggere.

L'Anna, volendo stare a rigore, non era bella; bens? era aggraziata e piacente, e di personale alto e dignitoso; aveva una bell'aria e gentile, un incarnato pieno di pudore, di serenit?, di freschezza; la fronte spaziosa, i capelli neri e le ciglia grandi e bene inarcate; ma il naso era piuttosto aquilino, e il labbro inferiore della bocca un po' troppo sporgente. In alcune fisonomie de' nostri popolani si trova talora qualche lineamento dell'Alighieri. Gli occhi per? che danno vita al sembiante, gli occhi, nell'ampiezza delle nere pupille e nella movenza risoluta e vereconda, mostravano la bont? e la fortezza dell'animo e l'acume dell'intelletto; erano propriamente una luce benigna, che accendeva amore e incuteva rispetto. Il vestito di rigatino, il fazzoletto di cotone, il vezzo di corallo con una crocellina d'argento, che era gi? stata sul petto della mamma, le buccole di madreperla e il pettine di tartaruga: ecco le sue vesti ed i suoi ornamenti che facevano spicco per semplicit? e per lindura.

Cintio, gi? amico del suo fratello, se n'era innamorato vedendola in San Lorenzo alla novena del Natale e le discorreva da qualche mese. Maestro Cecco avendo avuto buone informazioni di questo giovine , e scorgendo che la figliuola n'era molto invaghita, lo lasci? venire in casa, e l'assist? anzi di propria tasca, perch? si riscattasse dalla coscrizione. Di che Cintio aveva mostrato riconoscenza, era stato puntuale a restituirgli a un tanto la settimana il denaro, e faceva i suoi conti di poter presto aprir bottega da s? con la riscossione d'un credito lasciatogli per eredit? da uno zio. Intanto gli avventori ch'ei serviva a tempo avanzato gli davano buon guadagno; e ancora che la riscossione di quel credito dovesse andare in lungo, a motivo di certi ammennicoli del debitore, il principale che gli voleva bene, e che gi? per esser vecchio si riposava, era pronto ad assisterlo col suo credito e a dargli avviamento per la nuova bottega.

Nella casa di sul Prato l'Anna trov? subito compagnia di suo genio. Abitavano al primo piano una vedova e la figliuola, tutt'e due tessitore; la ragazza era stata alle scuole normali di San Paolo a tempo dell'Anna, e s'erano volute un gran bene. Quantunque le non si fossero pi? riviste da qualche anno, pure nell'atto si riconobbero con una festa da non si dire, e ristrinsero l'amicizia.

-- Ma bene! -- esclamava la Maria. -- Chi poteva mai figurarsi che dopo tanto s'avesse a essere pigionali? Almeno si star? allegre insieme! S'ha a stare allegre, sai?

-- Eh! me ne ricordo s?, con te non vi sono malinconie. Anche troppo brio qualche volta! Ma ora non siamo pi? bambine.

-- Io poi, vedi tu? son sempre la stessa; sempre di buon umore. L'uggia non mi va a sangue. Povera, ma contenta; che vuo' tu ch'i' ci faccia? Gli ? naturale.

-- Meglio cos?, quando non vi son pensieri che affliggano.

-- A dire! I pensieri? tu mi parli di pensieri? Me ne sono un po' accorta, s?, appena che t'ho visto. Che c'? egli?

-- Eh! tu puoi considerare! Di donne in casa son rimasta sola....

-- A proposito! Tu hai ragione! Che disgrazia! -- E intravvenuta da pochi mesi a questa parte! -- Abbi pazienza! Sia fatta la volont? di Dio. Ci vuole rassegnazione! O io? Tre anni fa! Il mio povero babbo! Figurati che sebbene tu mi ritrovi allegra come alla scuola, i' lo piansi, sai? I' lo piansi giorno e notte. Ma poi.... Che ci si rimedia col piangere? Bisogna farsi una ragione: e per amor della mamma, che, poverina, il dolore la rodeva senza darle pace, i' feci tanto di smettere. E allora, si sa, il naturale riprese il sopravvento. --

Questa ragazza leggiadra, briosa e faceta, pareva fatta a bella posta per sollevar l'animo di chi l'avesse angustiato da una disgrazia, di chi fosse un pochetto proclive alla mestizia. La conobbero anche maestro Cecco e Michele; fecero presto amicizia da buoni vicini con l'Elisabetta e con lei; e soprattutto al giovine piacquero cos? alla prima le grazie ingenue della fanciulla.

Il giorno dopo, entrando in discorsi pi? lieti, la Maria domand? all'Anna:

-- Hai tu il damo?

L'amica rispose con un sorriso abbassando gli occhi.

-- Gi? io me n'era apposta, -- continu? la Maria, -- e l'ho incontrato per le scale; e me ne rallegro davvero, perch? gli ? anco un bel giovinotto!

-- Bello poi! non lo so, e non importa. Il mi rallegro per questo non ci ha che fare: se tu dicessi che gli ? un giovine di proposito....

-- Tu hai ragione.

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