Read Ebook: Prima di partire by Castelnuovo Enrico
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Ebook has 1580 lines and 92874 words, and 32 pages
Probabilmente la lettera di Odoardo ? in viaggio. Ma da Tiflis a Venezia le lettere ci mettono un paio di settimane, sicch? ho da aspettare almeno dieci o dodici giorni. Sono curiosa di vedere quanti danari mio fratello mi manda, e aspetto la sua rimessa prima di fare alcune spese necessarie pel mio viaggio e di comperare qualche regaluccio per le mie amiche. S'egli non mi spedisce che quanto occorre strettamente pel tragitto a Costantinopoli, mi converr? vendere o impegnare i pochi oggetti preziosi che conservo come ricordi di famiglia.... Sarebbe un principiar molto male.
Sabato, 5 giugno.
Questa mattina la signora Celeste s'era fitta in capo di condurmi alla chiesa della Salute, ove c'? una funzione solenne per invocar dalla Madonna la cessazione del morbo che ci affligge. Io rispetto le credenze di tutti, ma non so simulare una fede che non ho. Rifiutai quindi d'accompagnare la mia padrona di casa nel suo pellegrinaggio, e per quietarla le promisi di non partir da Venezia senza essermi recata una domenica con lei a San Marco, all'ora della messa grande.... Ci andr? volentieri; la basilica ? tanto bella! E poi non sono mica una giacobina, non ho mica l'orrore dei templi, non mi atteggio io, povera donna, ignorante, a libera pensatrice, a spirito forte.... Ho una ripugnanza invincibile a fingere, ecco tutto.
Del resto, la signora Celeste non ? punto intollerante e fanatica. Siamo uscite insieme anche stamane di buonissimo accordo; ella and? alla sua chiesa, io andai da altra parte. Nel ritorno presi il vaporino a San Mois? e mi trovai seduta poco distante dal dottor Negrotti, il nostro medico antico, quello che mi ha vista nascere. Volevo salutarlo, ma egli era in compagnia, e miope com'? non mi ravvis?.
Passammo dinanzi alla Salute. La superba chiesa era aperta, sfavillante di ceri; moltissime gondole erano ferme dinanzi alla riva, quelle tra l'altre del Municipio, con le bandiere a prora e i barcaiuoli in tenuta di gala.
-- Dottore -- disse qualcheduno -- ci crede lei alla Madonna della Salute quale specifico contro il col?ra?
-- Caro mio -- rispose il medico -- credo appena al laudano, e poco anche a quello.
-- Meno male la Giunta! -- sospir? con comica gravit? il dottor Negrotti, -- il peggio si ? che ha voluto intervenirvi mia moglie, pigliando per s? la gondola e sforzandomi a girar per la citt? in vaporetto.
Il dottor Negrotti ? molto invecchiato d'aspetto, ma ? sempre lo stesso uomo, scettico, sarcastico; e non dubito che si sar? conservato buonissimo di fondo, caritatevole e leale a tutta prova.
Avevo rinunziato a salutarlo per oggi, quando alla stazione della C? d'Oro vidi con piacere ch'egli s'accommiatava dagli amici e scendeva con me.
Me gli accostai tendendogli la mano. -- Dottore, non mi riconosce?
-- S? certo.... e a pochi passi da lei.... Ma non osavo disturbarlo.
-- Perch?, perch??... Oh come sono lieto di quest'incontro!... Dopo tanto tempo! E come va, cara Elena?
Camminavamo a fianco; egli era diretto dalla stessa parte ov'ero diretta io. Gli raccontai le mie ultime vicende, la solitudine in cui ero rimasta, la decisione che avevo presa di raggiunger mio fratello a Tiflis.
-- Oh diavolo, diavolo! -- esclam? il dottore. -- Che cosa mi narra?... Ma lei deve appena conoscerlo quest'Odoardo. Era poco pi? d'una bambina quando part?.
-- Fu nel 66. Avevo cinqu'anni.
-- Sicuro. Tra voi altri due ci devono essere almeno quindici anni di differenza.
-- Sedici ce ne sono.
-- Gi?.... Odoardo ? ormai un uomo maturo.... Come passa il tempo!... Allora era un bel giovinetto.... molto vivace.... forse troppo vivace....
Io non dissi nulla.... Pensavo alle lacrime che quel ragazzo aveva fatto spargere a' miei genitori.
-- Non cattivo per? -- soggiunse Negrotti. -- Era di quelli che hanno bisogno di libert?, che non sanno adattarsi a star nelle file.... Ma una volta che si sono aperta una strada, metton giudizio.... Deve aver girato molto....
-- Oh moltissimo!... Non s'? fissato a Tiflis che nell'83.
-- E non ha mai fatto una corsa sin qui?
-- Mai.
Il dottore rimase un momento soprappensiero; poi mi domand?: -- ? rimasto scapolo?
-- S?.
-- Capisco -- riprese il vecchio medico. -- Lei non ha altri appoggi, non ha altri parenti....
-- Nessuno, nessuno.... Ma -- esclamai -- sia sincero.... Crede che io stia per commettere un grande sproposito?
-- No, cara Elena, no.... ? probabile che al suo posto avrei fatto lo stesso anch'io..... A ogni modo, lei ? una ragazza coraggiosa; se non si trovasse bene saprebbe tornare nel suo paese.
-- Oh! -- diss'io.... tentennando la testa -- non torner? pi?.
E mi salivano le lacrime agli occhi.
Gli risposi che ritenevo di non partire prima della fine del mese.
-- In tal caso spero che ci rivedremo -- egli replic?. -- Venga da me un dopopranzo.... Anche mia moglie la saluter? volentieri.... Si conoscevano una volta.... quando viveva la sua povera mamma.
Gli promisi d'andare, ma non andr?. Sua moglie ? una superba che dopo le nostre disgrazie si degn? appena di guardarci; chi sa con che aria di protezione mi accoglierebbe! Io credo che non rivedr? pi? nemmeno il buon dottore.... Fu proprio un caso ch'io l'abbia incontrato oggi.
? curioso! Anche senza lasciar la patria, ci son tante cose e tante persone che a poco a poco si dileguano dai nostri occhi e dalla nostra memoria. Eppure, persino di quelle indifferenti, persino di quelle moleste ? triste il dover dire: le vedo per l'ultima volta!
Il dottore Negrotti mi mise una pulce nell'orecchio con quella sua domanda se Odoardo sia rimasto scapolo. In vero, chi mi assicura che mio fratello non prender? moglie pi? tardi? E allora che vita mi si preparerebbe?
Domenica, 6 giugno.
Chi sa che anche il colonnello Struzzi, se fosse nei miei panni, in procinto di abbandonar per sempre l'Italia, non proverebbe una commozione uguale alla mia!
La Gegia, la solita confidente del colonnello, usc? dalla camera intontita: -- Creda a me, signorina -- ella mi disse -- quell'uomo finisce matto.
Non so s'egli finir? matto; ? certo che impazzirebbe chi dovesse viver sempre con lui. Ed ? certo altres? che il possedere un carattere allegro ? la pi? grande fortuna che ci possa esser concessa.
Oggi ? venuta a farmi visita la Gemma Norini, la mia antica condiscepola che ora ? maestra comunale e che, nonostante le innumerevoli noie della sua professione, conserva l'umore festevole che aveva quando sedevamo sullo stesso banco della scuola.
Aveva sentito la gran novit? e si lagnava, non a torto, che non gliela avessi comunicata io. Ella per? non ? donna da rancori: era sicura che non sarei partita senza prender congedo da lei. Per bacco! Andavo a Tiflis! Un bel coraggio. Ell'era subito ricorsa ai testi e scommetteva di saperla molto pi? lunga di me sul paese ove stavo per fissare il mio domicilio.
-- Fa conto -- diss'io -- che ne so molto poco.
-- So all'ingrosso che vado al Caucaso e che il paese appartiene alla Russia.... Ma la vostra scuola ? chiusa per questo caso di col?ra?
-- No, no, la nipote della direttrice non abita mica con lei.... Siamo incaricate di vigilare sulle bimbe, sulla regolarit? della loro digestione.... mi capisci.... Ma non distrarmi.... ? questa situata a mezzod? del Caucaso fra il Mar Nero e il Caspio, e forma un'altra possessione della Russia meno estesa della prima ma pi? favorita dalla natura....
-- Oh bella! Quella prima possessione che dovrebb'essere pi? estesa ma meno favorita dalla natura che la Transcaucasia?
-- ? giusto.... Non ci avevo pensato.... Ma niente paura.... Ho meco il suggeritore.
-- Pazzerella! -- esclamai. -- Conservi sempre la tua memoria?
-- Sempre. Sta a sentire; ripiglio dove abbiamo smesso. Essa fu accresciuta nell'ultima guerra delle tre provincie di Kars, Ardahan e Batum, staccate....
-- Tira via.... tira via.... Questo m'importa poco.
-- Preferisci che ti parli del clima? Ecco: dolce e salubre in generale; il suolo fertilissimo d? i prodotti dell'Europa centrale.
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