Read this ebook for free! No credit card needed, absolutely nothing to pay.
Words: 114679 in 27 pages
This is an ebook sharing website. You can read the uploaded ebooks for free here. No credit cards needed, nothing to pay. If you want to own a digital copy of the ebook, or want to read offline with your favorite ebook-reader, then you can choose to buy and download the ebook.

: Storia delle repubbliche italiane dei secoli di mezzo v. 07 (of 16) by Sismondi J C L Simonde De Jean Charles L Onard Simonde - Italy History IT Storia
STORIA DELLE REPUBBLICHE ITALIANE DEI SECOLI DI MEZZO
DI J. C. L. SIMONDO SISMONDI
DELLE ACCADEMIE ITALIANA, DI WILNA, DI CAGLIARI, DEI GEORGOFILI, DI GINEVRA EC.
ITALIA 1818.
STORIA DELLE REPUBBLICHE ITALIANE
Per altro la dimora de' pontefici in Avignone aveva avuta la pi? perniciosa influenza sui costumi della chiesa, sulla sua politica, sul suo riposo, sulla sua fede. La corruzione de' prelati, la scandalosa e disonesta vita de' giovani cardinali, innalzati alla porpora dal favore o dall'intrigo, erano talmente notorj, che Avignone pi? non era indicata con altro nome che con quello di Babilonia occidentale. N? quest'epiteto trovasi soltanto nelle amare invettive del Petrarca, ma nelle lettere e nelle scritture degli uomini pi? moderati e pi? religiosi del 14.? secolo. Avignone conteneva la schiuma degl'Italiani e de' Francesi; col? venivano a cercare fortuna gl'intriganti d'ogni nazione, che avevano seco portati i pi? odiosi difetti de' loro compatriotti; e il popolo e la corte d'Avignone avevano convertito in costume ci? che dalle altre nazioni risguardavasi come vizio. Ne' precedenti secoli la corte di Roma era gi? stata riconvenuta di smisurata ambizione, di dissimulazione, di avarizia, d'ingratitudine; ma nel tempo che i papi soggiornarono in Francia, fu ancora venale e perfida nell'amministrazione dei popoli, servile nelle sue relazioni colla corte di Francia, licenziosa ed intemperante nella privata vita de' suoi prelati; e tra gli stessi papi, Clemente VI non and? esente dal rimprovero di scostumatezza.
Gl'Italiani, che i proprj governi cercarono di rendere superstiziosi, sono meno degli altri popoli inclinati alla credulit?. Il misticismo, siccome un'immaginazione piena d'idee malinconiche e terribili, appartiene ai climi ove l'uomo soffre sotto una temperatura o ardente o gelata. Ne' deserti della Tebaide, e sulle arene del Gange, o in riva al Baltico e tra le rupi della Scozia, si pu? tremare in faccia al principio malefico che mai non permette di scordare la sua potenza; possono offerirsi alla divinit? dei dolori che sembrano indivisibili dall'umana specie; ma innanzi a che si tremerebbe in Italia, ove tutto sorride all'uomo? Come mai tutti i pensieri possono essere totalmente rivolti ad un'altra vita, quando cos? dolce ? la presente?
Nel 14.? secolo gl'Italiani aggiugnevano uno spirito d'osservazione esercitatissimo all'abitudine di comunicare coi popoli di diversa credenza. Il disprezzo che avevano concepito per la corte d'Avignone, aveva loro quasi assolutamente fatto scuotere il giogo della chiesa romana; mentre gli spiriti erano rimasti assai pi? sottomessi in Francia, ove il fanatismo persecutore ricompariva sovente con nuove forze. A Parigi, nel Delfinato, ed in altre province della Francia si bruciarono nel 1373 molti eretici. Le diverse loro sette, tutte egualmente punite con atroci supplicj, avevano i nomi di Turlupini, Beguini, Lollardi, Valdesi. Ma in Italia, l'entusiasmo che faceva nascere le eresie, ed il fanatismo che le puniva, erano ugualmente spenti, ed avevano dato luogo alla indifferenza.
I Visconti in tempo delle lunghe guerre che avevano sostenute contro la Chiesa, eransi vendicati delle censure dei papi sul clero de' loro stati: raddoppiavano le imposte straordinarie quand'erano percossi dalle scomuniche. N? i tiranni della Romagna si erano pi? de' Visconti lasciati atterrire dai fulmini de' papi, o dalle crociate predicate contro di loro; l'innalzamento loro e la loro caduta erano effetto della lotta tra l'ambizione e la libert?, o dell'affezione, dell'odio, o della vendetta, che sembravano ereditarj in alcune famiglie, senza che la religione vi avesse parte. I Siciliani, dopo i famosi loro vesperi, pi? non furono in pace colla chiesa per lo spazio di ottant'anni. I loro principi della casa d'Arragona, non si mostrarono meno indifferenti dei loro popoli alle scomuniche dei papi. Dall'una all'altra estremit? dell'Italia i popoli ed i governi pi? non temevano le censure ed i castighi ecclesiastici.
La filosofia d'Aristotele era stata universalmente adottata in tutte le scuole unitamente ai commentarj d'Averroe. Il greco filosofo, supponendo un'anima unica animatrice di tutti gli uomini, distrugge la provvidenza e la moralit? delle azioni. Ma il glossatore arabo aveva ancora pi? direttamente attaccata la religione; egli aveva opposta la sua triste dottrina all'islamismo in cui era nato, al cristianesimo ed al giudaismo che aveva studiati; ed aveva diretti contro i cattolici i suoi sarcasmi ed i suoi ragionamenti. Il solo Petrarca era quello che cercava di resistere al torrente degl'increduli; ma la setta ch'egli combatteva nelle sue filosofiche scritture, e nelle sue lettere, godeva d'un'illimitata libert?, e mostravasi ogni giorno pi? ardita. Credevansi appena le antiche dottrine ancora buone per il popolo; e la religione, quasi incompatibile con tale filosofia, andava perdendo la sua influenza sulla condotta degli uomini.
Il Petrarca ci lasci? nelle sue lettere la pi? triste pittura dei depravati costumi de' prelati, i quali avevano perduto lo spirito di dominazione, siccome i popoli l'abitudine di essere loro subordinati. Servilmente sottomessi alla corte francese, nemmeno pi? si vergognavano della loro servit?. Pi? in loro non ravvisavasi quello spirito superiore al mondo, che mantiene la vera religione, e che, quando si trovasse ancora presso una falsa religione, la renderebbe pure rispettabile ed utile agli uomini. Invece di non considerare la terra che dal lato de' suoi rapporti con Dio, i preti pi? non pensavano a Dio, che in ragione dei loro interessi sulla terra. La religione era diventata un mezzo tutt'affatto umano di governo, uno strumento che i despoti tenevano nelle loro mani per valersene contro i popoli.
Una religione corre sempre grandissimo rischio quando si d? un capo sulla terra; poich? facendo dipendere il rispetto che riclama, dall'eventualit? e dalla virt? d'un solo uomo, la chiesa si rende risponsabile della condotta del pontefice che la rappresenta. Vero ? che ne' tempi della persecuzione ella ha pi? ragioni di sperare che di temere dalla condotta del suo capo; imperciocch? egli s'investe in allora dello zelo medesimo della sua greggia, e non si trova elevato al di sopra degli altri che per dar loro un pi? luminoso esempio. I primi vescovi di Roma, se dobbiamo prestar fede alle loro leggende, furono quasi tutti santi e martiri; ma poich? la chiesa trionf? dell'idolatria, la leggenda medesima pi? non attribuisce ai loro successori tanti onori e tante virt?. Il capo del clero, depositario del suo potere, non pu? evitare di essere strascinato dagl'interessi temporali della sua amministrazione, e di far servire la religione alla politica. ? questo il maggiore abbassamento cui possa trovarsi esposta un'autorit? divina. Il pi? nobile ed il pi? disinteressato sentimento del cuore umano, il sentimento dell'intero sagrificio di s? medesimo si cangia in cotal modo nel vile calcolo dell'egoismo e della frode.
Free books android app tbrJar TBR JAR Read Free books online gutenberg
More posts by @FreeBooks

: The Botanical Magazine Vol. 13 Or Flower-Garden Displayed by Curtis William Sims John - Plants Periodicals; Plants Cultivated Periodicals; Plants Ornamental Periodicals; Botanical illustration Periodicals

: Catalogue of books on philately in the Public Library of the city of Boston by Boston Philatelic Society Boston Public Library - Postage stamps Bibliography; Stamp collecting Bibliography