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Words: 103236 in 22 pages

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Translator: Diego Valbusa

LA CIVILT? DEL SECOLO DEL RINASCIMENTO IN ITALIA

SAGGIO DI JACOPO BURCKHARDT

TRADOTTO SULLA SECONDA EDIZIONE TEDESCA DAL PROFESSORE D. VALBUSA con aggiunte e correzioni inedite fornite dall'Autore

VOLUME I

IN FIRENZE G. C. SANSONI, EDITORE 1876

In Firenze -- Tip. e Lit. Carnesecchi, Piazza d'Arno.

PREFAZIONE

Se nella storia del movimento intellettuale dell'Europa moderna v'? un'epoca, che a buon diritto reclami tutta l'attenzione dello storico e del filosofo, ella ? certamente quella, di cui, sotto forma italiana, si presenta ora al pubblico una splendida e dotta illustrazione nell'opera del signor Burckhardt. ? cosa omai consentita da tutti che il pensiero moderno, cui l'Europa va debitrice dell'attuale sua grandezza e potenza, non ? che la maturazione di un pensiero che nacque presso di noi negli anni del Rinascimento, quando l'Italia, prima di scadere dal rango delle nazioni, dischiuse ancora una volta le fonti della civilt? e del sapere a tutto il mondo occidentale. Il Rinascimento inaugur? quella battaglia fra due opposti principj, fra la libert? e il despotismo, fra la ragione e il pregiudizio, che non ? peranco finita e che forse non finir? cos? presto. Le citt? libere del medio-evo sono certamente degne di ammirazione e di lode; ma esse non fecero che i primi tentativi per giungere a quel fine, cui il Rinascimento ebbe la mira colla piena coscienza di ci? che chiedeva. Esse domandavano delle libert? e mossero guerra ad alcuni privilegi: gli uomini del Rinascimento vollero la libert? e si ribellarono contro ogni privilegio. La lotta, limitata sino a quest'epoca a singole corporazioni, divenne tutto ad un tratto generale, e dai diritti tradizionali si volse ai diritti originarj e universali dell'umanit?. Non fu una semplice cultura quella che si ridest?, ma un mondo intero, la societ? tutta, che, anelando a rigenerarsi, agli ordini esistenti sostitu? ordini nuovi, alla divisione per ischiatte contrappose il libero ed audace arbitrio dell'individuo, alla consuetudine che soggioga fe' subentrare la ragione che impera. Non a torto adunque fu detto che la storia del Rinascimento ? il proemio di ogni rivoluzione moderna s? nel campo dell'azione, che in quello del pensiero, od anche, se si vuole, il primo atto di quel gran dramma, che si svolse successivamente nella Riforma tedesca, e nella Rivoluzione francese, e che partor? da ultimo la civilt? attuale.

Questa usc? dal concorso maraviglioso delle stirpi latine da un lato e delle germaniche dall'altro: le une vi contribuirono colla restaurazione del paganesimo classico, le altre col ritorno al Cristianesimo secondo i principj evangelici. Ridestando a nuova vita le scadute divinit?, i sapienti e i poeti dell'antica Grecia e di Roma, i Latini rischiararono colla face dell'antico sapere le fitte tenebre, nel bujo delle quali aveano prevalso la scolastica, i delirj fantastici e la superstizione; abbellirono la vita col fascino irresistibile delle forme, e al tempo stesso ruppero le barriere dell'antico mondo, navigando arditi oltre le colonne d'Ercole, trovando una nuova via alle Indie e scoprendo un mondo intero al di l? dell'Atlantico. I Germani, accettando dall'Italia i tesori dell'antica cultura, come gi? una volta il Cristianesimo, non solo se ne impadronirono con quella profondit? e pienezza, che lasciavano fin d'allora presentire la loro futura superiorit? nel campo della speculazione, ma trovarono essi stessi l'arte della stampa, che diede al pensiero ali per distendersi e per durare eternamente, e rovesciarono o riformarono col loro spirito filosofico due sistemi gi? vecchi, il tolomaico del mondo astronomico, e il gregoriano del despotismo papale. Al tempo stesso la caduta allora verificatasi del vecchio e crollante Impero d'oriente per opera dei Turchi, che minacciavano l'Europa di una nuova invasione asiatica, concorse mirabilmente a dare un indirizzo nuovo alla politica di tutti gli Stati. Di fronte all'impotenza dei Papi, che invano credettero di poter scongiurare il pericolo evocando le vecchie Crociate, pi? vivo si fece sentire in tutti il bisogno di unirsi in pi? stretti rapporti al di dentro e al di fuori, e al principio teocratico fu sostituita la politica degli Stati autonomi, creando unit? nazionali o monarchie ereditarie e ponendo in luogo dei Concilj i congressi e l'equilibrio politico invece dell'autorit? internazionale degli Imperatori e dei Papi.

Fu scritto che tra quest'opera ed una storia propriamente detta corra quella medesima differenza, che si riscontra tra un quadro di figura ed un paesaggio, dove ci? che si guadagna rispetto allo splendor della scena, si perde poi rispetto agli eroi che vi agiscono e al movimento drammatico. La sentenza pu? accogliersi come giusta, se con essa s'intese soltanto di mettere in pi? viva luce la lodevole sobriet? dell'Autore, che in tanta ricchezza di materiali non ha voluto giovarsi se non di quelli, che pi? strettamente facevano al suo scopo, per non recare soverchio ingombro turbare l'armonia dell'insieme. Egli ? un fatto che nel leggere il libro del signor Burckhardt ci par quasi di essere trasportati nel bel mezzo di una selva incantata, dove a nostro agio possiamo abbracciar con lo sguardo l'infinito serpeggiar de' viali, le vedute, i prospetti, e dove qua e l? fra i boschetti vediamo, ad un suo cenno, spuntare ora la testa, ora il braccio marmoreo di una statua, or, mezzo nascoste tra il verde, le magnifiche forme di un gruppo, senza che per questo ne sia dato di maggiormente avvicinarci, o che i nostri sforzi per afferrarne pi? intrinsecamente le parti, restino compiutamente appagati. Ma l'apparente manchevolezza nei particolari, voluta dall'indole stessa sintetica del lavoro, non ? difetto, e infondata affatto sarebbe l'accusa, se nella brevit? impostasi dall'Autore altri volesse scorgere una lacuna effettiva, che, ove realmente esistesse, nessun titolo, per quanto modesto, avrebbe potuto giustificare. Altra cosa ? il lavorar sulle fonti che si conoscono, lo studiarle e il confrontarle fra loro per accertar fatti, precisar date e arricchire di nuovo materiale utile la grande suppellettile storica; altro il mirare ad abbracciar in un tutto e a mettere in pi? vera e piena luce i risultati acquistati alla spicciolata e ridurli in armonia con disegno artistico, per renderli pi? accetti all'universale e per distribuire i frutti del sapere anche a coloro, cui manca l'agio o la volont? di attingere alle fonti originali. Evidentemente il signor Burckhardt si attenne di preferenza al secondo di questi due metodi, come quello che meglio anche rispondeva al suo scopo, di darci un'idea chiara e compiuta del tempo preso a trattare, anzich? di rettificare o correggere questo o quel fatto particolare. L'opera sua non va dunque giudicata come una semplice opera di erudizione, bench? questa non vi faccia difetto in nessun punto dove ? domandata, ma bens? come una di quelle che, mantenendosi in una sfera pi? elevata, mirano innanzi tutto a tener desto lo spirito della scienza e rammentano agli scopritori ed investigatori solitari, che l'indagine per s? sola non basta. Come tale essa porta realmente la vita, il movimento, il colore in un cumulo di materiali che, senza una parola vivificante, avrebbero chi sa per quanto ancora, continuato a rimaner lettera morta, e risponde pienamente alle esigenze della critica pi? severa, perch? nel fatto d? pi? di quanto in sul principio non sembri promettere, e perch? riempie al tempo stesso, e nel miglior modo che mai si potesse desiderare, una lacuna, che era pur sempre rimasta aperta rispetto ad uno dei periodi pi? luminosi della nostra storia.

Assumendo l'incarico di rendere accessibile all'universale dei nostri compatriotti un libro scritto con tanta seriet? di propositi e con s? piena coscienza della dignit? e dell'alta missione della storia, noi ci lusinghiamo di aver fatta opera, che non debba parere n? superflua ai bisogni del nostro paese, n? discara a quanti amano fra noi l'incremento de' buoni studi. Altri giudicher? come abbiamo soddisfatto agli obblighi nostri di fronte al Pubblico ed all'Autore. A noi non resta che d'invocare l'indulgenza di entrambi e di porgere a quest'ultimo il tributo della nostra pi? viva riconoscenza per la squisita cortesia, colla quale, autorizzando la nostra traduzione, volle arricchirla di numerose aggiunte e correzioni inedite, che danno un pregio tutto affatto speciale alla presente edizione e la pongono, per questo riguardo, al di sopra delle stesse edizioni finora comparse del testo tedesco.


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